Assadakah Roma News – Superando ogni concetto di buon senso, di rispetto e di umanitaria comprensione, l’Italia si abbassa a mendicare energia all’Azerbaijan, da uno dei Paesi più totalitari e dittatoriali del mondo, che si è reso colpevole di una vera e propria aggressione, della distruzione di testimonianze storiche e culturali uniche, e che ancora oggi continua a rendersi colpevole di atti di prepotenza, soprusi e violazioni dei diritti umani, senza che la comunità internazionale si esprima in merito.
Il presidente del Consiglio, Maraio Draghi, ha infatti discusso con il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, il “rafforzamento della cooperazione bilaterale” sull’energia, vista la necessità di un distacco dalla Russia. L’Azerbaijan è già il primo fornitore di petrolio all’Italia, e può diventare più rilevante per gli acquisti di gas.
L’Azerbaijan è già un importante partner italiano sull’energia, al punto che Draghi, nel suo recente intervento alla Camera sulla guerra tra Russia e Ucraina, aveva menzionato proprio l’Azerbaijan nella lista dei fornitori privilegiati per sostituire le forniture di gas russo, senza che nessuno dei parlamentari si opponesse.
Attualmente l’Italia è molto dipendente dal gas russo, che vale oltre il 40% del totale importato. Il secondo fornitore è l’Algeria, con il 23% circa. Tale condizione di dipendenza da Mosca rende il nostro paese vulnerabile a un’interruzione dei flussi di combustibile, che il Cremlino potrebbe ordinare in risposta alle dure sanzioni imposte dall’Europa, Stati Uniti e NATO.
L’Italia potrà, nell’immediato, sopravvivere senza il gas russo, ma una sua completa sostituzione nel medio termine si rivelerebbe estremamente difficile.
Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha fatto sapere che si sta “lavorando per eliminare l’eventuale ricatto dal gas russo”. Al TG1 il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha dichiarato che “circa la metà del gas importato dalla Russia sarà sostituita da altre fonti”.
La settimana scorsa Di Maio è andato in visita in Algeria per ottenere forniture aggiuntive di gas naturale, che arriva in Italia attraverso la condotta TransMed. Algeri potrà sì svolgere un ruolo energetico di maggiore peso per Roma, ma in prospettiva ci sono due problemi: uno è l’instabilità politica interna, che potrebbe paralizzare le forniture (come già succede in Libia, peraltro); l’altro è la crescente domanda nazionale di gas, che ne riduce le quantità destinabili all’esportazione.
Il contributo dell’Azerbaijan alle importazioni italiane di gas è ancora limitato: l’infrastruttura di riferimento (il gasdotto Trans-Adriatico, o TAP) è di fatto entrato in funzione a fine 2020 e l’anno scorso l’Italia ha acquistato 7,2 miliardi di metri cubi di combustibile azero, quasi il 10% del totale importato. Il consumo nazionale di gas è stato di 76,1 miliardi di metri cubi.
Allo stato attuale, dunque, il TAP può garantire all’Italia 8 miliardi di metri cubi di gas, perché la condotta rifornisce anche Bulgaria e Grecia per 1 miliardo di metri cubi a testa. Il gasdotto parte dalla Grecia, attraversa l’Albania e sfocia in Puglia; si allaccia alla rete che mette in comunicazione il giacimento azero Shah Deniz con la Turchia.
コメント