Letizia Leonardi (Assadakah News) - Il gas e gli affari economici: le due ragioni che legano l'Italia alla dittatura azera. Dopo ogni guerra i Paesi fanno a gara a garantirsi commesse per la ricostruzione e l'Italia, assente nel momento di aiutare gli armeni a difendere il loro diritto all'autodeterminazione, ora è in prima linea per accaparrarsi i lavori di ricostruzione delle aree colpite dalla guerra. Come avvoltoi che si lanciano sulla preda, le aziende italiane attendono il loro coinvolgimento per lavorare in quelle terre strappate agli armeni.
La Repubblica Italiana è attualmente infatti, in una posizione di vantaggio grazie agli ottimi rapporti con il governo di Baku e le vantaggiose relazioni bilaterali. Già da tempo l’Italia è il primo partner politico, economico e commerciale dell’Azerbaijan all’interno dell’Unione Europea.
A tal proposito, si è svolto a Baku l’evento “Azerbaigian e Italia – per una migliore produzione alimentare”, organizzato dall’Agenzia per il commercio italiano (ITA) e dall’Agenzia per la promozione delle esportazioni e degli investimenti della Repubblica dell’Azerbaijan in modo da promuovere esportazioni e investimenti in terra azera.
Toral Haceli, vice amministratore delegato di AZPromo, continua a parlare dei territori conquistati come di territori liberati ma gli armeni non avevano occupato il Nagorno Karabakh, erano lì da sempre. Haceli ha sottolineato le condizioni favorevoli che daranno la possibilità alle aziende italiane di predisporre, con facilità, impianti di produzione che in futuro, svilupperanno ulteriori rapporti economici.
Riccardo Corsi, Capo della Delegazione dell’Ambasciata italiana a Baku, ha sottolineato i valori comuni tra Azerbaijan e Italia.
E mentre in Italia diminuiscono i campi coltivati per lasciare il posto agli impianti fotovoltaici e pale eoliche delle multinazionali estere, in Azerbaijan l'Italia pensa di investire significativamente nel settore agricolo. Secondo Corsi gli investimenti nell’agricoltura hanno l'obiettivo di aumentare la produttività.
La delegazione di imprese italiane, in visita a Baku, ha il supporto della Federazione Italiana Costruttori di Macchine Agricole (FederUNACOMA) e della Federazione Italiana delle Associazioni dell’Industria Meccanica e Meccanica (ANIMA). Attualmente sono più di 100 le imprese italiane che operano in diversi settori in Azerbaijan, soprattutto nell’industria, nell’edilizia, nel commercio, nell’agricoltura, nelle comunicazioni e nei servizi.
C'è già da quattro anni la collaborazione tra Azerenergy OJSC e la società italiana Ansaldo Energia.
L'Azerbaijan fornisce all'Italia petrolio e gas. Il Corridoio Meridionale del Gas e il Gasdotto Trans-Adriatico sono i fiori all'occhiello della cooperazione energetica bilaterale e la sicurezza energetica in Italia.
Oltre agli importanti rapporti nel settore energetico, l’Italia è tra i principali partner commerciali ed esportatori dell’Azerbaijan: oltre 11 miliardi di dollari entro l’ottavo mese del 2022. Si tratta del 90% del commercio italiano nella regione del Caucaso meridionale.
Nel 2020 sono stati firmati, dal Presidente azero Ilham Aliyev e dal Premier italiano Giuseppe Conte, ben 28 documenti che hanno come oggetto settori come la politica, la difesa, il commercio, l'energia, la tecnologia, i trasporti, le infrastrutture, la cultura, la scienza, il turismo e sport e la sicurezza alimentare.
Nel 2022 si è poi tenuta la riunione inaugurale del Dialogo Strategico tra l'Azerbaijan e l'Italia, in occasione della visita a Baku del Ministro italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Luigi Di Maio, che ha continuato a rafforzare le relazioni tra i due Paesi.
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