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Immagine del redattoreLetizia Leonardi

L'Artsakh si prepara a ricordare il suo "11 settembre" tra tante difficoltà



ANN - Letizia Leonardi - Mentre tutto il mondo ricorda con commozione l'11 settembre del 2001 per il crollo delle Torri Gemelle, per gli armeni la data infausta arriverà tra sei giorni. Il 27 settembre dello scorso anno gli azeri, con il sostegno della Turchia, hanno attaccato gli armeni dell'Artsakh. Ad un anno di distanza la situazione, in Nagorno Karabakh, resta critica. Il contingente di pace russo vigila sul rispetto dell'accordo di pace, accordo che spesso viene disatteso dall'Azerbaijan. È di questi giorni l'avvicendamento del comandante delle forze di pace russe. A guidare i circa duemila soldati è stato nominato Mikhail Kosobokov che ha sostituito Rusam Muradov. Korobokov è stato già ricevuto dal Ministro della Difesa armeno. Secondo fonti armene pare che i rapporti tra i russi e gli azeri siano un po' tesi. Gli azeri, in questi giorni, hanno bloccato la strada che porta a Stepanakert, all'altezza di Shushi, e avevano cominciato a fare lavori di scavo e sono subito intervenuti i militari russi che, con i carri armati, hanno fatto sgomberare la zona ribaltando anche alcuni trattori azeri.

L'ex comandante, Rustam Muradov, ha dichiarato che, vista la situazione, sarà necessario nel prossimo futuro di incrementare la presenza del contingente di pace russo nel territorio del Nagorno Karabakh. "Valuto solo positivamente le attività del contingente di pace russo - ha spiegato Muradov - La popolazione civile ci dà ragione su questo. Adesso la vita nel Nagorno Karabakh sta tornando alla normalità. Ci sono, ovviamente, molte difficoltà ma si sta cercando di andare avanti". L'ex comandante ha anche assicurato che le forze di pace russe rimarranno in Artsakh per cinque anni, il tempo previsto dall'accordo firmato dai leader dei tre Paesi (Armenia, Russia e Azerbaijan). In base a come procederà la situazione si deciderà anche sulla possibilità di estendere la presenza del contingente di pace russo.

Una delle questioni urgenti da risolvere è il problema abitativo. La questione degli alloggi In Nagorno Karabah è ancora critica. L'Ombudsman per i diritti umani dell'Artsakh, Gegham Stepanyan, lo ha sottolineato nel suo discorso all'Assemblea Nazionale dell'Armenia. Secondo il difensore dei diritti umani numerose persone in Artsakh vivono ancora negli scantinati con condizioni igienico-sanitarie molto precarie, senza considerare che ancora circa 22.000 persone non riescono a tornare in patria. Stepanyan ha inoltre presentato una proposta al governo di Artsakh per equiparare l'importo dell'affitto, pagato dallo Stato per coloro che non hanno più le loro case, a quello di mercato che effettivamente viene pagato. Intanto, dopo un anno, si ritrovano ancora cadaveri armeni. I resti di altri due soldati, caduti in guerra, sono stati ritrovati nella zona di Varanda (Fizuli) che è attualmente sotto occupazione azera. Il totale dei ritrovamenti, dalla fine della guerra, ha raggiunto la cifra di 1659.

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