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Italia, Iran e USA- La rivelazione del reporter Talal Khrais

Talal Khrais
Talal Khrais


Maddalena Celano (Assadakah News) - Negoziati Iran-USA: il doppio binario Oman-Roma. La rivelazione del reporter Talal Khrais


Mentre il mondo segue con il fiato sospeso gli sviluppi delle tensioni in Medio Oriente, una fonte privilegiata ci rivela dettagli inediti sui negoziati in corso tra Stati Uniti e Repubblica Islamica dell’Iran. Il reporter di guerra Talal Khrais, con una lunga esperienza nei teatri di crisi, ha condiviso con noi una dichiarazione esclusiva. Talal Khrais è un giornalista e analista politico libanese, noto per il suo lavoro come corrispondente del quotidiano As-Safir e per la sua attività come commentatore su diverse emittenti italiane, tra cui RAI, France 2 e Mediaset. Khrais ha documentato da vicino il conflitto siriano, vivendo in Siria per tre anni, e ha più volte denunciato la presenza di cittadini europei – inclusi italiani – detenuti nelle carceri siriane. È stato inoltre Responsabile delle Relazioni Internazionali del Centro Italo Arabo Assadakah, ricoprendo ruoli diplomatici e partecipando a importanti missioni nel mondo arabo.


La dichiarazione esclusiva di Talal Khrais


“La mossa di fare l'incontro a Roma non esclude l'Oman,” ha dichiarato Khrais. “I negoziati iniziati stamattina si svolgono in questo momento nell'ambasciata dell'Oman. È stata una mossa molto intelligente, sia da parte del sultanato dell'Oman che della Repubblica Islamica dell'Iran.”


Dietro questa scelta diplomatica si cela una precisa strategia geopolitica: evitare che l’Iran venga lasciato solo a negoziare con Washington e, contemporaneamente, reinserire l’Europa – finora marginalizzata – nel processo decisionale.


“Gli iraniani hanno incontrato sia i cinesi che i russi, chiedendo loro di essere garanti dell'accordo. Una mossa che dimostra come Teheran conti su alleati forti, in primis la Russia. Lavrov, solo ieri, ha pronunciato un discorso molto chiaro.”


Nel frattempo, anche Roma coglie l’occasione per rafforzare la propria rilevanza diplomatica, proponendosi come piattaforma di dialogo multilaterale.


“Gli europei non sono contrari che i negoziati si svolgano a Roma. Durante la presidenza Trump, l’Europa è stata tagliata fuori. Ora la palla è anche nel campo europeo, che deve ritagliarsi un ruolo concreto, non solo come finanziatore della difesa o degli aiuti umanitari.”


Aggiornamenti sulle trattative


Le trattative in corso, distribuite tra Muscat e Roma, vertono su tre punti fondamentali:


1. La de-escalation militare tra Iran e Israele;


2. Il rilancio dell’accordo sul nucleare (JCPOA), con garanzie di Cina e Russia;


3. Il coinvolgimento attivo dell’Europa nella costruzione dei futuri assetti regionali.


Talal Khrais con Papa Francesco
Talal Khrais con Papa Francesco

L’Italia si propone così come ponte tra Est e Ovest, in un contesto internazionale in rapida evoluzione, dove la diplomazia è tornata a giocare un ruolo chiave.

Roma si conferma ancora una volta crocevia della diplomazia internazionale. Nei giorni scorsi, in un clima di assoluta riservatezza, la capitale italiana ha ospitato un importante incontro tra delegazioni di alto livello provenienti da Iran e Russia. A sorprendere, e al contempo rassicurare alcuni osservatori internazionali, è stata la presenza attiva dell’Oman in qualità di mediatore e supervisore.

L’Oman, noto per la sua politica estera improntata all’equilibrio e alla mediazione, si è fatto garante del dialogo, rafforzando il proprio ruolo strategico in un momento storico di crescenti tensioni in Medio Oriente e in Eurasia.


Un vertice discreto ma significativo


Sebbene non siano stati diffusi comunicati ufficiali dettagliati, fonti diplomatiche confermano che al centro del vertice vi erano questioni strategiche cruciali: dalla cooperazione economica e militare alla gestione delle rotte energetiche, fino alle prospettive di una pace regionale più stabile.

In particolare, l’Iran avrebbe riaffermato la propria volontà di consolidare le relazioni con Mosca in chiave multipolare, come risposta alle pressioni occidentali e al rafforzamento dell’asse NATO-Ucraina. La Russia, dal canto suo, ha mostrato interesse per una più stretta collaborazione nel Golfo Arabico, sia in chiave energetica che geopolitica.


Il ruolo dell’Oman


La presenza dell’Oman non è affatto casuale. Questo piccolo stato della Penisola Arabica ha mantenuto negli anni relazioni stabili e pacifiche con tutte le potenze regionali, inclusi Iran, Arabia Saudita e Stati Uniti. Il sultanato ha già svolto in passato un ruolo chiave nei negoziati sul nucleare iraniano, accreditandosi come interlocutore neutrale e affidabile.

Nel contesto attuale, caratterizzato dall’inasprirsi delle ostilità in Medio Oriente (con particolare riferimento alla crisi israelo-palestinese e alle tensioni nello Stretto di Hormuz), l’Oman si propone come ponte tra Oriente e Occidente, tra paesi in cerca di sicurezza e cooperazione.


Prospettive future

L’incontro romano potrebbe rappresentare l’inizio di un nuovo ciclo negoziale, volto non soltanto a rafforzare l’asse Teheran-Mosca, ma anche a creare una piattaforma alternativa alle dinamiche belliciste e alle sanzioni imposte dalle potenze occidentali. La supervisione dell’Oman garantisce una cornice di fiducia, utile per avviare un processo di dialogo più ampio che potrebbe coinvolgere in futuro anche altri attori regionali come la Turchia, la Siria e i Paesi del Golfo.

In un’Europa sempre più marginalizzata sul piano diplomatico, l’Italia — almeno come sede neutrale di confronto — riacquista un ruolo, seppur discreto, nello scacchiere globale.

Roma, da sempre città di ponti e non di muri, potrebbe tornare ad essere laboratorio di pace e mediazione, in un mondo che ne ha disperatamente bisogno.


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