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Libano - Azione di governo su emergenza aeroporto

Immagine del redattore: Roberto RoggeroRoberto Roggero

Assadakah News - Il primo ministro Nawaf Salam ha presieduto una riunione al Grand Serail, alla quale hanno partecipato diversi responsabili di ministero, fra cui Finanze Yassin Jaber (Finanze); il generale Michel Mnassah (capo di stato  maggiore della Difesa); Youssef Rajji (Esteri); il generale Ahmad al-Hajjar (Interni); Adel Nassar (Giustizia); Fayez Rasamni (Lavori Pubblici e Trasporti), nonché il segretario generale della presidenza del Consiglio dei ministri, giudice Mahmoud Makkieh, e il segretario generale della il Consiglio Supremo di Difesa, generale Mohammad al-Mustafa.

L'incontro è stato dedicato alla discussione degli eventi accaduti ieri, lungo la strada che conduce all’aeroporto internazionale “Rafiq Harairi”, dove tre mezzi Unifil sono stati incendiati e due alti ufficiali feriti, uno dei quai il vice-comandante del contingente Onu.

Il ministro della Giustizia, Nassar, ha dichiarato: “Il Primo Ministro ha invitato i ministri interessati a tenere un incontro consultivo alla luce di quanto accaduto ieri sulla strada dell’aeroporto, in cui è stata confermata l’adesione dello Stato libanese a tutti i principi delle libertà pubbliche, compresa la libertà di espressione e di manifestazione. Ciò è stabilito nel preambolo della Costituzione e della Carta dei diritti umani e questo non cambierà. Si pone l'accento sulla prevenzione degli attacchi alla proprietà pubblica e alla libertà di movimento, e si condannano anche gli attacchi all'Unifil, e si adottano tutte le misure per garantire che questi incidenti non si ripetano".

Nassar ha assicurato che verranno svolte le necessarie azioni giudiziarie, richiamando l'attenzione di tutti i cittadini sul fatto che "la legge verrà applicata e qualsiasi attacco alla proprietà pubblica o alla libertà di movimento verrà perseguito".

Da parte sua, il ministro dei Lavori Pubblici, Rasamni, ha affermato che "la sicurezza dell'aeroporto e dei passeggeri è una linea rossa", aggiungendo: "Siamo stati costretti a prendere le misure necessarie per proteggerli e stiamo cercando di affrontare la questione. Ci sono diversi libanesi in Iran e da 48 ore stiamo cercando di riportarli in modo dignitoso in Libano. Middle East Airlines, gentilmente, ha deciso di inviare tre aerei per garantire il loro ritorno, ma le autorità ufficiali iraniane non hanno fornito i permessi necessari". Il governo su assume tutte le spese affinché i libanesi possano tornare, anche attraverso i Paesi vicini, in particolare via Baghdad.

"Stiamo seguendo la questione quotidianamente, e l'ambasciatore libanese a Teheran sta seguendo la questione. Qualsiasi libanese che desideri tornare in Libano può contattare l'ambasciata libanese per garantire le spese di ritorno", ha rassicurato Rasamni.

Il ministro degli Esteri ha richiesto un incontro con l'ambasciatore iraniano in Libano per affrontare la questione a livello diplomatico e trovare soluzioni al problema il prima possibile.

Rispondendo alle domande su quanto accaduto nei giorni scorsi, Rasamni ha spiegato che la questione riguarda la sicurezza aeroportuale, rivelando che esistono sanzioni europee che potrebbero incidere sullo svolgimento delle operazioni all'aeroporto di Beirut e sulla sicurezza dei passeggeri. "Pertanto, prenderemo qualsiasi decisione relativa alla sicurezza e all'incolumità dell'aeroporto, e abbiamo preso le decisioni appropriate per salvaguardare l'aeroporto da qualsiasi attacco", ha affermato.

Dopo l'incontro con il presidente della Repubblica Joseph Aoun a Palazzo Baabda, il primo ministro Nawaf Salam ha ribadito il suo rifiuto degli attacchi alla proprietà pubblica e privata, sottolineando che la libertà di espressione non ha nulla a che fare con ciò che accade nelle strade, ribadendo la necessità di una rigorosa applicazione della legge e del perseguimento di tutti coloro che hanno violato le forze di sicurezza. Salam ha affermato che continueranno gli sforzi per mobilitare tutto il sostegno diplomatico e politico al ritiro di Israele, sottolineando che l'Unifil è un fattore di stabilità fondamentale nel Sud del Paese e che attaccare il contingente Onu è un crimine contro il Libano, e chiunque pensi che quanto accaduto accelererà il ritiro israeliano si sbaglia.

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