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COMUNICATO STAMPA
Dopo gli ultimi drammatici eventi che hanno colpito anche il mio amato Libano, cantare Canzone per Beirut, è diventata un’urgenza. Erano anni, in verità, che desideravo farlo, già nel 2019 lo chiesi all’autore Eugenio Bennato, che mi invitò ad andare a Napoli per decidere insieme la tonalità. Mi organizzai, comprai i biglietti del treno, ma la sera prima un suo assistente mi comunicò che Eugenio era dovuto partire per il Marocco, per cause familiari, quindi rimandava alla settimana successiva. La vita ha voluto che in quei giorni, dal Libano, arrivarono interessanti opportunità, così, presa da quegli eventi mi lasciai trasportare nella nuova avventura.
In Libano, oltre a cantare con Ziad Rahbani, figlio di Fairuz, avrei dovuto realizzare dei concerti in cui cantavo in italiano, arabo e francese. Chiesi al produttore di poter mettere in repertorio Canzone per Beirut, ma secondo lui non era adatta per dei concerti estivi. Un po’ delusa rimandai, ma è sempre stato presente in me, come l’avrei cantata e come sarebbe stata la musica. Ho chiesto espressamente al pianista Paolo Bernardi di crearmi un’atmosfera che ricordava uno dei miei compositori preferiti: Satie; e in questo componimento dovevo avere la possibilità di far sentire la mia nostalgia per il Libano, il mio amore per Beirut, e la delusione di averla dovuta lasciare.
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Voglio tornare in Libano, e realizzare quei progetti e traguardi che mi ero prefissata, ma a causa della Rivoluzione del 2019 e poi del covid, non è stato possibile. E due dei miei desideri sono racchiusi in un catalogo, quello del Festival Internazionale di Baalbek del 2006, l’anno in cui scoppiò la guerra dei 34 giorni, e proprio in quei giorni la grande cantante Fairuz, avrebbe dovuto sostenere tre serate al Festival, furono annullate, causa di forza maggiore. Ecco, voglio tornare per conoscere Fairuz, e per avere la possibilità di cantare nella più bella cornice del Libano, quella dei Templi romani di Baalbek, nella valle della Beqaa. E non solo. Le più interessanti poesie che ho scritto in Libano, diventeranno un libro che verrà edito entro il 2025, e la pubblicazione sarà bilingue: arabo e italiano.
Tutti i miei amici libanesi dicono sempre che lo Stato Libanese dovrebbe darmi la cittadinanza onoraria, per quanto amo il Libano. Chissà, magari potrebbe accadere anche questo, io ne sarei felicissima e onorata.
CAN’T STOP STARS FROM SHINING, OR BEIRUT FROM RISING, è la frase che Bennato lesse in Libano su un muro tra le macerie della guerra del 2006, e questa è la frase del ritornello di Canzone per Beirut, ripetuto come un mantra. Ed io questo mantra lo canto tutti i giorni, perché in Libano voglio tornare. Vorrei che i libanesi cantassero con me: CAN’T STOP STARS FROM SHINING OR BEIRUT FROM RISING. Un immenso coro, un’energia potente, di ogni partito, di tutte le confessioni religiose, in ogni angolo del paese, uniti, senza conflitti, per un unico scopo.
E’ di oggi la notizia del nuovo governo libanese, 24 ministri di cui 5 sono donne. Auguro ai ministri di poter ricostruire insieme, solidali e compatti, il Libano e di riportarlo al suo splendore.
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