Talal Khrais* - Israele a Gaza combatte un fantasma, una entità che non è possibile sconfiggere, e che come risultato uccide soprattutto civili innocenti.
Al 230° giorno di guerra a Gaza, Israele non ha realizzato nessuno di suoi obbiettivi dichiarati: liberazione degli ostaggi, distruzione di Hamas, e affermazione della superiorità militare nel garantire la propria sicurezza, diventata in realtà molto più fragile.
Non solo: la follia di Netanyahu ha diviso verticalmente la società israeliana fra moderati ed estremisti, mai così divisa e lacerata al proprio interno, compresi i vertici militari. Israele combatte da sette7 mesi, afferma di avere rastrellato le strade di Gaza, e messo in sicurezza diverse zone strategiche e valichi. Il fantasma di Israele si chiama Hamas, che riesce distruggere centinaia di mezzi corazzati e migliaia di soldati, per poi sparire nel nulla attraverso i sotterranei, i misteriosi tunnel che non si sa dove cominciano e dove finiscono, anche alle spalle delle linee nemiche.
L’intransigenza del premier israeliano, non solo non ha permesso di raggiungere un accordo per mettere fine a questa orribile guerra, ma ha creato tanti altri nemici e l’isolamento internazionale. Nel nord, Hezbollah ha costretto circa 150mila israeliani a fuggire verso l'interno, i movimenti sciiti iracheni che lanciano ogni tanto qualche razzo, e infine il movimento HAnsahullah dello Yemen, più noto come Houthi, che prende in mira le navi israeliane e dei Paesi allineati, che passano nello Stretto di Hormuz, Eden, e nel mar rosso e il mare arabico. E per completare il quadro, l’economia israeliana è in ginocchio, perché la guerra di Netanyahu ha dilapidato l risorse nazionali. Tenendo presente anche il fatto che sulla coscienza dello stato di Israele rimarranno per sempre i crimini compiuti contro i civili.
Il totale delle vittime palestinesi nella Striscia di Gaza dall'inizio dell'offensiva israeliana ha superato le 37mila (fra cui 15mila bambini), e oltre 75mila sono i feriti, secondo quanto dichiarato dal ministero della Sanità di Gaza, espressione di Hamas. Il bilancio preciso sarebbe di 35.034 morti riconosciute, ma è un dato che purtroppo è sicuramente inferiore alla realtà. Nell'arco di 24 ore, sono stati registrati almeno altri 63 decessi, secondo una dichiarazione del ministero, che ha aggiunto che 78.755 persone sono state ferite in più di sette mesi di guerra. L'esercito israeliano stringe la morsa su Rafah, dove si sta combattendo accanitamente.
L’attacco di terra israeliano a Rafah porterebbe a una colossale catastrofe umanitaria, come ha dichiarato il segretario generale ONU, Antonio Guterres, in conferenza stampa durante una visita ufficiale nella capitale del Kenya, Nairobi. Tutto questo ha forse portato pace e sicurezza per lo Stato Ebraico? E’ una guerra che si sa quando è cominciata ma non si sa quando avrà fine, a causa di alcune “teste calde”.
(*responsabile Relazioni Internazionali Assadakah)
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