(Agenzia Nova) - Il vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani, è in visita ufficiale negli Emirati Arabi Uniti per la seconda vota in poco più di tre mesi. Il titolare della Farnesina, infatti, aveva accompagnato la presidente Consiglio, Giorgia Meloni, in missione ufficiale nel Paese del Golfo lo scorso 3 marzo. “La mia visita ad Abu Dhabi e l’incontro con lo sceicco Abdullah bin Zayed bin Sultan Al Nahyan (il ministro degli Esteri, ndr) rappresentano un altro passo verso una cooperazione più forte, più efficace e mutuamente vantaggiosa. Il nostro impegno per la stabilità e la sicurezza è molto apprezzato nella regione. Siamo un interlocutore credibile e, rispetto ai nostri altri partner europei, ci sentiamo speciali, perché spesso riceviamo richieste di maggiore presenza italiana”, ha detto Tajani in un’intervista ad “Arab News”.
Prosegue, dunque, lo slancio delle relazioni politiche (grazie al costante dialogo sulle tematiche bilaterali e i dossier di sicurezza regionale), economiche (gli Emirati sono per l’Italia il primo mercato di sbocco dell’area Mena) e culturali (ad Abu Dhabi è stato recentemente inaugurato il primo Istituto Italiano di Cultura nell’area del Golfo), dopo le tensioni emerse durante il secondo governo Conte. Saranno diversi gli argomenti al centro dei colloqui del capo della diplomazia italiana nel Paese del Golfo: dalla cooperazione economica e industriale, ai principali dossier regionali come le crisi in Libia e in Tunisia, fino alla crisi migratoria e alla relativa conferenza internazionale che l’Italia ospiterà nel mese di luglio. Proprio sul dossier libico vale la pena sottolineare una crescente convergenza delle posizioni di Italia ed Emirati impensabile fino a pochi anni fa, quando Abu Dhabi sosteneva apertamente il tentativo (fallimentare) del generale Khalifa Haftar di conquistare “manu militari” la capitale, Tripoli, a scapito del Governo di accordo nazionale (Gna) appoggiato da Italia e Turchia. Oggi, invece, l’approccio delle autorità emiratine al dossier libico appare molto più pragmatico. Gli emiri hanno intessuto una fitta rete di rapporti con i principali leader libici, al punto che lo sceicco Mohamed bin Zayed al Nahyan, presidente degli Emirati Arabi Uniti, ha ricevuto separatamente sia il generale Haftar che il primo ministro del Governo di unità nazionale (Gun), Abdulhamid Dabaiba, imprenditore e politico di Misurata con diversi interessi nel Paese del Golfo. Entrambi i leader libici sono stati ricevuti a palazzo Chigi dalla premier Meloni poche settimane orsono.
Quanto alla Tunisia, l’Italia potrebbe chiedere ai sette emirati del Golfo di contribuire a salvare l’economia del Paese nordafricano. Dopo anni di mal governo, la crisi del Covid-19 e lo scoppio del conflitto in Ucraina, le finanze tunisine sono sempre più vuote e il Paese è pericolosamente sull’orlo del default, cioè l’impossibilità di ripagare i propri debiti. I negoziati con il Fondo monetario internazionale (Fmi) per ottenere un prestito da 1,9 miliardi di dollari sono in fase di stallo per il rifiuto del presidente della Repubblica, Kais Saied, di accettare i “dettami” internazionali. L’Italia si è fatta promotrice di un pacchetto di aiuti europei pari a 900 milioni di euro, di cui 300 subito e 600 dopo lo sblocco dei prestiti del Fondo, anch’esso ancora in fase di negoziazione.
Tajani ha sottolineato che gli Emirati Arabi Uniti sono il primo paese del Golfo con cui l’Italia ha lavorato per stabilire “un quadro strategico per una partnership”, aggiungendo che come principale partner commerciale dell’Italia nella regione del Medio Oriente e del Nord Africa, gli Emirati Arabi Uniti sono “un attore centrale nell’area del Mediterraneo allargato”. Il ministro ha evidenziato ad “Arab news” che entrambe le nazioni sono “fermamente impegnate a promuovere un approccio globale al fenomeno delle migrazioni, consapevoli che la lotta contro i flussi irregolari e il traffico di esseri umani richiede uno sforzo condiviso da parte di tutti i paesi interessati”. E’ interessante notare, da questo punto di vista, che l’aeroporto di Dubai viene ampiamente sfruttato dai trafficanti di esseri umani come “snodo” di transito dei migranti economici, ad esempio cittadini bengalesi e pachistani, che arrivano nei Paesi arabi senza visto prima della partenza verso l’Italia.
Quanto alla cooperazione economica gli Emirati rappresentano per l’Italia il primo mercato di sbocco dell’area del Medio Oriente e del Nord Africa (Mena). Dagli ultimi dati dell’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (Ice) emerge che l’interscambio commerciale tra Italia ed Emirati nei primi tre mesi del 2023 è stato pari a 1,788 miliardi di euro. Significativo è l’aumento del valore dell’export italiano verso il Paese, pari a 1,530 miliardi di euro in tre mesi, +18,9 per cento rispetto al primo trimestre dello scorso anno. Più che dimezzate, invece, le importazioni dagli Emirati, passate da un valore di 667,08 milioni di euro a 259,96 milioni di euro nel periodo gennaio-marzo 2022 (-61,1 per cento). Ne consegue che l’Italia esporta molto più di ciò che importa, in un rapporto di circa tre a uno, grazie soprattutto a gioielleria, meccanica, l’agroalimentare, mobili e moda “Made in Italy”.
Nel Paese sono presenti oltre 600 aziende italiane tra grandi società e piccole e medie imprese (Pmi) attive principalmente nei settori: costruzioni (Italferr, Itinera, Mapei, Rimond Cimolai, Rizzani de Eccher, We Build); energia (Ansaldo, Eni, Maire Tecnimont, Saipem, Snam, Technip, Tenaris); beni di consumo (Fca, Luxottica, Maserati, Technogym); sicurezza e difesa (Elettronica, Fincantieri, Leonardo); bancario-assicurativo (Banca Intesa Sanpaolo, Unicredit, Sace); aerospaziale (Telespazio). Il 30 gennaio scorso, l’Italia è stata inoltre scelta come “partner di platino” alla fiera annuale del settore sanitario Arab Health, svoltasi a Dubai alla presenza di espositori a livello regionale e internazionale. Roma ha partecipato con 160 espositori, mentre l’Ice ha allestito un salone incentrato su tematiche quali economia circolare e sostenibilità. Nel novembre 2022, l’Italia è stata ospite d’onore alla 41ma edizione della Fiera internazionale del libro di Sharjah (Sibf), una tra le primissime Fiere del libro nel mondo per numero di espositori (1.600), provenienti da 83 Paesi, per volumi esposti e soprattutto per numero di accordi relativi alla cessione di diritti di traduzione.
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