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L’Inchiesta - Gaza: alleanze e giochi di potere (2/5)

Roberto Roggero* - Chi sta dalla parte della Palestina? Qual è la posizione internazionale, e del mondo arabo?

La Palestina (più precisamente, l’Autorità Nazionale Palestinese) è riconosciuta dalla maggior parte dei Paesi del mondo. Non ha pieno riconoscimento negli Stati occidentali, ma intrattiene con essi relazioni diplomatiche e commerciali. Da alcuni anni, inoltre, la Palestina ha migliorato la sua posizione all’ONU, che nel 2012 ha riconosciuto l’ANP come “Stato osservatore non membro” e ha accettato che la delegazione fosse denominata “Stato di Palestina”. La Palestina, però, a differenza di Israele non gode del sostegno di una superpotenza.

I più accesi sostenitori della causa palestinese sono i Paesi arabi e gli Stati non arabi a maggioranza musulmana. Tuttavia, la posizione del mondo arabo e musulmano non è compatta: diversi Paesi intrattengono relazioni, ufficiali o informali, con Israele, che tra l’altro nel 2020 ha ristabilito i rapporti ufficiali con il Marocco e ha stretto relazioni con gli Emirati Arabi Uniti e con il Bahrein. Sono inoltre in via di normalizzazione i rapporti tra lo Stato ebraico e l’Arabia Saudita (molti analisti sospettano che proprio l’avvicinamento all’Arabia sia la ragione dell’attacco di Hamas a Israele). Altri Paesi musulmani, come l’Iran, sono invece schierati senza mezzi termini dalla parte della Palestina e sostengono la lotta delle sue milizie.

Tra gli altri Paesi filopalestinesi che sostengono il movimento islamista vi è il Qatar, uno Stato che, nonostante le piccole dimensioni, ha assunto un ruolo importante nelle dinamiche internazionali. Il Qatar è uno dei finanziatori di Hamas e dà ospitalità ai leader del movimento, che risiedono a Doha: Khaled Meshal fino al 2017 e attualmente Ismail Hanyeh. Anche il Libano è filopalestinese e negli anni passati è stato più volte in guerra con Israele, ma è in una situazione particolare. All’interno del Paese opera infatti l’organizzazione sciita Hezbollah, considerata quasi uno Stato nello Stato, che è nemica giurata di Israele e si è scontrata numerose volte con il suo esercito. Hezbollah è legato da Hamas, negli ultimi giorni ha lanciato alcuni razzi contro le postazioni militari israeliane nel Nord del Paese e si teme che possa aprire un secondo fronte nel conflitto in corso. Anche la Siria è stata più volte in guerra con Israele, ma non è stata mai un’alleata dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina e non sostiene Hamas (che nella guerra civile siriana in corso dal 2012 si è schierata contro il governo di Bashar Assad).

Un caso particolare è rappresentato dalla Turchia, che nel 1949 è stato il primo Paese a maggioranza musulmana a riconoscere Israele e ha coltivato con esso relazioni cordiali per molti anni. Tuttavia, nel 2010 l’incidente della Freedom Flotilla (l’attacco di un’unità di élite dell’esercito israeliano agli attivisti filopalestinesi che cercavano di portare aiuti umanitari a Gaza, con la conseguente morte di nove cittadini turchi) ha creato un incidente diplomatico.

Attualmente il presidente Erdogan coltiva rapporti con Hamas e sta cercando di assumere un ruolo di mediatore nel conflitto in corso. Il principale ruolo di mediazione, però, al momento è svolto dall’Egitto, che nel 1978, dopo trent'anni di guerre, ha sottoscritto un accordo di pace con Israele e intrattiene con esso relazioni diplomatiche e commerciali, pur criticandone fortemente la politica nei confronti degli arabi palestinesi.

Al di fuori del mondo arabo, tra i Paesi che sostengono la posizione palestinese vi sono quelli che hanno contrasti con gli Stati Uniti, tra i quali il Venezuela, che ha rotto le relazioni diplomatiche con lo Stato ebraico nel 2013, Cuba, la Corea del Nord. Il loro peso nelle dinamiche internazionali, però, è piuttosto modesto.

La Palestina è inclusa nel programma di cooperazione allo sviluppo di vari Stati e organizzazioni sovranazionali e riceve perciò fondi per finanziare i suoi progetti economico-sociali. In tutto il mondo, inoltre, esistono movimenti politici e ONG che sostengono la causa palestinese. (* Direttore responsabile Assadakah News)

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