Assadakah News – In occasione della Giornata Internazionale della Solidarietà con il popolo palestinese, il segretario generale della Lega degli Stati Arabi, Ahmed Aboul Gheit, così si è espresso: “Eccellenze, Signore e Signori, saluto tutti voi, e vi do il benvenuto a «Beit Al Arab» (sede della Lega Araba) nella Giornata Internazionale di Solidarietà con il Popolo Palestinese che il del Popolo Palestinese e della sua giusta causa, e affermiamo il nostro continuo e pieno sostegno ai loro legittimi e inalienabili diritti, in primis il diritto all'autodeterminazione e all'istituzione del proprio stato indipendente con capitale Gerusalemme Est
È un giorno in cui ci alziamo in piedi in segno di rispetto e stima nei confronti della volontà e la lotta di questo popolo risoluto e militante, e in cui inviamo un messaggio di solidarietà e speranza a tutti i Palestinesi. I recenti sviluppi hanno reso il mondo più consapevole della legittima lotta dei Palestinesi, nonché più conscio delle condizioni dell'occupazione razzista che affrontano con coraggio, determinazione e incrollabile fede nella giustezza della propria causa. E per la prima volta, abbiamo cominciato a sentire parole come “discriminazione razziale” e “sfollamento forzato” ripetute dai media internazionali e in varie piattaforme per fare riferimento alle atrocità che si verificano nella Palestina occupata, a Gerusalemme Est, a Sheikh Jarrah e Silwan e in altri quartieri palestinesi, o a Gaza occupata, che nel maggio scorso è stata oggetto di una devastante campagna militare, che ha provocato la morte di 259 palestinesi, tra cui 66 bambini. La popolazione di Gaza sta ancora soffrendo a causa dell’assedio israeliano disumano e oppressivo.
Siamo di fronte a un governo israeliano che incarna i concetti della destra nella sua forma più razzista e arrogante. Non crede nella soluzione dei due Stati, né nel diritto del Popolo Palestinese all'autodeterminazione. Il suo programma principale è l'espansione degli insediamenti, la giudaizzazione e la repressione dei Palestinesi L’ampio consenso internazionale sulla soluzione dei due Stati come unica base per un accordo definitivo, non è stato purtroppo capace di trasformare questa convinzione in una realtà tangibile, lasciando che il governo israeliano continuasse a imporre le sue percezioni intrise di estremismo di destra e intransigenza ideologica.
Bloccare la strada di fronte ai Palestinesi che desiderano la pace e la convivenza avrà gravi ripercussioni sul futuro di questa regione e sulla possibilità di godere di pace e stabilità. Infatti, contare sul perdurare dello status quo per sempre non è che un'illusione e un miraggio. L'opportunità di attuare la soluzione dei due Stati non rimarrà valida o disponibile a lungo, soprattutto perché gli elementi di questa soluzione vengono erosi sul terreno, poiché l'occupazione la sta minando quotidianamente attraverso il rosicchiamento dei territori palestinesi e la giudaizzazione. Le alternative alla soluzione dei due Stati metteranno lo stesso occupante in un dilemma politico, morale ed esistenziale, e non appare chiaro che si renda conto di quanto questo sia pericoloso.
Signore e Signori, è ora di passare dalla gestione dei conflitti e dalle soluzioni temporanee ad una soluzione definitiva e permanente. Rilevo qui quanto affermato nel discorso di Sua
Eccellenza il Presidente Mahmoud Abbas, Presidente della Palestina, nella 76° sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, riguardo al raggiungimento della pace con una road map, e mettiamo in guardia sulle conseguenze derivanti dal trascurare o ignorare tali affermazioni. Il suddetto discorso ha posto la comunità internazionale di fronte alle sue responsabilità con la necessità di attuare ed applicare le risoluzioni di legittimità internazionale e preservare le residue opportunità della soluzione dei due Stati. La comunità internazionale è chiamata qui a fornire tutte le forme di sostegno e assistenza affinché il Quartetto Internazionale possa ripristinare il proprio ruolo e svolgere il proprio dovere nei confronti di questa causa che riguarda la pace e la sicurezza internazionali. Chiediamo la convocazione di una Conferenza Internazionale di Pace che incarni la volontà internazionale e la coscienza globale che rifiuta il perdurare dell'ultimo regime coloniale nella storia umana, portando alla fine dell'occupazione israeliana e alla creazione di uno Stato Palestinese indipendente e sovrano sulle linee del 1967 con capitale Gerusalemme Est, in accordo con i riferimenti internazionali adottati e le risoluzioni delle Nazioni Unite e l'Iniziativa Araba di Pace.
Onorevoli partecipanti, Rivolgiamo un saluto di stima a tutte le persone libere del mondo che sono solidali con il Popolo Palestinese e che sostengono la sua giusta causa, e salutiamo tutti i Palestinesi ovunque si trovino, specialmente nei territori palestinesi occupati, per la loro fermezza e salda volontà, e per la loro resistenza coraggiosa di fronte all'occupazione, all'aggressione e al terrorismo, e la giusta causa palestinese rimarrà la causa di tutte le persone libere nel mondo fino a quando il Popolo Palestinese non avrà riacquistato la propria libertà e indipendenza. Grazie”.
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