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Libano - Al-Habtoor: “Banca mondiale e FMI non bastano”

Assadakah Beirut - Mohammed Bin Khalaf Al Habtoor è un ben noto imprenditore degli Emirati Arabi, che in Libano, e non solo, gestisce numerosi investimenti e un sostanzioso patrimonio. Vicepresidente e CEO dell'Al Habtoor Group, conglomerato emiratino gestito da una delle più grandi famiglie di Dubai, è figlio di Khalaf Al Habtoor fondatore dell'Al-Habtoor Group e terzo uomo più ricco degli Emirati Arabi. Tramite Al Habtoor Group, nel 2010 ha sviluppato una serie di sviluppi tematici a Dubai, tra cui una catena di strutture ricettive per il turismo come Al Habtoor City, Al Habtoor Business Tower e Waldorf Astoria Dubai Palm Jumeirah. È membro della Khalaf Ahmad Al Habtoor Foundation (KAHF), fondata dal padre.

Tutto questo rende l’idea che Mohammed Bin Khalaf Al Habtoor è una voce esperta in gestione dell’economia e, avendo diverse proprietà in Libano, partecipa attivamente all’economia nazionale, a proposito della quale ha espresso non poche riserve sulla situazione economica: “Ho cercato ripetutamente, e con tutti i mezzi, di trasmettere un messaggio onesto e sincero, a coloro che hanno il potere decisionale in Libano, per una paura genuina per un Paese che tutti amiamo e che speriamo tornerà a essere quello che era. Il Libano non ha bisogno di prestiti condizionati che potrebbero incatenarlo per decenni a venire. Piuttosto, ha bisogno di una volontà di ricostruire la fiducia a livello locale e internazionale, e di un ambiente stabile che motivi gli investitori e incoraggi i libanesi a rimanere invece di emigrare".

Ha poi aggiunto: "I prestiti del Fondo Monetario Internazionale o della Banca Mondiale non sono una soluzione per il Libano, ma piuttosto un peso aggiuntivo che lo opprimerà ancora di più di quanto lo sia oggi. La dolorosa verità è che il Libano, nelle attuali circostanze, non può beneficiare di alcun sostegno finanziario esterno finché non avrà sicurezza e protezione, e finché persisteranno le stesse politiche che lo hanno portato sull'orlo del collasso, come la mancanza di trasparenza, la cattiva gestione delle risorse, l'assenza di una visione economica sostenibile e di un ambiente legale e istituzionale sicuro per gli investimenti. Qual è lo scopo dei prestiti se poi vanno sprecati? Qual è il senso della riforma se non è accompagnata da una vera volontà di costruire uno Stato con istituzioni capaci di prendere decisioni chiare e responsabili? I prestiti non sono la soluzione se non sono abbinati a una riforma completa. Piuttosto, potrebbero esacerbare la crisi e gravare il futuro delle generazioni future con più debiti e deficit. La stabilità non può essere comprata con il debito, ma piuttosto costruita sulla fiducia, sulla trasparenza e su decisioni che diano priorità agli interessi del Libano sopra ogni altra cosa. Non bisogna scommettere sui prestiti, ma su un cambiamento di pensiero e di approccio. Riconquistate il Libano prima che sia perduto per sempre”.

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