Lorenzo Somigli – “La prima riflessione è puramente geopolitica: l’Italia, come altri paesi, subisce i contraccolpi dello scontro globale e della conseguente crisi energetica e alimentare. A livello mediterraneo, massima attenzione sull’Italia: può essere l’epicentro della crisi. Passiamo al “caso italiano” in politica. Le ultime elezioni locali hanno mostrato un Paese che cova grande, inespresso malessere, che si sfoga o disertando il voto o votando contro. Aggiungo che l’antipolitica è un male profondo e proteiforme: si esprime nel continuo appello alla società civile, nel frequente ricorso ai tecnici, nel rifiuto dei tempi della mediazione politica, che invece è una garanzia per i diritti e gli interessi di tutti. Detto questo, bisogna saper tracciare una linea dopo la legislatura più pazza di sempre: è giusto che il commissariamento finisca e l’elettorato si esprima, che si formi un nuovo Parlamento e si apra una stagione di riforme. Il Paese ha un disperato bisogno di riforme per la governabilità: non c’è democrazia – e fiducia nelle Istituzioni – senza governabilità. Per questo, occorre una riforma presidenziale, un Presidente eletto direttamente, con poteri definiti; un potere presidenziale da bilanciare con i giusti contrappesi, come il federalismo, l’unico sistema che interpreta in modo virtuoso il rapporto centro-periferie. La governabilità è una precondizione al recupero dello status di media potenza regionale nel Mediterraneo allargato e per partecipare, non da spettatori, alla competizione globale”.
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