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Immagine del redattoreLetizia Leonardi

L'Armenia vuole la pace ma l'Azerbaijan vuole l'Armenia




Assadakah - Letizia Leonardi

Dopo l'annuncio del Ministero della Difesa Russo sul cessate il fuoco tra Armenia e Azerbaijan e dopo l'ennesima accusa degli azeri di aver attaccato per prevenire azioni armene contro l'esercito dell'Azerbaijan c'è l'appello della Comunità Armena alle istituzioni italiane e internazionali di non abbandonare il primo Paese cristiano del mondo. Una tregua dunque è arrivata, sempre con l'intervento russo, sempre con una situazione che resta precaria e preoccupante. Che le giustificazioni di Baku siano infondate appare chiaro, perché questa volta gli azeri hanno svolto azioni militari sul territorio della Repubblica d'Armenia, uno Stato sovrano. Gli azeri mirano al controllo della zona di accesso alla regione di Syunik e del corridoio di Lachin, una via di comunicazione tra l'Armenia e l'Artsakh. Un obiettivo strategico nel caso di una prossima guerra che, se le cose, continuano così, purtroppo non si farà molto attendere. Il Primo Ministro armeno Nikol Pashinyan ha dichiarato che da maggio gli azeri hanno occupato 41 kmq di territorio armeno.

Ararat Mirzoyan, Ministro degli Affari Esteri armeno ha avuto una conversazione telefonica con il segretario generale della L'Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO) Stanislav Zas facendo presente che, dalla firma della dichiarazione trilaterale il 9 novembre, la l'Azerbaijan ha minato la sicurezza e la stabilità nella regione con azioni aggressive e provocatorie e reso vani gli sforzi dell'Armenia volti a ridurre l'escalation della delicata situazione.

Unanime la condanna della nuova aggressione azera contro l'Armenia da parte della Comunità Armena italiana. Il Gruppo Promotore del Coordinamento delle Associazioni e Organizzazioni Armene in Italia ha fatto un appello anche per far sapere che l'attacco azero ha causato più di 15 vittime, numerosi feriti e almeno 12 ostaggi. "Dallo scorso mese di maggio . si legge nella nota - centinaia di soldati azeri stanno occupando porzioni di territorio sovrano internazionalmente riconosciuto di uno Stato membro delle Nazioni Unite. Le truppe azere sparano sui villaggi di confine, rubano bestiame, avvelenano sorgenti, mettono in atto provocazioni, sia nel territorio della Repubblica di Armenia che in quello dell’Artsakh (Nagorno Karabakh)". Alla luce dei nuovi drammatici sviluppi il Gruppo Promotore chiede alle istituzioni italiane che si adoperino per esercitare, dato che l'Italia è Paese membro del Gruppo di Minsk, ogni azione utile a fermare l’aggressione militare dell’Azerbaigian e auspica iniziative parlamentari di sostegno e solidarietà alla repubblica di Armenia e al popolo armeno. Ha inoltre condannato l'attività di lobbying di alcuni membri del parlamento che, in diverse sedi in Italia, sostengono senza scrupoli il regime dell’Azerbaijan (Paese che secondo RSF è al 168° posto su 180 nazioni nella classifica del Freedom world press sulla libertà di informazione).

"L'Armenia vuole la pace, l'Azerbaigian vuole l’Armenia" questa è la conclusione dell'appello.

Perdite sono state dichiarate anche da fonti azere. Si parla di almeno eri media azeri 26 morti e 17 feriti.

Per ora la tregua imposta dalla Russia regge. Resta comunque una situazione tesa. Occorre capire fino a dove sono arrivati gli azeri nel territorio armeno e se siano disposti a ritirarsi.


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