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L'Azerbaijan chiede altre armi al governo italiano



Letizia Leonardi (Assadakah News Agency) - La Repubblica dell'Azerbaijan si è appena presa con la forza tutto il territorio dell'Artsakh, provocando duecento vittime armene in un solo giorno, tra cui dieci bambini. E l'Occidente non ha mosso un dito per impedirglielo. Un successo che ha visto il plauso dei due principali sponsor di Baku: la Turchia e Israele. Ora il dittatore Aliyev, soddisfatto della sua conquista, chiede altre armi all'Italia, In particolare il governo azero chiede al ministro della difesa Guido Crosetto jet d’addestramento, fucili d'assalto, semoventi contraerei, batterie di missili terra-aria, aerei da trasporto e sottomarini. Un affare da due miliardi di euro che ha visto l'approvazione di Crosetto. Tuttavia, il ministro degli Esteri Tajani, attraverso l'UAMA (Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento), congelano la vendita. Secondo la Legge 185 del 1990 che regola il controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento infatti, è vietato l'invio di armi italiane a Paesi in guerra e che violano i diritti umani. Che l'Azerbaijan abbia commesso ripetutamente crimini contro l'umanità ai danni della popolazione armena non c'è alcun dubbio. Diversi organismi internazionali, in tutti questi mesi, hanno più volte condannato l'Azerbaijan, anche se ai reiterati appelli non sono seguite azioni concrete sanzionatorie. Ma se la Farnesina frena sull'invio di armi a Baku, Crosetto non intende mollare la presa e il governo sta tentando di aggirare il problema trasferendo la competenza sulle esportazioni di armi a un nuovo ufficio. Crosetto infatti aveva già trattato la questione da quando era presidente dell’associazione dei produttori di sistemi militari. Adesso, da ministro, sta proseguendo nel suo intento con un vergognoso braccio di ferro con i funzionari dell’Uama, dipendenti dalla Farnesina di Antonio Tajani. La legge 185 infatti è stata più volte disattesa. Da ultimo è stata superata dai recenti governi di Conte prima e Draghi poi, per armare l'Ucraina. Di fatto la “ragion di Stato” pesa di più rispetto al dettato normativo e quindi via libera alla vendita di armi a chiunque e alla faccia dell'Italia che ripudia la guerra, come recita la Costituzione, difesa e osannata a fasi alterne.

Se l'obiettivo di Baku era togliere l'Artsakh agli armeni e questo obiettivo è stato raggiunto, a cosa servono altre armi? Vogliono forse dichiarare guerra anche all'Armenia, dove ci sono già attacchi sulla linea di contatto? Strano che l'Occidente si sia immediatamente preoccupato di Putin che, secondo una singolare lettura, dopo l'attacco all'Ucraina avrebbe invaso tutti i Paesi europei e non stia vedendo le pericolose mire espansioniste del dittatore Aliyev perseguite con l'appoggio incondizionato di Erdogan. Non so se ci rendiamo conto che stiamo arricchendo e armando pericolose dittature che hanno come obiettivi conclamati l'eliminazione delle popolazioni cristiane e la costituzione di un grande impero islamico

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