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Immagine del redattoreLetizia Leonardi

L'attrice Laura Efrikian scrive a Mattarella per l'Armenia


Letizia Leonardi (Assadakah Roma News) - Dopo la barbara esecuzione, diffusa attraverso raccapriccianti video, di sette soldati armeni catturati dagli azeri nel corso del loro attacco di metà settembre nel territorio sovrano della Repubblica armena abbiamo avuto l’ennesima prova che l’Azerbaijan è un Paese di criminali di guerra, alimentato da un odio contro gli armeni che sfocia in atti vergognosi, inumani e contrari al diritto internazionale, tanto da essere condannati dal rappresentante della UE per il Caucaso Toivo Klaar, che ha già parlato di crimine di guerra. Giacciono ancora a terra, nella zona di Verin Shorzha, in Armenia, i corpi di molti soldati armeni caduti per difendere la loro patria dagli invasori azeri. Nessuno ha la possibilità di recuperare quei poveri corpi perchè gli azeri, che si sono posizionati sulle alture circostanti, sparano a tutti coloro che si avvicinano. Un altro evidente esempio della crudeltà di quello che vergognosamente le istituzioni europee hanno definito un "partner affidabile". E non ci dimentichiamo quel terribile video sulle violenze e le mutilazioni di una soldatessa armena catturata, torturata e uccisa. Il Primo Ministro armeno Nikol Pashinyan sottolinea l'importanza di inviare una missione di osservatore internazionale nelle regioni colpite dall'occupazione azera e nella zona di confine, in modo che che la comunità internazionale abbia la possibilità di ottenere informazioni dirette su tali crimini di guerra.

E l'ex presidente dell'Armenia Armen Sarkissian invita la comunità internazionale e le istituzioni a fornire una risposta adeguata e mirata ai crimini di guerra azeri. Occorre sanzionare il governo di Baku, come lo è stato quello di Mosca. L'Ambasciata britannica a Yerevan si è dichiarata inorridita dai video che mostrano soldati armeni catturati e uccisi dalle forze militari azere. Il Dipartimento di Stato Usa chiede un'indagine sull'esecuzione di prigionieri armeni da parte dell'Azerbaijan. E le altre istituzioni cosa fanno? Il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, che tanto si è esposto contro l'invasione dell'Ucraina, tace sull'invasione dell'Armenia, membro del Consiglio d'Europa, da parte dall'Azerbaijan. Il capo di Stato italiano ha ignorato anche la lettera che l'attrice di origine armena Laura Efrikian gli ha inviato per sensibilizzarlo su quello che sta succedendo nella piccola Repubblica Caucasuca.


Riportiamo integralmente la sua lettera aperta, sperando che una voce si faccia sentire dal Colle. Al signor Presidente della Repubblica SERGIO MATTARELLA c/o Quirinale 00124 Roma

Sig. Presidente della Repubblica Italiana,

per la stima, l’enorme considerazione morale, finanche in nome dell’affetto che io per prima, e con me tutta la comunità della diaspora armena in Italia nutriamo nei Suoi confronti e verso la Nazione italiana, faccio appello a Lei, in quanto garante dei valori intangibili della Costituzione e del diritto internazionale, affinché voglia impegnare il nostro Paese, il Governo e il Parlamento della Repubblica in difesa del diritto dell’Armenia a vivere in pace nei propri confini. Così come Le chiedo di voler fare altrettanto a tutela del diritto degli Armeni residenti al di fuori dei confini della Repubblica di Armenia a non essere discriminati ed a vivere liberi di professare la nostra fede cristiana, di parlare la nostra lingua e di esercitare le nostre attività lavorative pur nel rispetto delle leggi vigenti nei singoli Paesi nei quali risiediamo. Ciò con riferimento specifico alla regione caucasica, al Nagorno-Karabach in particolare.

Non starò certo a ricordare a Lei il genocidio operato dagli Ottomani nei nostri confronti nel 1915, il massacro di Susa del 1920, più recentemente i ripetuti assassini, le aggressioni militari, i tentativi di invasione di cui sono protagonisti gli Azeri sotto la per noi nefasta Presidenza di Ilham Aliyev in Azeirbagian.

Non è passato neanche un anno dall’accordo per il cessate il fuoco del 10 novembre 2020, con il quale l’Armenia cedeva ancora una volta parte rilevante del proprio territorio all’Azerbaigian pur di vivere in pace, che di nuovo nei giorni scorsi le milizie azere hanno valicato i confini armeni, determinando cruenti scontri in cui hanno perso la vita centinaia di giovani militari e di civili. Quell’accordo era garantito dalla Russia e dalla Turchia. Ora, profittando delle difficoltà della Russia in Ucraina, della crisi energetica che rende preziose le forniture di gas azero all’Europa e dell’accresciuto peso internazionale della Turchia di Erdogan, l’Azerbaigian lo sta impunemente violando e sta provocando nuove morti nella nostra terra.

Io per prima, a fronte dell’invasione russa dell’Ucraina, mi sono indignata. Sostengo con piena convinzione la posizione della nostra Repubblica italiana, di sostegno senza riserve alla resistenza ucraina. Ma Aliyev non è da meno di Putin, la ferocia dei militi azeri, la violazione del diritto internazionale e degli accordi pur sottoscritti appena pochi mesi fa, allineano le sue azioni a quelle dell’autocrate della Russia. È moralmente legittimo - Le chiedo con umiltà - è moralmente legittimo aiutare gli Ucraini ed abbandonare alla propria sorte gli Armeni?

Sig. Presidente, non sono una politica, eppure mi rendo conto che le necessità energetiche e l’ostilità attuale dell’Italia e dellUE verso la Russia consigliano cautela ed impongono rapporti amichevoli con l’Azerbaigian. Ma queste esigenze non possono essere soddisfatte rinunciando ai valori fondanti della nostra civiltà occidentale. Certo, all’Italia serve il gas azero, ma è giusto comprarlo col sangue degli Armeni?

Lo scorso primo settembre Lei ha ricevuto con tutti gli onori al Quirinale il Presidente della Repubblica dell'Azerbaigian Ilham Aliyev, dichiarandosi onorato di poterlo accogliere al Palazzo della Rpubblica Italiana e confermando l’intesa ‘strategica’ con il suo Paese. Capisco la ‘ragion di Stato’, eppure Le chiedo: nell’occasione Lei ha chiesto al Suo collega azero di far tacere le sue armi e di rispettare il diritto inetrnazionale e la vita degli Armeni?

Voglio sperare che Lei abbia trovato il modo di far sentire il peso dell’Italia a difesa della più antica e pacifica nazione cristiana del mondo. Confido che così sia stato, sta però di fatto che ancora oggi le provocazioni e le violenze perpetrate dagli Azeri nelle nostre terre continuano.

La prego, Sig. Presidente, faccia sentire la Sua voce e quella dell’Italia in difesa della pace nel Caucaso. E ci dica - mi dica anche in privato se ritiene - che sì, nei Suoi colloqui del primo settembre non ha mancato di spedere la Sua parola a favore del mio popolo e che l’Italia vigila in difesa del popolo armeno.

La saluto rispettosamente.

In fede

Laura Ephrikian

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