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Immagine del redattoreRiham El shazly

Le scarpe da fiaba, il trend alert firmato Amina Muaddi


Riham El Shazly - Metà giordana e metà rumena, oggi Amina Muaddi è fra le designer di moda più quotate a livello internazionale, creatrice di uno stile assolutamente originale, risultato di un’educazione culturale e uno studio senza riserve, compiuto in particolare allo IED di Milano, dove si è specializzata in Fashion Communication. Successivamente ha fatto esperienza con Vogue Uomo, poi si è fatta le ossa nella grande palestra chiamata New York, con American GQ, poi a Parigi, ma ha successivamente deciso di tornare in Italia, a soli 24 anni, per realizzare il sogno di affermarsi come stilista di scarpe. A Riviera del Brenta, distretto famoso per la produzione di calzature di lusso, ha imparato il mestiere dagli artigiani locali. Nel 2013 è co-fondatrice del suo primo brand “Oscar Tiye” poi ha lavorato con Alexandre Vauthier e, nel 2018, lancia il secondo marchio che porta il suo nome, e che da subito riscontra il favore del pubblico. E ha colto nel segno, perché oggi il suo marchio è apprezzato anche da grandi nomi del jet set, fra cui Rihanna, Kendel Jenner, Dua Lipa.

Ricerca, creatività e volontà incrollabile, hanno portato Amina a un design che è allo stesso tempo principesco e di una semplicità estremamente studiata, elemento che nelle creazioni artistiche è fra i più difficili da raggiungere.

Il suo tocco personale è il cosiddetto tacco “flared”, ossia svasato, quello che si apre a campana. Un elemento piuttosto pratico perché non fa dondolare sul sottilissimo "spillo", e merito della forma e di un'altezza che non supera i 9,5 centimetri.

“Le mie scarpe, puoi indossarle con un abito o con un paio di jeans e stanno benissimo a prescindere, ogni scarpa è accuratamente progettata e realizzata per far sentire chi la indossa sicura di sé. Bisogna rimanere fedeli a sé stessi”, spiega Amina “se si permette a chiunque di influenzarci, non si avrà mai successo, perché non si sarà mai del tutto autentici. Serve ambizione e duro lavoro, ma è anche necessario pensare in modo diverso. Siate dei leader, non dei follower”.



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