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Immagine del redattoreLetizia Leonardi

La storia mai raccontata di Talal Khrais: reporter dal cuore nobile


Elisabetta Pamela Petrolati (Assadakah News) - Un evento più unico che raro quello di ieri, 3 luglio 2024, con il giornalista e reporter di guerra di fama internazionale Talal Khrais, con 35 anni di esperienza sul campo. Innumerevoli le interviste rilasciate da Khrais, i saggi da lui scritti, i suoi interventi televisivi, i suoi articoli ma, in questo momento della sua vita, il noto giornalista ha voluto parlare di sé e delle cose mai dette, condividendo generosamente con i presenti segreti custoditi nel cuore fino a ora. Nella sala della storica libreria romana Horafelix,in via reggio Emilia 89, con la preziosa accoglienza di Maurizio Messina, si è creato un clima di raccoglimento e di tensione emotiva che ha trattenuto fino a tardi in altissima attenzione tutti gli intervenuti, pubblico di prestigiose presenze.

Ad aprire la serata i saluti del Presidente dell’Associazione Assadakah, Franco Abdelkader Omeich e del Vice Presidente di WAI (Welcome Association Italy), Carlo Palumbo, associazioni spesso virtuosamente unite in eventi culturalmente e socialmente costruttivi.

Attraverso il dialogo con le moderatrici, Elisabetta Pamela Petrolati (docente e poetessa) e Giulia Bertotto (poetessa, scrittrice, giornalista), Khrais si è dapprima raccontato a partire dalla sua infanzia a Beirut, per inoltrarsi nella sua vita da reporter, profilando anche possibili scenari futuri sulla base delle vicende mondiali attuali.


Giornalista dall’integra moralità, Khrais non si è mai risparmiato nell’esercizio delle sue missioni, rischiando più volte la vita e assistendo alla morte di diversi suoi colleghi, subendo attacchi, minacce e fermi in caserma per non piegarsi a false verità o compromessi. Laureato in Scienze Politiche all’Istituto Universitario Orientale di Napoli, è stato per moltissimi anni corrispondente militare presso la Stampa Estera, corrispondente dall’Italia per il quotidiano in lingua araba AS-Safir, ha fondato, nel 1994, l’associazione italo-araba Assadakah. Ha intervistato politici e personaggi dello spettacolo come: Bettino Craxi, Enrico Berlinguer, Gianni De Michelis, Giulio Andreotti, Luciano Lama, Sofia Loren, importanti magistrati anti-mafia, leader internazionali come Sayyed Hassan Nasrallah

(segretario generale di Hezbollah), Moammar El Gheddafi, e il leader curdo Abdallah Ocalan. Ha ricevuto numerosi premi giornalistici internazionali, molti Comuni gli hanno conferito riconoscimenti per aver curato gemellaggi. Khrais ha raccontato guerre, eventi tragici, vite di importanti leader e grandi artisti ma la sua stessa straordinaria vita non è di minore valenza di quella dei personaggi che hanno fatto la storia di cui lui stesso ha parlato e con i quali si è interfacciato.

Ha raccontato la sua storia ieri sera. Nato a Beirut nel 1952, terzo di otto figli, il piccolo Talal non ha potuto avere un’ infanzia spensierata, mentre le sorelle frequentavano la scuola i maschi fin da piccoli dovevano svolgere lavoretti per aiutare economicamente. Fin da bambino ha convissuto con il dramma del popolo armeno e di quello palestinese, cause per le quali continuerà a battersi per il resto della vita ed è proprio dalla comunità armena che riceverà fiducia e possibilità di farsi un’istruzione.


Da giovanissimo Talal, ha raccontato sommessamente ai presenti il noto giornalista, aveva trovato lavoro al noto Giornale sulla diaspora armena Zartounk dove aveva il compito di portare gli articoli dalla redazione in tipografia: questo lo fece da subito immergere nelle notizie tragiche sull’ Armenia che vedeva descritte e l’odore dell’inchiostro è rimasto indelebilmente nella sua memoria emotiva e nella sua anima segnando il suo futuro. Trascorso del tempo e vedendo la sua passione, il Direttore del Giornale, Nazareth Tobakian, convocò suo padre proponendo per Talal un lavoro part-time al giornale e offrendogli la possibiltà di farlo studiare. Fu l’Armenian General Benevolent a pagare i costi della sua istruzione. E anche per questo Talal ha sempre avuto un sentimento di profonda gratitudine verso gli armeni. “Un popolo che soffre non può vedere altri soffrire” ha sempre pensato Khrais. Con voce strozzata dall’emozione Talal ha poi ricordato Araks, una ragazza armena che gli era stata affiancata per recuperare gli anni di studio persi e che lo introdusse anche al canto e alla musica. Trascorsi alcuni anni, Talal ha raccontato che si trovava in Bulgaria a studiare medicina, in seguito al conseguimento di una borsa di studio, quando ricevette una copia del quotidiano Zartounk, in cui un intero editoriale era dedicato a lui: il direttore stesso, perse le notizie di Talal, lo ricordava per il suo talento e la sua passione sicuro che fosse diventato un giornalista affermato. Per Talal fu una sorta di pugno allo stomaco, colpito da un forte senso di colpa. Rientrato in Libano, a causa della guerra civile, non gli fu possibile riprendere i contatti con Zartounk. Khrais ha raccontato poi del suo arrivo in Italia, una volta presa la decisione di seguire la sua vera vocazione, per iscriversi a Scienze Politiche e del fatto che nel tempo si è ricongiunto al mondo giornalistico armeno. Lo scorso anno a Talal Khrais è stata conferita la Medaglia di Gratitudine da parte della Repubblica d'Armenia per il suo costante impegno giornalistico. Questo importante riconoscimento gli è stato consegnato dalle mani del Presidente della Repubblica d'Armenia Vahagn Khachaturyan in visita di Stato in Italia.

Nel proseguimento della serata Khrais ha analizzato la situazione passata e attuale del Libano, con riflessioni sulla recente scarcerazione di Assange (coincidendo l’evento con i festeggiamenti per il compleanno del giornalista lungamente perseguitato), ha espresso forti e decise considerazioni sul genocidio armeno e palestinese, prefigurando possibili scenari in medioriente ed esplicitando le sue idee riguardo a un’eventuale terza guerra mondiale. Ha confessato, inoltre, di aver volutamente fornito all’estero notizie più ottimistiche rispetto alla realtà dei fatti di quanto accadeva in Italia al tempo dl Covid, per tenere alta la fiducia nella capacità di ripresa del nostro Paese. Così come ha sottolineato la memoria breve del nostro governo che ha facilmente dimenticato l’enorme sostegno del contingente russo nel periodo di emergenza epidemiologica, quando tutti i cosiddetti “Paesi amici” e l’Europa avevano chiuso le porte all’Italia.

A conclusione dell’incontro ha preso la parola il dott. Odeh Amarneh, responsabile della Cultura all’Ambasciata Palestinese che ha espresso parole commosse e di gratitudine sull’operato di Talal Khrais sempre a fianco della causa palestinese e ha sottolineato la sofferenza e fierezza del suo popolo. Anche il dottor Mohamed Al Helew , militante della comunità palestinese, è intervenuto sottolineando ai presenti che è improprio definire “guerra” ciò che sta avvenendo a Gaza, invitando a chiamare con il vero nome “genocidio” ciò che si sta perpetrando. A seguire, domande numerose e interessate da parte del pubblico. Nella profonda riflessione, quasi in silenzio religioso, si è concluso un incontro dal raro spessore culturale, professionale e umano. Talal Khrais, vero reporter, storia vivente.

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