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Immagine del redattorePatrizia Boi

Archeologia - uno strumento di dialogo tra i popoli

Aggiornamento: 26 ott


Petra, sito archeologico della Giordania, posto a circa 250 km a sud della capitale Amman


Patrizia Boi (Assadakah News) - Dal 28 settembre scorso, Italia Nostra ha iniziato a organizzare un ciclo di incontri sul tema dell'archeologia come strumento di diplomazia culturale e dialogo tra i popoli.

 

E dove può avvenire più facilmente un dialogo interculturale se non tra i popoli che si affacciano sul Mediterraneo?

 

Il “Mare Nostrum”, le sue acque accoglienti, i popoli del mare che lo hanno abitato, da secoli e da millenni, ne solcando le superfici e le profondità! E comunicano tra loro attraverso lo scambio fisico e metafisico delle loro ricchezze. L’Archeologia rappresenta un patrimonio comune da preservare e da difendere, un lascito degli antenati dell’Umanità a tutti noi, un simbolo della nostra appartenenza collettiva a radici antiche, una opportunità per attuare collaborazione e cooperazione.

 

Per questa ragione, Italia Nostra ha elaborato un interessante progetto che ha come partner il parco archeologico dell'Appia antica insieme all'Istituto nazionale di archeologia e storia dell'arte, la rivista Archeomatica, il Museo della civiltà la Società geografica italiana e il Cnr.

 

E in questo progetto è proprio il nostro Paese che si pone come centro del dialogo:

«L'Italia è un ponte tra Europa e i Paesi del Mediterraneo, come ministero della Cultura stiamo lavorando molto nell'ambito del Piano Mattei, abbiamo effettuato da poco una missione in Tunisia, con la quale abbiamo avviato una serie di progetti. Le missioni archeologiche, operando da più di un secolo, fin dall'unità d'Italia in tutti i Paesi del Mediterraneo hanno aperto la strada su cui noi ci siamo incanalati con questo progetto. Le missioni costituiscono uno strumento decisivo per il rapporto pacifico tra i popoli che in questo momento è particolarmente sentito e necessario», ha spiegato Alfonsina Russo, responsabile del neonato dipartimento del Ministero della Cultura dedicato alla Valorizzazione del Patrimonio culturale.

 

Rammentiamo che il Piano Mattei è un piano di interventi strategici a medio-lungo termine rivolto ai Paesi del continente africano, che si occuperà di istruzione e formazione, salute, agricoltura, acqua ed energia. Si tratta di una scelta di politica estera del governo italiano che mette a disposizione oltre 5,5 miliardi di euro per la sua attuazione, in modo che davvero, come ribadito in occasione del vertice Italia-Africa, il rapporto con il continente africano, possa essere “da pari a pari”, senza più paternalismo né spirito caritatevole.


Collaborazione e cooperazione


«Italia nostra fin dal 1994 organizzò su impulso di Antonio Cederna un convegno internazionale sulle vie storiche romane proiettato sulle loro influenze sui popoli del bacino del Mediterraneo. Nel 2018 come Italia nostra abbiamo organizzato degli incontri proprio a Capo di Bove in collaborazione con la Soprintendenza e oggi con il Parco dell'Appia antica. Oggi, grazie alle ideatrici di questo progetto, Maria Teresa Curcio e Francesca Romana Fiano, quelle esperienze tornano come quinto ciclo di incontri realizzato nel segno dell'Appia, via d'acqua e di terra d'Oriente. Un viaggio ambizioso di conoscenza delle missioni archeologiche del Mediterraneo», ha spiegato Annalisa Cipriani, coordinatrice di Italia Nostra.


Gli incontri saranno trasmessi anche in streaming sui canali Youtube del Mic e di Italia Nostra.

 

Acropoli, Atene, Grecia, foto di Christo Anestev da Pixabay


Mediterraneus, in latino significa 'in mezzo alle terre', per il mondo arabo, al-Baḥr al-Abyaḍ al-Mutawassiṭ, è il “Mar Bianco di Mezzo”, è per molti popoli considerato l’archetipo del ‘Mare in mezzo alle terre’.

E cosa fa questa enorme superficie acquea?

Unisce i popoli, si pone come ponte dei territori che vi si affacciano, che sono stati teatro delle più antiche civiltà del pianeta, ma anche anello di congiunzione del mondo occidentale con il Medio Oriente e al Vicino Oriente. 

Il patrimonio archeologico come terreno di ricerca antichistica, che riassume storia, cultura, tradizioni di un gruppo, attraverso un approccio multi- e interdisciplinare, potrà consentire l’interpretazione  di oggetti, spazi, pratiche e fenomeni di tipo culturale, sociale, economico e religioso, sospingendo gli studiosi e gli appassionati di ogni paese a cooperare per la gestione del complesso patrimonio culturale di tutta la comunità.

 

Forse è solo un inizio, ma come affermava il sociologo francese Alain Touraine, morto a Parigi nel 2023 a 97 anni, nel suo libro Libertà, uguaglianza, diversità (Il Saggiatore) quando riusciremo a diventare «soggetti» e a costruire la nostra identità politica mettendo la cultura e la creatività di ognuno al servizio di tutti potremo riappropriarci del nostro futuro, per essere parte attiva nella costruzione di una società  finalmente libera, equa e fondata sul valore delle differenze.


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