Assadakah News - Per superare la crisi libanese "è importante continuare a investire risorse, pensare alla stabilizzazione e guardare all'evoluzione del modello politico in un secondo momento, senza dimenticarci che le decisioni nel Paese sono consensuali". Lo ha detto oggi l'ambasciatrice d'Italia in Libano, Nicoletta Bombardiere, durante un'audizione informale, in videoconferenza, nell'ambito della discussione delle risoluzioni sulla crisi in Libano, davanti alla commissione Affari esteri e comunitari della Camera dei deputati, presieduta dal presidente Piero Fassino. Per superare la crisi "se ne esce nell'immediato prendendo misure di mitigazione, ripristinando la solvenza delle banche e con un pacchetto di sostegno dell'FMI, per incamminarsi verso le riforme. Se ne esce anche garantendo le elezioni e il rinnovamento delle istituzioni", ha spiegato la diplomatica. Nel suo intervento l'ambasciatrice ha invitato a "scindere il più possibile le dinamiche delle influenze regionali da ciò che è assolutamente necessario fare per il Libano" e a "non spiegare la crisi solo attraverso il prisma delle alleanze regionali, perché la crisi libanese dipende da fattori endogeni e strutturali, legai a un modello economico e di governance uscito dalla guerra civile che non ha prodotto la modernizzazione, ma corruzione". Inoltre, Bombardiere ha invitato a porsi il tema di "un maggiore ruolo europeo per aiutare a intraprendere il percorso delle riforme. Non solo come grande donatore, ma anche come attore politico, nell'ottica della stabilità del Mediterraneo".
Nel corso dell'audizione informale davanti alla commissione Affari esteri e comunitari della Camera dei deputati, l'ambasciatrice d'Italia a Beirut ha ricordato come il Libano sia un Paese piccolo, ma strategicamente importante per la stabilità nel Mediterraneo. Bombardiere ha passato in rassegna la situazione macro-economica del Paese dei cedri, contraddistinta da "dati in forte deterioramento".
"La lira si è svalutata del 95 per cento nell'ultimo anno, l'inflazione è al 170%, il Pil e' passato da 50 a 25 miliardi di dollari, la disoccupazione è al 40 per cento", ha aggiunto. Per quanto concerne la crisi energetica "e' in aggravamento" e, a fronte di un fabbisogno di 3.600 megawatt, la rete elettrica nazionale ne fornisce soltanto 400, pari a circa 2 ore di fornitura, ha ricordato l'ambasciatrice, sottolineando come il resto dell'elettricità venga prodotta dai generatori a diesel. La situazione economica, ha proseguito l'ambasciatrice, è contraddistinta da una "forte perdita del potere d'acquisto, da un tasso di povertà intorno al 70 per cento, mentre il tasso di estrema povertà si attesa al 30 per cento". Il "quadro macro-economico in deterioramento ha generato una crisi umanitaria", con un progressivo impoverimento delle classi medie e l'aggravamento della condizione delle classi povere, da cui deriva una problematica migratoria, ha spiegato Bombardiere. Secondo un recente sondaggio tra il 60 e il 70 per cento dei libanesi vuole lasciare il Paese, ha ricordato l'ambasciatrice, mettendo in guardia "dall'avvio possibile di rotte migratorie". Dopo aver fornito un quadro del contesto macro-economico e sociale del Libano, Bombardiere si è concentrata sul quadro politico. Nel 2021 il Libano ha avuto soltanto un mese con un governo nel pieno delle sue funzioni, ovvero settembre-ottobre, l'inizio del governo di Najib Miqati. Dalla metà dello scorso ottobre, il capo del governo non riesce più a riunire il Consiglio dei ministri, dopo che i partiti sciiti membri del governo, ovvero Amal ed Hezbollah, "hanno deciso di non partecipare alle riunioni finche' non saranno prese decisioni diverse sulla conduzione delle indagini del giudice Tarek Bitar sull'esplosione al porto", avvenuta il 4 agosto 2020.
Il governo Miqati, ha spiegato Bombardiere "è nato con quattro priorità importanti: stabilizzazione macro-economica, lancio di programmi di assistenza sociale, affrontare la crisi energetica, preparare le elezioni". "A fronte da questa agenda impegnativa, il governo non si riunisce più da metà ottobre dopo che il tema delle indagini sull'esplosione nel porto è entrata nelle dinamiche di governo", ha aggiunto. Al momento, ha proseguito, "ci sono trattative in atto per poter riattivare il Consiglio dei ministri". L'esecutivo "sta proseguendo con non poche difficoltà le discussioni tecniche per ottenere un prestito da parte del Fondo monetario internazionale", la cui erogazione è legata all'identificazione delle perdite del settore bancario. Inoltre, vi è anche la necessità di rivedere il modello bancario e finanziario e unificare il tasso di cambio. Oggi c'è una molteplicità di tassi di cambio. Al mercato parallelo servono circa 33 mila lire per un dollaro a fronte di un tasso ancorato a 1.507 lire.
Un altro aspetto su cui si è concentrata l'ambasciatrice nel suo intervento riguarda i programmi di assistenza sociale. Il "tema della protezione sociale è fondamentale per ridare alle famiglie il potere d'acquisto", ha dichiarato. Significativo anche il tema della crisi energetica per amalgamare il contesto regionale. Il governo libanese, ha spiegato Bombardiere, "sta lavorando a un energy deal, che porterebbe alla riattivazione dell'Arab Gas pipeline", che porterebbe il gas dall'Egitto attraverso Giordania e Siria per rifornire la centrale elettrica di Deir Ammar, nel nord del Libano. "Adesso ci sono le condizioni economiche e politiche per riattivare" l'infrastruttura, ha chiarito, ricordando il finanziamento della Banca mondiale e la decisione degli Stati Uniti di concedere esenzioni previste dal Caesar Act alle imprese siriane. "Potrebbe essere un game changer a livello regionale. Nel giro di pochi mesi quindi la situazione energetica potrebbe migliorare", ha ammesso. Infine, per quanto riguarda il contesto politico, il 2022 è un anno di scadenze elettorali. Il 15 maggio sono previste le elezioni parlamentari, poi le municipali e le presidenziali. "Vi è un impegno trasversale dei partiti a portare avanti il processo", ha detto, sottolineando come le elezioni siano "un tema politico dominante nel dibattito di queste settimane". E' una "possibilità per l'avvio di cambiamento, possibilità per nuovi gruppi dell'opposizione di esprimersi e di ambire alla conquista di seggi in parlamento politicamente significativa", ha concluso. Infine, l'Italia resta in prima linea per la stabilità del Libano nel quadro dell'impegno nella missione Unifil e Mibil. L'Italia, ha ricordato, è un "forte player nel quadro della Cooperazione allo sviluppo e abbiamo reagito in modo tempestivo e qualificato dopo esplosione nel porto di Beirut. Per il 2022 è attesa la mobilitazione di 24 milioni di euro di risorse".
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