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Jeddah - Domani vertice mondiale sulla crisi ucraina

Roberto Roggero - Con la mediazione del Regno dell’Arabia Saudita, si apre domani nella città di Jeddah, la Conferenza Internazionale sulla situazione in Ucraina e sulle possibili soluzioni della crisi, e che avrà termine il 6 agosto.

Sono attesi i rappresentanti di oltre trenta Paesi, oltre a quelli coinvolti direttamente, anche quelli che fino a oggi hanno mantenuto una posizione neutrale o attendista. Presidenti, primi ministri, ministri degli Esteri, sovrani, accompagnati dalle rispettive delegazioni. Non sarà però presente la Russia, che non è stata invitata a causa dell’assenza di prospettive e volontà di trovare un accordo diretto.

Ci sarà certamente l’Ucraina e tutti gli alleati, che spingeranno per una iniziativa di pace da realizzare entro la fine dell’anno, come ha confermato il capo dell’Ufficio Presidenziale di Kiev, Andriv Yermak, che augura il successo della mediazione saudita per una visione unificata su una proposta di pace e la possibilità di tenere un grande Global Peace Summit in futuro.

Il vertice di Jeddah si apre dopo un precedente accordo, sul quale l’informazione ha praticamente taciuto, avvenuto a Copenaghen a fine giugno, dove portavoce ucraini, con il sostegno di Washington, hanno confermato, l’assoluta intenzione di ripristinare l’unità territoriale dell’Ucraina. In discussione, quindi, anche e soprattutto Crimea e Donbass, su cui Mosca ha posizioni altrettanto decise.

E’ difficile, se non impossibile, che gli esiti del vertice di Jeddah possano essere considerati risolutivi, ma appare evidente che l’Ucraina vuole arrivare a eventuali trattative su posizioni di vantaggio, e con un proprio piano di pace. Tuttavia è anche vero che il conflitto non può protrarsi oltre. I Paesi terzi o neutrali sono inoltre inevitabilmente coinvolti, a livello commerciale, alimentare, di rischi di escalation, come è stato confermato anche dalle dichiarazioni ufficiali conclusive del forum Russia-Africa a fine luglio.

Il vertice di Jeddah conferma poi il progetto del principe saudita Mohammed bin Salman, di svolgere un ruolo determinante nello scacchiere globale. L’Arabia Saudita ha un ambizioso piano di sviluppo, sostenuto da un forte dinamismo diplomatico, e accordi in più direzioni, in particolare grazie al nuovo rapporto con la Repubblica Islamica dell’Iran, grazie alla mediazione della Cina, che sarà presente a Jeddah. Vi è poi l’obiettivo di normalizzare le relazioni fra i Paesi del Golfo, oltre a legami con la Russia per una gestione concordata, non facile peraltro, del prezzo del petrolio.

Di certo il vertice di Jeddah ha una importanza fondamentale solo per il numero di Paesi coinvolti e rappresentati, a sottolineare come la crisi ucraina (e non solo) riguardi ormai tutti.

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