Paola Sireci – Prima nella ratificazione e prima nella revoca. Ora è ufficiale: la Turchia si ritira formalmente dalla Convenzione di Istanbul, firmata ad aprile 2011 per prevenire la violenza di genere, tutelare le donne dalle aggressioni domestiche e non e punire i colpevoli.
Il trattato internazionale, siglato da 45 paesi e approvato dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, giunge al capolinea per la Turchia che già lo scorso 21 marzo aveva comunicato la decisione in via ufficiosa. "La Convenzione di Istanbul, originariamente intesa a promuovere i diritti delle donne, è stata dirottata da un gruppo di persone che cercavano di normalizzare l'omosessualità, che è incompatibile con i valori sociali e familiari della Turchia. Da qui la decisione di ritirarsi", ha detto il direttore delle comunicazioni presidenziali della Turchia, Fahrettin Altun in una dichiarazione qualche mese fa. Una decisione dettata dalle idee radicate di un Paese che, con la presidenza di Erdogan, ha compiuto passi indietro verso una società sessista, maschilista e ortodossa, sia a livello economico, sia culturale e sociale. Molti conservatori turchi e nell'AK Party di Erdogan in particolare, di matrice islamista, sostengono, infatti, che il patto mini le strutture familiari che proteggono la società, considerandola una promozione dell'omosessualità attraverso il suo principio di non discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale.
"Il ritiro del nostro Paese dalla Convenzione non porterà ad alcuna mancanza legale o pratica nella prevenzione della violenza contro le donne", ha affermato martedì l'ufficio di Erdogan in una dichiarazione al tribunale amministrativo. Parole sicuramente non incoraggianti vista la triplicazione di violenza di genere domestica scaturita negli ultimi cinque anni e che si è acuita a seguito dell’abbandono del trattato in difesa e protezione delle donne. Tuttavia, non sono assenti le proteste in tutto il Paese, che sta assistendo a cortei interamente presenziati da donne che chiedono un ricorso alla corte per il ritiro della Turchia dalla Convenzione. Richieste non accettate e che non lasciano presagire un cambio di rotta. Ma la posizione assunta da Erdogan non vede il consenso non solo da parte dei cittadini: Stati Uniti e Unione Europea condannano questa scelta che pare stia mettendo la Turchia ancora una volta fuori passo rispetto alla sua richiesta di accesso all’Unione Europea nel 1987, ma Erdogan non torna indietro, ormai la decisione è presa.
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