Redazione Assadakah - Il terrorismo torna a colpire, nell'Afghanistan dilaniato da oltre vent'anni di conflitti. Una forte esplosione ha devastato una scuola femminile appena a ovest della capitale, nel distretto di Dasht-e-Barchi, mentre molte persone erano impegnate nei preparativi per la festività di Eid Al-Fitr, cioè l'eventeo che segna la fine del mese sacro di Ramadan. La stessa zona era già stata colpita dall'Isis nel giugno 2020, in particolare le installazioni gestite da Medici Senza Frontiere.
Le autorità afghane puntano il dito contro le formazioni talebane, le quali però respingono ogni accusa, incolpando le milizie fondamentaliste dell'Isis. La detonazione è avvenuta mentre le studentesse stavano uscendo dalla Sayed ul Shuhada School. Dopo una prima esplosione, se ne sono udite altre due, probabilmente causate da missili. La folla ha attaccato le ambulanze accorse sul luogo e ha aggredito gli operatori sanitari, come riferisce Ghulam Dastigar Nazari, portavoce del ministero della Salute, che parla di oltre 50 morti e più di un centinaio di feriti, bilancio purtroppo ancora provvisorio, in maggioranza fra gli 11 e i 15 anni.
Le immagini che circolano sui social media mostrano colonne di fumo nero innalzarsi sopra il quartiere. In un vicino ospedale, i giornalisti dell’Associated Press hanno visto almeno 20 cadaveri allineati nei corridoi e nelle stanze, con dozzine di feriti. Fuori dal Muhammad Ali Jinnah Hospital, dozzine di persone si sono messe in fila per donare il sangue, mentre i familiari controllavano le liste delle vittime affisse sui muri. Pazienti sono arrivati anche all’ospedale di Emergency: “Al momento abbiamo già ricevuto 26 feriti, quasi tutte ragazze tra i 12 e i 20 anni, mentre una persona era già morta all’arrivo” ha raccontato Marco Puntin, programme coordinator dell’Ong italiana.
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