Talal Khrais – La situazione è diventata prioritaria, e la Lega Araba ha deciso una convocazione di emergenza domani, 11 maggio, a livello do ministri degli Esteri dei Paesi membri, per trovare una soluzione alla crescente tensione e alle continue repressioni attuate da Israele a Gerusalemme Est. Sabato, l'Autorità Nazionale Palestinese (ANP) ha chiesto una riunione urgente della Lega Araba a livello di rappresentanti permanenti per discutere degli ultimi fatti avvenuti a Gerusalemme, secondo quanto ha detto l'ambasciatore palestinese in Egitto, e rappresentante permanente presso la Lega araba, Diab al-Louh. Nell'incontro si "discuterà dell'attacco israeliano ai fedeli nei cortili della moschea di Al-Aqsa, oltre ai piani per sequestrare case appartenenti a cittadini palestinesi nel quartiere di Sheikh Jarrah, nel tentativo di svuotare la Città Santa della sua popolazione palestinese e cambiare l'attuale status quo legale e storico".
Al-Louh ha spiegato che "l'incontro deve portare a decisioni e misure pratiche che possano affrontare questa realtà catastrofica senza precedenti". Il diplomatico ha esortato la comunità internazionale a fornire la protezione necessaria al popolo palestinese. Il "recente attacco israeliano alla moschea di Al-Aqsa richiede un'azione immediata per prevenire ulteriori violenze e terrorismo da parte dei coloni israeliani contro il popolo palestinese", ha concluso.
Nella notte tra venerdì e sabato gli scontri tra palestinesi e polizia israeliana presso la spianata delle moschee hanno provocato il ferimento di oltre 200 palestinesi e di 17 agenti. Gli scontri sono proseguiti anche nella serata tra sabato e domenica, provocando il ferimento di un centinaio di palestinesi. L'Unione europea e gli Stati Uniti hanno invitato alla moderazione dopo gli scontri degli ultimi giorni a Gerusalemme. Egitto, Tunisia, Turchia, Arabia Saudita e Governo di Unità Nazionale libico, tra gli altri, hanno condannato le azioni della polizia israeliana, e lo stesso re Abdallah di Giordania ha profondamente criticato le violazioni di Israele che “devono cessare immediatamente”, e ha avuto un colloquio telefonico con il presidente palestinese Abu Mazen, devono cessare subito.
Poco dopo il ministero degli Esteri giordano – come riferisce l'agenzia si Stato Petra - ha convocato l'incaricato di affari israeliano ad Amman al quale è stata espressa "la condanna del governo giordano per le continue violazioni a danno della Santa Moschea di Al-Aqsa, gli attacchi ai fedeli e agli abitanti di Gerusalemme, specialmente a Sheikh Jarrah".
Secondo la nostra redazione ad Amman, centinaia di dimostranti invocano l'espulsione dell'ambasciatore. Il 9 maggio, nella capitale giordana, centinaia di persone hanno partecipato, presso la sede dell'ambasciata israeliana, a una manifestazione di solidarietà con i palestinesi di Gerusalemme. Media locali riferiscono che i dimostranti hanno scandito a lungo slogan di condanna al comportamento tenuto dalla polizia israeliana durante le preghiere nella Moschea Al-Aqsa, turbate da estesi scontri fra i fedeli e gli agenti, e hanno manifestato in favore dell'espulsione dell'ambasciatore israeliano.
L'Egitto ha invitato le autorità israeliane a ridurre l'escalation della situazione a Gerusalemme. Lo ha annunciato il ministero degli Esteri in un comunicato stampa, diramato dopo l'incontro tra l'assistente del ministro degli Esteri, ambasciatore Nazeh al Nagari, e l'ambasciatore d'Israeliano al Cairo, Amira Oron, alla presenza dell'ambasciatore Hossam Ali, direttore della Divisione israeliana presso il ministero degli Esteri egiziano. Durante l'incontro, la parte egiziana ha ribadito la posizione del Cairo che rifiuta e denuncia l'assalto alla moschea di al-Aqsa. L'Egitto ha anche sottolineato la necessità di rispettare i luoghi santi islamici a Gerusalemme, oltre a fornire protezione ai civili palestinesi e mantenere i loro diritti nello svolgimento dei loro riti religiosi. Entrambi i diplomatici egiziani hanno anche ribadito le preoccupazioni per l'escalation in corso, chiedendo a Israele di assumersi le proprie responsabilità e ripristinare la sicurezza a Gerusalemme.
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