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La UE e i malati palestinesi

(Ali Abuniman, fondatore di Electronic Intifada) - All’interno di una campagna volta a soddisfare la lobby israeliana a Bruxelles, l’Unione Europea sta facendo soffrire i malati di cancro palestinesi. Lo fa trattenendo circa 230 milioni di dollari (214 milioni di euro) di finanziamenti già stanziati per sostenere i palestinesi che vivono sotto l’occupazione militare israeliana. Il Consiglio Norvegese per i Rifugiati ha dichiarato che dallo scorso anno il pagamento è stato trattenuto “poiché l’Unione Europea (UE) continua a condizionare il rilascio dei fondi a modifiche specifiche ai libri di testo scolastici palestinesi”.

La sospensione degli aiuti, che ricorda i tagli imposti dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump dopo il suo insediamento nel 2017, “sta paralizzando settori e servizi essenziali, inclusa l’assistenza sanitaria nella Gerusalemme Est occupata, con terribili conseguenze per i pazienti che necessitano di cure negli ospedali”, ha aggiunto l’organizzazione benefica.

“Queste restrizioni puniscono i malati terminali che non possono ottenere farmaci salvavita e costringono i bambini a soffrire la fame quando i genitori non possono permettersi di acquistare cibo”, ha affermato Jan Egeland, segretario generale del Consiglio Norvegese per i Rifugiati. Di conseguenza, almeno 500 nuovi pazienti oncologici non sono stati in grado di accedere a cure salvavita presso l’Ospedale Augusta Victoria di Gerusalemme Est. Altri stanno subendo gravi ritardi nel ricevere il trattamento necessario. Tali decisioni politiche sembrano essere in gran parte il risultato di una campagna condotta da Olivér Várhelyi, un alto funzionario della Commissione Europea, l’organo esecutivo dell’UE. Várhelyi ha promosso le bugie della lobby israeliana secondo cui i libri di testo palestinesi professano antisemitismo e “glorificano il terrorismo”.

Le bugie sui libri di testo palestinesi fanno parte di una lunga campagna di disinformazione da parte di Israele e dei suoi gruppi di lobby. La campagna mira a promuovere la ridicola affermazione che i palestinesi siano ostili a Israele non perché questa abbia brutalmente violato i loro diritti più fondamentali per decenni, ma perché nelle loro scuole vengono indottrinati all’odio per Israele e gli ebrei. Le false affermazioni sono anche uno strumento per esercitare una pressione costante sull’Autorità Palestinese affinché collabori con Israele.

Sebbene la campagna sia decollata negli Stati Uniti più di due decenni fa, più recentemente è stata ripresa dall’estrema destra europea filo-israeliana. In particolare, Várhelyi è stato nominato al suo incarico da Viktor Orbán, Primo Ministro della sua nativa Ungheria. Orbán ha diffuso retorica antisemita nelle campagne elettorali e ha conferito lo status di eroe a un collaborazionista nazista. Eppure, come ha notato David Cronin di The Electronic Intifada, Várhelyi deve ancora denunciare quelle manifestazioni di autentico fanatismo antiebraico.

Nonostante le affermazioni di Várhelyi siano false, con esse sta riuscendo in quello che forse è uno dei suoi obiettivi non dichiarati: far soffrire e forse anche morire i palestinesi più vulnerabili.

Mentre Israele continua ad attaccare e danneggiare i palestinesi, le élite dell’Unione Europea gli stanno pubblicamente assicurando il loro pieno sostegno.

All’inizio di questa settimana, Roberta Metsola, la Presidente del Parlamento Europeo, si è recata in Israele per un viaggio di alto profilo, dove ha incontrato il Presidente, il Primo Ministro e il Ministro degli Esteri. Metsola non ha espresso la minima critica per la brutale oppressione di Israele su milioni di palestinesi, ciò che i gruppi palestinesi, israeliani e internazionali per i diritti umani hanno definito Apartheid, uno dei crimini più efferati contro l’umanità elencati nello Statuto di Roma fondativo della Corte Penale Internazionale. Metsola si è invece rivolta al Parlamento israeliano, elogiandolo come un “tempio della democrazia”. Ignorando la recrudescenza dei crimini israeliani contro il popolo palestinese, compreso il recente, e successivo insabbiamento investigativo dell’omicidio della corrispondente di Al Jazeera Shireen Abu Akleh, Metsola ha esortato a “rafforzare ulteriormente il partenariato tra l’Unione Europea e Israele”.

L’unico riconoscimento pubblico dell’esistenza dei palestinesi da parte di Metsola è stata una rapida visita a Ramallah occupata da Israele per incontrare il Presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas. Il sostegno di lunga data di cui Abbas gode da parte dell’UE è direttamente legato alla sua disponibilità di collaborare con Israele per reprimere la resistenza palestinese. Questo è eufemisticamente noto come “coordinamento della sicurezza”.

Mentre la condiscendenza con Israele e la complicità nei suoi crimini è la norma per i leader dell’Unione Europea, la visita di Metsola è stata ancora più deprecabile del solito. È continuata anche dopo che Israele ha negato l’ingresso a una delegazione guidata da Manuel Pineda, uno dei suoi colleghi del Parlamento europeo.

La missione della delegazione era in parte in risposta all’uccisione della corrispondente di Al Jazeera Shireen Abu Akleh.

Pineda è il presidente della delegazione parlamentare per le relazioni UE-Palestina, e svolge quindi un ruolo essenziale nel monitoraggio dell’utilizzo dei finanziamenti dell’Unione Europea e delle azioni dei funzionari dell’Unione sul campo.

Metsola non ha mostrato solidarietà con i suoi colleghi, né ha chiesto a Israele di rispettare il Parlamento Europeo, annullando quindi la sua visita. Invece, ha pubblicato un tweet esprimendo “rammarico” per l’esclusione di Pineda e affermando che avrebbe “sollevato la questione direttamente con le autorità interessate”.

Israele quasi certamente percepirà queste parole indulgenti, seguite dall’elogio sontuoso e incondizionato di Metsola per lo Stato di Apartheid israeliano, come accondiscendenza e persino un via libera per continuare a escludere chiunque ritenga insufficientemente asservito. È improbabile che sia una coincidenza che Pineda sia attualmente l’obiettivo di una campagna di discredito da parte della lobby israeliana.

Mercoledì il Centro Simon Wiesenthal ha pubblicato una “lettera aperta” a Ursula von der Leyen, Presidente non eletta della Commissione Europea, chiedendo che Pineda, eletto dal popolo, “deve essere espulso dal Parlamento Europeo” sulla base del fatto che è un “portavoce dei terroristi”. L’elenco delle lamentele della lobby israeliana contro Pineda include il fatto che nel 2011 si unì a una flottiglia diretta a Gaza con l’obiettivo di rompere il brutale blocco di Israele sul territorio, oltre che di essere vicino a membri di gruppi politici palestinesi e libanesi e gruppi di resistenza che Israele e i suoi alleati europei hanno designato arbitrariamente come “terroristi”.

Il gruppo anti-palestinese ripropone persino le infondate calunnie secondo cui il partito di sinistra di Pineda, Podemos, un membro della coalizione di governo spagnola, sarebbe stato “presumibilmente finanziato dall’Iran”. Queste affermazioni sono emerse nel 2016, come parte di quella che un elettore di Podemos ha definito una “campagna scorretta” dell’allora governo di destra spagnolo. Eppure sono esattamente il tipo di calunnie e insinuazioni che Israele e la sua lobby usano regolarmente contro chiunque osi criticarli o stare dalla parte dei palestinesi.

Le principali organizzazioni palestinesi per i diritti umani mercoledì hanno inviato una lettera aperta alla Presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola. Hanno condannato la sua decisione di visitare Israele anche dopo che le autorità locali hanno escluso la delegazione guidata da Pineda, con la quale avrebbero dovuto incontrarsi. Hanno anche condannato la sua proposta di stringere legami più forti con Israele, senza nemmeno menzionare l’uccisione di Abu Akleh e l’accelerazione delle espulsioni da parte di Israele degli abitanti dei villaggi palestinesi nell’area di Masafer Yatta in Cisgiordania.

I gruppi hanno contestato a Metsola di “non aver adempiuto alle sue responsabilità ai sensi del diritto internazionale e di essersi resa complice del dominio istituzionalizzato e dell’oppressione sistematica del popolo palestinese”. Alcuni dei gruppi che hanno scritto a Metsola sono tra i sei infondatamente designati da Israele l’anno scorso come “organizzazioni terroristiche” nel tentativo di ostacolare e screditare il loro operato che documenta i suoi crimini.

L’Unione Europea, che ha finanziato molti di questi gruppi, ha permesso a Israele di farla franca, permettendogli ora di fare lo stesso con i suoi rappresentanti eletti. Bruxelles farà tutto il necessario per servire e soddisfare Israele e la sua lobby, anche se ciò significa infliggere deliberatamente e consapevolmente ulteriori sofferenze ai malati di cancro palestinesi.

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