Letizia Leonardi (Assadakah News Agency) - Il giornalista e scrittore Giulio Meotti ha lanciato un importante appello: "L'Armenia siamo noi. Europa, difendila". Si tratta della richiesta di filosofi, saggisti e accademici in favore di un popolo martoriato. "Una millenaria cultura cristiana e democrazia laica sarà spazzata via dalle dittature panturche e dai loro jihadisti". Dove sono le voci italiane su questo popolo, distrutto due volte, vittima di genocidio, e culla della nostra civiltà? Mentre i convogli umanitari fanno il possibile per portare beni di prima necessità in soccorso della popolazione armena bloccata da mesi dagli azeri che hanno chiuso il corridoio di Lachin, l'Azerbaijan continua a sparare contro i territori rimasti sotto il controllo degli armeni, forte del fatto che ha in pugno l'Occidente e la Russia, impegnati tutti con la guerra in Ucraina. Gli azeri attaccano e accusano ingiustamente gli armeni di prepararsi ad una nuova guerra. Il solito vittimismo del governo di Baku che lancia la pietra, nasconde la mano e punta il dito sugli armeni spacciando la difesa come un attacco. Ed è sempre stato così perché a provocare e ad attaccare per primi sono sempre stati gli azeri. Gli armeni sono in una posizione di estrema debolezza, senza alleati pronti a difenderli per azzardare un attacco nei confronti dell'Azerbaijan. L'esercito di Baku non è più quello della prima guerra dei primissimi anni '90. Adesso più che mai gli armeni sanno che non avranno aiuti e saranno soli, come sempre, a combattere contro un gigante armato fino ai denti. Gli europei hanno bisogno del gas azero per rendersi indipendenti da quello russo e Putin è impegnato sul fronte ucraino. A nulla sono serviti i numerosi incontri istituzionali, le strette di mano, i proclami sul rispetto dei diritti umani, le richieste di sanzionare l'Azerbaijan. Dall'Italia poi, il Paese da sempre legato all'Armenia, non giungono segnali incoraggianti. Per la Meloni la libertà ha un prezzo ma quale prezzo sta pagando l'Italia per la libertà degli armeni del Nagorno Karabakh di poter vivere pacificamente e tranquillamente in quella che è stata da sempre la loro terra? Tutto il mondo sta aiutando l'Ucraina perché considerata un Paese europeo ma qualcuno sta valutando quali risvolti possa avere l'avanzata dell'Azerbaijan fino a inglobare tutto il territorio dell'Artsakh e parte dell'Armenia tanto quanto basta per avere il collegamento fino ai confini con la Turchia? Vogliamo davvero, dopo aver allontanato la Russia dall'asse europeo per avvicinarla a quello cinese, fare in modo di cancellare l'Armenia e gli armeni importante cuscinetto tra due potenze islamiche che certamente non brillano per valori democratici? Proprio oggi il ministro degli Esteri armeno Ararat Mirzoyan ha definito il rafforzamento delle relazioni tra Armenia e Cina estremamente importante. Riteniamo davvero giusto mettere le nostre democrazie nelle mani di potenze che di democratico non hanno nulla?
Da Yerevan e dal Nagorno Karabakh arrivano richieste e grida di aiuto. All'Occidente non è rimasto molto tempo per prendere una posizione, dalla quale dipenderà il suo e il nostro futuro.
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