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Lega Araba – Preoccupazione per la crisi Ryadh-Beirut

Assadakah - La crisi diplomatica fra Arabia Saudita, Bahrein, Kuwait ed Emirati da una parte, e il Libano dall’altra, preoccupa profondamente la Lega Araba che, attraverso il segretario generale Ahmed Aboul Gheit, ha lanciato un appello ai Paesi del Golfo a "riflettere sulle misure annunciate per evitare ulteriori effetti negativi sull'economia libanese al collasso". Le tensioni sono palpabili, poiché i Paesi del Golfo hanno espulso gli ambasciatori libanesi dal proprio territorio, richiamando anche i propri rappresentanti a Beirut.

La crisi è stata innescata dalle dichiarazioni rilasciate in una intervista televisiva dal ministro dell'informazione libanese, George Qordahi, e relative alla guerra in Yemen, che da anni vede coinvolti in prima linea Arabia Saudita ed Emirati contro gli Houthi filo-iraniani.

Parlando durante un programma trasmesso lunedì scorso dalla tv Al Jazeera di proprietà del Qatar, Qordahi ha accusato Ryadh e Abu Dhabi di condurre un'aggressione contro il popolo yemenita, difendendo implicitamente gli insorti Huthi e la coalizione regionale filo-iraniana.

Mentre gli Emirati per ora si sono limitati a richiamare il proprio ambasciatore in Libano, l'Arabia Saudita ha invece annunciato anche l'interruzione delle importazioni provenienti dal Libano, già afflitto da due anni dalla peggiore crisi economica degli ultimi decenni e formalmente in default finanziario dal marzo del 2020.

La decisione odierna del Kuwait, si legge nel comunicato del governo dell'emirato arabo del Golfo, si basa anche sull'"incapacità del governo della Repubblica libanese di adottare le misure necessarie per scoraggiare le continue e crescenti operazioni di contrabbando di droga verso il Kuwait e il resto Consiglio di cooperazione del Golfo".

E questo è in riferimento alle periodiche intercettazioni negli aeroporti sauditi e di altri Paesi arabi del Golfo di carichi di anfetamine Captagon provenienti dal Libano ma fabbricate nella vicina Siria.

Il Regno wahabita ieri ha ordinato l'espulsione dell'ambasciatore di Beirut e ha vietato l'import di tutti i prodotti libanesi, richiamando in patria il proprio rappresentante diplomatico per "consultazioni". Decisione seguita poco dopo dal Bahrein.

Il premier Najib Mikati si è detto "profondamente dispiaciuto" per la decisione di Ryadh, assicurando che continuerà a "lavorare per risolvere" la crisi diplomatica. Il capo di governo, in carica da meno di due mesi dopo oltre un anno di vuoto governativo.

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