Assadakah News - Assadakah News pubblica il testo integrale del comunicato finale del vertice convocato dalla Lega Araba al Cairo, il 4 marzo: “Approvazione del piano egiziano per ricostruire Gaza”.

“Siamo i leader dei Paesi arabi e, sulla base della nostra profonda consapevolezza della gravità della fase che sta attraversando la nostra regione, soprattutto per quanto riguarda la questione palestinese, affermiamo che questa rimane la questione centrale del mondo arabo e anche la questione di tutti i paesi e i popoli che anelano alla pace, che prendono la giustizia come linea guida, il diritto come via, e la libertà come obiettivo, e nell’affermazione della nostra unità di fronte a tutti i tentativi di violazione dei diritti umani.
Al popolo palestinese, e in continuazione del nostro sostegno per porre fine all’ingiustizia storica inflitta loro come un modo per raggiungere una pace giusta, in segno di rispetto per la lotta di generazioni e in apprezzamento della leggendaria fermezza del popolo palestinese durante quindici mesi di fronte all’aggressione e alle politiche disumane.
Sottolineando gli esiti del Summit arabo tenutosi a Manama il 16 maggio 2024 e quanto contenuto nella Dichiarazione del Bahrain sulla nostra fede nei valori della tolleranza e della convivenza umana, del rispetto reciproco tra le nazioni e i popoli del mondo, del sostegno al dialogo e della comprensione tra religioni, culture e civiltà, e nella promozione della pace e della stabilità globale, e l’appello incluso nell’appello a dispiegare una forza internazionale di protezione e mantenimento della pace delle Nazioni Unite nel territorio palestinese occupato fino all’attuazione della soluzione a due Stati, e la nostra volontà di aderire alla solidarietà e alla solidarietà per affrontare collettivamente le attuali sfide eccezionali.

Ci siamo incontrati al Cairo martedì 4 marzo 2025, corrispondente al 4 Ramadan 1446, in risposta a un invito di Sua Eccellenza il Presidente Abdel Fattah El-Sisi, Presidente della Repubblica Araba d'Egitto, e in coordinamento con Sua Maestà il Re Hamad bin Isa Al Khalifa, Re del Regno del Bahrein, Presidente della trentatreesima sessione ordinaria a livello di vertice, e su richiesta dello Stato di Palestina di tenere un vertice straordinario per discutere i gravi sviluppi testimoniato dalla questione palestinese nell’ultima fase.
Mentre estendiamo i nostri saluti di riverenza e apprezzamento al popolo palestinese per la sua fermezza e adesione alla sua terra, come è stato evidente nella scena storica del ritorno dei residenti della Striscia di Gaza alle loro case, soprattutto nel nord della Striscia di Gaza, dopo l’annuncio dell’inizio dell’attuazione dell’accordo di cessate il fuoco, impegniamoci a continuare ad attuare tutte le precedenti decisioni del precedente Consiglio della Lega degli Stati Arabi a livello di vertice relative alla questione palestinese.
Il vertice arabo d’emergenza ha deciso: 1) Sottolineando che la nostra scelta strategica è quella di raggiungere una pace giusta e globale che soddisfi tutti i diritti del popolo palestinese, in particolare il diritto alla libertà e ad uno stato indipendente con sovranità sul territorio nazionale basato sulla soluzione dei due Stati, e il diritto al ritorno per i rifugiati palestinesi e garantisca la sicurezza per tutti i popoli e i paesi della regione, compreso Israele, sulla base dell'Iniziativa di pace per l'anno 2002, che esprime con fermezza e chiarezza l'impegno dei paesi arabi a risolvere tutte le cause di conflitto e di conflitto nella regione al fine di realizzare la pace e la coesistenza e di stabilire relazioni normali basate sulla cooperazione tra tutti i loro paesi. Sottolineando il nostro rifiuto permanente di tutte le forme di violenza, estremismo e terrorismo che mirano a destabilizzare la sicurezza e la stabilità e sono in contrasto con i valori e i principi umanitari e le leggi internazionali.

2) Intensificare la cooperazione con le potenze internazionali e regionali, compresi gli Stati Uniti d'America, al fine di raggiungere una pace giusta e globale nella regione, e nel contesto del lavoro per porre fine a tutti i conflitti in Medio Oriente, affermando al contempo la disponibilità a impegnarsi immediatamente con l'amministrazione americana e tutti i partner della comunità internazionale, per riprendere i negoziati di pace con l'obiettivo di raggiungere una soluzione giusta e globale alla questione palestinese, sulla base della fine dell'occupazione israeliana e dell'incorporazione dello Stato palestinese sulla base di una soluzione. I due Stati, in conformità con le risoluzioni di legittimità internazionale, garantiscono la creazione di uno Stato palestinese indipendente e sovrano sulla falsariga del 4 giugno 1967, con Gerusalemme Est come capitale, per vivere in sicurezza e pace accanto a Israele, e chiedono una conferenza internazionale per istituire lo Stato palestinese.
3) Confermando la chiara posizione araba, che è stata sottolineata più volte, anche nella Dichiarazione del Bahrein rilasciata il 16 maggio 2024, di rifiutare categoricamente qualsiasi forma di spostamento del popolo palestinese da o all'interno della sua terra, e con qualsiasi nome, circostanza, giustificazione o pretesa, considerandolo una grave violazione del diritto internazionale, un crimine contro l'umanità e una pulizia etnica, oltre a condannare le politiche di fame e terra bruciata volte a costringere il popolo palestinese a lasciare la propria terra, con enfasi, è necessario che Israele, potenza occupante, aderisca alle pertinenti risoluzioni di legittimità internazionale, che respingono qualsiasi tentativo di modificare la composizione demografica del Territorio Palestinese. 4) Condannando la recente decisione del governo israeliano di cessare l'invio di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e di chiudere i valichi utilizzati per le operazioni di soccorso, sottolineando che tali misure costituiscono una violazione dell'accordo di cessate il fuoco, del diritto internazionale e del diritto umanitario internazionale, compresa la IVa Convenzione di Ginevra, ed esprimendo il rifiuto dell'uso da parte di Israele di armi d'assedio e della fame di civili perraggiungere obiettivi politici.

5- Avvertire in questo contesto che qualsiasi tentativo peccaminoso di sfollare il popolo palestinese o tentativo di annettere qualsiasi parte del territorio palestinese occupato porterebbe la regione in una nuova fase di conflitti, minerebbe le possibilità di stabilità ed espanderebbe la portata del conflitto per estenderlo ad altri paesi della regione, il che rappresenta una chiara minaccia alle basi della pace in Medio Oriente, e minerebbe le sue prospettive future ed elimina l’ambizione di coesistenza tra i popoli della regione, a questo proposito, sottolineiamo gli sforzi che ricadono sulle spalle del Regno hascemita di Giordania e della Repubblica araba d’Egitto nell’affrontare i pericoli di sfollamento e di liquidazione della causa palestinese. 6) Adozione del piano presentato dalla Repubblica Araba d'Egitto - in pieno coordinamento con lo Stato di Palestina e i paesi arabi e sulla base di Per gli studi condotti dalla Banca Mondiale e dal Fondo delle Nazioni Unite per lo sviluppo - riguardanti il rapido recupero e la ricostruzione di Gaza come piano arabo globale, e il lavoro per fornire tutti i tipi di sostegno finanziario, materiale e politico per la sua attuazione, oltre a sollecitare la comunità internazionale e le istituzioni finanziarie internazionali e regionali a fornire rapidamente il sostegno necessario per il piano, e sottolineando che tutti questi sforzi procedono parallelamente al lancio di un percorso politico e di un orizzonte per una soluzione giusta e permanente con l’obiettivo di realizzare le legittime aspirazioni del popolo palestinese di stabilire il proprio Stato e vivere in pace e sicurezza. 7) Sottolineando la massima priorità per completare l’attuazione dell’accordo di cessate il fuoco per la sua seconda e terza fase, e l’importanza dell’impegno di ciascuna parte, che mantenga i propri impegni, in particolare il partito israeliano, in modo tale da portare alla cessazione permanente dell’aggressione contro Gaza e al completo ritiro di Israele dalla Striscia di Gaza, compreso l’asse “Filadelfia”, e garantire un accesso sicuro, sufficiente e tempestivo agli aiuti umanitari, ai ripari e agli aiuti medici, senza ostacoli e la distribuzione di tali aiuti in tutta la Striscia di Gaza, e facilitando il ritorno della popolazione della Striscia di Gaza alle loro zone e alle loro case, prendendo atto del ruolo positivo svolto dall’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump nel raggiungere un accordo di cessate il fuoco a Gaza e nel rilasciare ostaggi e detenuti in collaborazione con la Repubblica araba d’Egitto e lo Stato del Qatar, e basandosi su tali sforzi lavorando con il presidente degli Stati Uniti per sviluppare un piano di attuazione integrato per l’Iniziativa di pace araba. 8) Accogliamo favorevolmente lo svolgimento di una conferenza internazionale al Cairo, quanto prima possibile, per il recupero e la ricostruzione della Striscia di Gaza, in cooperazione con lo Stato di Palestina e le Nazioni Unite, e sollecitando la comunità internazionale a parteciparvi per accelerare la riabilitazione e la ricostruzione della Striscia di Gaza dopo la devastazione causata dall'aggressione israeliana, e lavorando per creare un fondo fiduciario che riceverà impegni finanziari da tutti i paesi donatori e istituzioni finanziarie, allo scopo di attuare progetti di recupero e ricostruzione.

9) Coordinamento nell’ambito del Comitato Ministeriale Congiunto Arabo-Islamico per condurre comunicazioni e realizzare le visite necessarie nelle capitali internazionali per spiegare il piano arabo per la ricostruzione della Striscia di Gaza e per esprimere la posizione che aderisce al diritto del popolo palestinese a rimanere sulla propria terra e al suo diritto all’autodeterminazione. Oltre ad incaricare i ministri degli Esteri arabi e il segretario generale della Lega di muoversi rapidamente a livello internazionale, soprattutto nelle Nazioni Unite e con i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza in coordinamento con i membri arabi non permanenti del Consiglio di Sicurezza, Algeria e Somalia, come parte dei loro sforzi concreti per sostenere le questioni arabe in generale e la questione palestinese in particolare, al fine di discutere le mosse e le misure che possono essere adottate di fronte ai tentativi di liquidare la questione palestinese, oltre a lavorare per la pressione internazionale per imporre il ritiro di Israele da tutti i territori occupati, compresi quelli in Siria e Libano, attraverso il necessario coordinamento attraverso i consigli degli ambasciatori arabi e le delegazioni della Lega Araba in varie capitali.
10) Accogliere con favore la decisione palestinese di formare, sotto l'egida del governo palestinese, il Comitato di Amministrazione di Gaza, composto da professionisti qualificati. Ricostruire la Striscia, per un periodo di transizione, insieme al lavoro per consentire all’Autorità Nazionale di tornare a Gaza, come incarnazione dell’unità politica e geografica dei territori palestinesi occupati nel 1967; Oltre ad apprezzare la proposta presentata dal Regno hascemita di Giordania e dalla Repubblica araba d'Egitto di qualificare e formare i quadri della polizia palestinese per garantire la loro capacità di svolgere i propri compiti per la sicurezza nella Striscia di Gaza in tutta la sua estensione, sottolineando a questo proposito che il problema della sicurezza è una responsabilità puramente palestinese e deve essere gestito dalle sole istituzioni palestinesi legittime in conformità con il principio di una legge e un’arma legittima, con il pieno sostegno della comunità internazionale. 11 Invitare il Consiglio di Sicurezza a schierare forze internazionali di mantenimento della pace che contribuiscano a garantire la sicurezza per i popoli palestinese e israeliano sia in Cisgiordania che nella Striscia di Gaza, a condizione che ciò avvenga nel contesto del rafforzamento dell'orizzonte politico per incarnare lo Stato palestinese.

12) Accogliere favorevolmente i continui sforzi dello Stato di Palestina nel quadro di una riforma globale a tutti i livelli, e lavorando per costruire istituzioni forti e sostenibili in grado di soddisfare le aspirazioni del popolo palestinese e la sua richiesta di tenere elezioni legislative e presidenziali il prima possibile, quando le condizioni saranno mature, e la leadership palestinese, attraverso il programma del governo, continuando ad attuare riforme fondamentali volte a migliorare la qualità dei servizi pubblici, far avanzare l’economia, dare potere alle donne e ai giovani e rafforzare lo stato di diritto e i principi di trasparenza, responsabilità e consapevolezza che gli sforzi di riforma all’interno dello Stato di Palestina e dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina sono passi necessari per consentire alle istituzioni nazionali palestinesi di svolgere i propri compiti in modo efficace di fronte alle sfide, mantenere l’unità del processo decisionale nazionale e migliorare la capacità del popolo palestinese di resistere e realizzare le proprie legittime aspirazioni di libertà e indipendenza. Sottolineando l’importanza di unificare le file palestinesi e i vari partiti nazionali palestinesi sotto l’egida dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, il legittimo e unico rappresentante per il popolo palestinese. Chiedere la fine dell’aggressione israeliana in Cisgiordania, compresi gli insediamenti, l’apartheid, la demolizione delle case, la confisca delle terre, la distruzione delle infrastrutture, le incursioni militari nelle città palestinesi e la violazione della sacralità dei luoghi santi, e affermare il completo rifiuto e la condanna di qualsiasi tentativo di sfollare internamente i palestinesi dai campi e dalle città della Cisgiordania o di annettere parti della Cisgiordania sotto qualsiasi nome o pretesto, il che rischia di far esplodere l’intera situazione in un modo senza precedenti, rendendo così la situazione regionale più infiammata e complicata.

14) Appello, con l'avvento del mese sacro del Ramadan, a ridurre l'escalation in tutte le parti del territorio palestinese occupato, ponendo fine ai discorsi e alle pratiche che incitano all’odio e alla violenza, che condanna fermamente, e chiedendo la necessità di consentire ai fedeli di raggiungere la benedetta Moschea di Al-Aqsa e di praticare i loro rituali religiosi liberamente e in sicurezza, in modo da preservare lo status giuridico e storico esistente nei luoghi santi islamici e cristiani nella Gerusalemme occupata, e sottolineando la necessità di rispettare il ruolo del Dipartimento giordano delle dotazioni di Gerusalemme e degli affari della Beata Moschea di Al-Aqsa, poiché ha l’autorità esclusiva di gestire tutti gli affari della Moschea di Al-Aqsa nel quadro della storica custodia hashemita dei luoghi santi, e anche di sottolineare il ruolo del Comitato di Gerusalemme e dell’Agenzia Bayt Mal Al-Quds Al-Sharif. 15) Sostenere gli sforzi della coalizione internazionale per attuare la soluzione dei due Stati, guidata dal Regno dell'Arabia Saudita, in qualità di presidente del Comitato congiunto arabo-islamico su Gaza, Unione Europea e Norvegia; E la partecipazione attiva alla conferenza internazionale per risolvere la questione palestinese e attuare la soluzione dei due Stati, presieduta dal Regno di Arabia Saudita e Francia, prevista per giugno 2025 presso la sede delle Nazioni Unite a New York. 16) Sottolineare il ruolo vitale e insostituibile dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi (UNRWA) nell'adempimento del mandato conferitole dalla risoluzione delle Nazioni Unite che la istituisce nelle sue cinque aree di operazioni, in particolare in Cisgiordania, a Gerusalemme Est e nella Striscia di Gaza, e invitando la comunità internazionale e i paesi amanti della pace a fornire sostegno politico e risorse legali e finanziarie per garantire che continui a svolgere i propri compiti e per esigere che le Nazioni Unite prendano una posizione ferma riguardo all’ostacolare il ruolo di una delle sue agenzie specializzate dall’esercizio delle sue responsabilità e doveri umanitari e per respingere qualsiasi tentativo o misura per ridurre o annullare il suo ruolo, nell’ambito dei piani sistematici per liquidare la questione dei rifugiati; Coloro che hanno diritto al ritorno nel proprio Paese, sottolineando in questo contesto la condanna delle due leggi approvate dalla Knesset israeliana nell'ottobre 2024 per mettere al bando l'agenzia UNRWA, che è la mossa israeliana riflette un inaccettabile disprezzo nei confronti delle Nazioni Unite e dell’intera comunità internazionale. Ciò include insediamenti, apartheid, demolizione di case, confisca di terre, distruzione di infrastrutture, incursioni militari nelle città palestinesi, violazione della sacralità dei luoghi santi, affermazione del rifiuto totale e condanna di qualsiasi tentativo di sfollamento interno dei palestinesi dai campi e dalle città della Cisgiordania o di annessione di parti della Cisgiordania sotto qualsiasi nome o pretesto, che minaccia di esplodere. L’intera situazione non ha precedenti e rende la situazione regionale ancora più instabile e complessa.

14) Chiedere, con l'avvento del mese benedetto del Ramadan, di ridurre l'escalation in tutto il territorio palestinese occupato, anche ponendo fine ai discorsi e alle pratiche che incitano all'odio e alla violenza, che condanna fermamente, e chiedendo che ai fedeli sia consentito raggiungere la moschea benedetta di Al-Aqsa e praticare i loro rituali religiosi liberamente e in sicurezza, in modo da preservare lo status giuridico e storico esistente dei luoghi santi islamici e cristiani a Gerusalemme, e nei territori occupati, sottolineando la necessità di rispettare il ruolo dell'Amministrazione giordana delle dotazioni di Gerusalemme e degli affari della Beata Moschea di Al-Aqsa, poiché ha l'autorità esclusiva di gestire tutti gli affari della Moschea di Al-Aqsa nel quadro della storica custodia hashemita dei luoghi santi, e sottolineando anche il ruolo del Comitato di Gerusalemme e dell'Agenzia Bayt Mal Al-Quds Al-Sharif. 15) Sostenere gli sforzi della coalizione internazionale per attuare la soluzione dei due Stati, guidata dal Regno dell'Arabia Saudita, in qualità di presidente del Comitato congiunto arabo-islamico su Gaza, Unione Europea e Norvegia; E la partecipazione attiva alla conferenza internazionale per risolvere la questione palestinese e attuare la soluzione dei due Stati, presieduta dal Regno di Arabia Saudita e Francia, prevista per giugno 2025 presso la sede delle Nazioni Unite a New York. 16) Sottolineare il ruolo vitale e insostituibile dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi (UNRWA) nell'adempimento del mandato conferitole dalla risoluzione delle Nazioni Unite che la istituisce nelle sue cinque aree di operazioni, in particolare in Cisgiordania, a Gerusalemme Est e nella Striscia di Gaza, invitando la comunità internazionale e i paesi amanti della pace a fornirgli sostegno politico, giuridico e finanziario per garantire che continui a svolgere i propri compiti, e invitando le Nazioni Unite ad assumere una posizione ferma per quanto riguarda l'ostacolo al ruolo di una delle sue agenzie specializzate, ha smesso di esercitare le sue responsabilità e i suoi doveri umanitari e ha respinto qualsiasi tentativo o misura volta a ridurre o cancellare il suo ruolo, nell’ambito dei piani sistematici volti a liquidare la questione dei rifugiati. Coloro che hanno il diritto di tornare nel proprio Paese, sottolineando in questo contesto la condanna delle due leggi approvate dalla Knesset israeliana nell’ottobre 2024 per vietare l’agenzia UNRWA, una mossa israeliana che riflette un inaccettabile disprezzo per le Nazioni Unite e la comunità internazionale nel suo insieme.

17) Chiedere, in collaborazione con le Nazioni Unite, di istituire un fondo internazionale per prendersi cura degli orfani di Gaza vittime della brutale aggressione israeliana, che contano circa 40.000 bambini, e di fornire assistenza e installare arti artificiali per migliaia di persone ferite, in particolare bambini che hanno perso gli arti, e di incoraggiare i paesi e le organizzazioni a proporre iniziative pertinenti simili all'iniziativa giordana "Restoring Hope" per sostenere gli amputati nella Striscia di Gaza. Proporre iniziative rilevanti, come l’iniziativa giordana “Restoring Hope” per sostenere gli amputati nella Striscia di Gaza. 18) Esortare gli Stati a impegnarsi ad attuare i due pareri consultivi della Corte internazionale di giustizia e le sue ordinanze riguardanti i crimini di Israele, la potenza occupante, sottolineando al contempo la necessità di perseguire tutti i responsabili delle gravi violazioni e dei crimini commessi in violazione del diritto del popolo palestinese, attraverso meccanismi di giustizia nazionali e internazionali e il richiamo al fatto che questi crimini non hanno prescrizione. E ritenere Israele legalmente e materialmente responsabile dei suoi crimini a Gaza e nel resto dei territori palestinesi occupati. 19) Nomina di un comitato giuridico composto dagli Stati arabi aderenti alla Convenzione del 1948 sulla prevenzione e la repressione del crimine di genocidio, per studiare se lo sfollamento del popolo palestinese dalla propria terra, l’espulsione, il trasferimento forzato, la pulizia etnica, la deportazione al di fuori dei territori palestinesi occupati e la creazione di condizioni di vita oppressive per la popolazione attraverso la distruzione diffusa, la punizione collettiva, la fame e il rifiuto di accesso al cibo e ai materiali di soccorso, siano considerati parte del crimine di genocidio. 20) Sottolineando la necessità di attuare l’accordo di cessate il fuoco in Libano con tutte le sue disposizioni e aderendo alla Risoluzione n. 1701 del Consiglio di Sicurezza, condannando le sue violazioni israeliane e chiedendo che Israele si ritiri completamente dal Libano verso i confini riconosciuti a livello internazionale, consegni i prigionieri detenuti nella recente guerra, ritorni all’impegno con le disposizioni dell’accordo di armistizio tra Libano e Israele del 1949 e stia dalla parte della Repubblica libanese e della sua sicurezza, stabilità e sovranità. 21) Condanna degli attacchi israeliani contro la Repubblica araba siriana e l'incursione nel suo territorio, che è considerata una flagrante violazione del diritto internazionale, un'aggressione contro la sovranità della Siria e una pericolosa escalation che aumenta la tensione e il conflitto, e invitando la comunità internazionale e il Consiglio di sicurezza ad agire immediatamente per attuare il diritto internazionale e obbligare Israele a fermare la sua aggressione e a ritirarsi dai territori siriani che ha occupato in chiara violazione dell’accordo di armistizio del 1974, ha riaffermato che le alture del Golan sono territorio siriano occupato e ha respinto la decisione di Israele di annetterle e imporre la propria sovranità su di esse. 22) Incaricare il Segretario Generale della Lega degli Stati Arabi di seguire l'attuazione di questa dichiarazione e di presentare un rapporto al riguardo al Vertice Arabo nella sua prossima 34a sessione ordinaria.
Grazie alla Repubblica Araba d'Egitto per aver ospitato il vertice di emergenza”.
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