ANN - Letizia Leonardi - Dopo tanta indifferenza dell'Unione Europea finalmente un cambio di riotta: Il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel ha annunciato che verrà predisposto un aiuto finanziario di 2,6 miliardi di euro per la piccola Repubblica caucasica devastata dalla pandemia, dalla recente guerra contro L'Azerbaijan, dall'incertezza politica e dalla conseguente crisi economica. Inizialmente l’UE aveva previsto 500 milioni di euro per sostenere circa 30.000 piccole e medie imprese del Paese e 600 milioni di euro per sviluppare il settore dei trasporti. Si tratta del 62% in più della cifra inizialmente concordata in vista delle elezioni parlamentari, tenute il 20 giugno scorso e a seguito della disfatta subita nel conflitto azero-armeno nel Nagorno-Karabakh. Il governo armeno ha interpretato questo cospicuo stanziamento come una sorta di “ricompensa” per il clima trasparente e pacifico in cui si sono svolte le ultime elezioni. Si temevano infatti delle ribellioni post elezioni dato che il premier neo eletto era stato costretto alle dimissioni a causa di una crisi politica interna.
Questi ingenti finanziamenti dovrebbero essere destinati alla realizzazione di infrastrutture, per l'agenda digitale, per progetti che riguardano il clima, i trasporti e riforme istituzionali. Una parte del finanziamento sarà utilizzata per la costruzione di una nuova autostrada che collegherà il Nord dell’Armenia all’Iran. Questo storico risultato è stato ottenuto a seguito del recente incontro, tenutosi a Yerevan, tra il primo ministro Nikol Pashinyan e Il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel. L'intenzione espressa dal rappresentante dell'Unione Europea è quella di rafforzare i legami con la Repubblica d'Armenia per cercare di farsi parte attiva per la risoluzione dei problemi che affliggono da anni il Caucaso del Sud.
L'UE intende impegnarsi nella regione al fine di rafforzare i legami con i suoi partner e lavorare alla preparazione del vertice del partenariato orientale. L'UE ha anche promesso un fattivo appoggio a fianco del gruppo di Minsk dell'OSCE per la risoluzione del conflitto del Nagorno Karabakh.
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