Assadakah Roma News - Si è svolto presso la residenza dell’Ambasciatore d’Italia a Nairobi, Roberto Natali, il via ufficiale al programma “SEMAKENYA II” finanziato dalla Cooperazione Italiana, che sosterrà l’introduzione di pratiche di agricoltura conservativa e tecnologie “Climate Smart” nella Contea di Makueni, situata in una delle zone aree e semi aride del Kenya. L’iniziativa, del valore di 2 milioni di euro, viene realizzata attraverso l’Istituto Agronomico del Mediterraneo di Bari (CIHEAM Bari) in partenariato con l’Organizzazione per la Ricerca Agricola e Zootecnica del Kenya (KALRO).
All’evento hanno partecipato il Governatore della Contea di Makueni, Mutula Kilonzo Jr, il Vicedirettore del CIHEAM Bari, Biagio Di Terlizzi e il Direttore di Eni Kenya, Enrico Tavolini. Presenti il Direttore dell’Ufficio regionale di Nairobi dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), Giovanni Grandi e svariati rappresentati del settore privato italiano, delle istituzioni locali e della società civile.
“SEMAKENYA II” vuole tracciare un percorso resiliente verso l'agroecologia nella Contea di Makueni, promuovendo pratiche agricole rispettose dell’ambiente, con la valorizzazione di colture locali resistenti alla siccità, come legumi e frutti tropicali, che hanno anche un forte potenziale di commercializzazione sui mercati internazionali. Tra le attività è prevista anche l’introduzione di una piattaforma digitale che collegherà direttamente agricoltori e acquirenti, con l’obiettivo di garantire un commercio più equo per gli agricoltori e un prodotto di qualità che soddisfi le richieste del mercato.
“SEMAKENYA II” rappresenta la prima concretizzazione del Memorandum of Understanding (MoU) firmato da Eni Kenya e dalla Sede di Nairobi dell’AICS nel 2021, riguardo al coinvolgimento del “Sistema Italia” e del settore privato nella realizzazione degli interventi di cooperazione. In particolare, SEMAKENYA II punta alla decarbonizzazione attuata da ENI nel Paese, che prevede l’introduzione di colture oleaginose sostenibili, come il ricino, e l’apertura di impianti di trasformazione per l’estrazione dell’olio industriale, successivamente verrà esportato in Italia per la produzione di biocarburanti, prospettando nuove opportunità di reddito per gli agricoltori.
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