Assadakah News - Il piano dell'Egitto per la ricostruzione di Gaza adottato dal vertice della Lega araba si articola in tre fasi principali: misure provvisorie, ricostruzione e governance.
La prima fase, come riporta Al Jazeera, durerebbe circa sei mesi, mentre le due fasi successive si svolgerebbero in un arco di tempo complessivo di quattro o cinque anni. L'obiettivo è ricostruire Gaza, che Israele ha quasi completamente distrutto, mantenere la pace e la sicurezza e riaffermare la governance dell'Autorità Nazionale Palestinese a Gaza dopo 17 anni. Un periodo provvisorio di sei mesi richiederebbe a un comitato di tecnocrati palestinesi, operanti sotto la direzione dell'Autorità Nazionale Palestinese (ANP), di sgomberare le macerie da Salah al-Din Street, la principale autostrada nord-sud della Striscia di Gaza. Una volta ripulite le strade, verranno costruite 200mila unità abitative temporanee per ospitare 1,2 milioni di persone e saranno restaurati circa 60mila edifici danneggiati.

Secondo il progetto, la ricostruzione a lungo termine richiederà altri quattro o cinque anni dopo il completamento delle misure provvisorie. In tale arco di tempo, il piano mira a costruire almeno 400mila case permanenti, nonché a ricostruire il porto marittimo e l'aeroporto internazionale di Gaza. Gradualmente verrebbero ripristinati anche i servizi essenziali quali l'acqua, il sistema di smaltimento dei rifiuti, i servizi di telecomunicazione e l'elettricità. Il piano prevede inoltre l'istituzione di un Consiglio direttivo e di gestione, che rappresenterebbe un fondo finanziario a sostegno dell'organismo di governo ad interim di Gaza. Inoltre, si terranno conferenze ai donatori internazionali per raccogliere i fondi necessari alla ricostruzione e allo sviluppo a lungo termine della Striscia. Il piano prevede che un gruppo di "tecnocrati palestinesi indipendenti" gestisca gli affari a Gaza, sostituendo di fatto Hamas. Secondo il presidente egizia no al-Sisi, il governo tecnico sarebbe responsabile della supervisione degli aiuti umanitari e di spianare la strada all'amministrazione di Gaza da parte dell'Autorità Nazionale Palestinese. Il piano non menziona le elezioni, ma, intervenendo al vertice, il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese Mahmoud Abbas ha affermato che queste potrebbero aver luogo l'anno prossimo, se le circostanze lo consentiranno.
Sul fronte della sicurezza, Egitto e Giordania si sono entrambi impegnati ad addestrare ufficiali di polizia palestinesi e a dispiegarli a Gaza. I due paesi hanno anche chiesto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di prendere in considerazione l'autorizzazione di una missione di mantenimento della pace per supervisionare la governance a Gaza fino al completamento della ricostruzione. L'Egitto chiede 53 miliardi di dollari per finanziare la ricostruzione di Gaza, stanziati in tre fasi. Nella prima fase di sei mesi, la rimozione delle macerie da Salah al-Din Street, la costruzione di alloggi temporanei e il restauro delle case parzialmente danneggiate costerebbero 3 miliardi. La seconda fase richiederebbe due anni e costerebbe 20 miliardi. Il lavoro di rimozione delle macerie continuerebbe in questa fase, così come l'istituzione di reti di servizi e la costruzione di più unità abitative. La terza fase costerebbe 30 miliardi e richiederebbe due anni e mezzo. Comprenderebbe il completamento degli alloggi per l'intera popolazione di Gaza, la creazione della prima fase di una zona industriale, la costruzione di porti pescherecci e commerciali e la costruzione di un aeroporto, tra gli altri servizi. Secondo il piano, sottolinea in conclusione Al Jazeera, il denaro verrà reperito da diverse fonti internazionali, tra cui le Nazioni Unite e organizzazioni finanziarie internazionali, nonché investimenti esteri e del settore privato.
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