
Patrizia Boi (Assadakah News) - Il Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha siglato un accordo strategico con Ministro dell'Industria e della Tecnologia Avanzata degli Emirati Arabi Uniti, Dr. Sultan bin Ahmed Al Jaber per rafforzare la cooperazione bilaterale in materia di energia tra i due Paesi.
L'intesa, firmata alla presenza del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del Presidente degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan, si inserisce in un quadro di crescente collaborazione tra Italia ed Emirati nel settore energetico, con un'attenzione particolare alle energie rinnovabili e alle nuove tecnologie per la transizione ecologica.
L’accordo mira a sviluppare progetti congiunti, incentivare lo scambio di esperienze e migliori pratiche, favorire investimenti strategici e promuovere la ricerca e lo sviluppo, coinvolgendo anche partner di Paesi terzi.
«Italia ed Emirati consolidano ulteriormente le loro relazioni economiche e industriali, puntando a sinergie in un settore strategico come quello energetico» ha spiegato il Ministro Pichetto.
«Dall'idrogeno rinnovabile alla cattura e stoccaggio di carbonio, dall’energia nucleare di nuova generazione ai combustibili sostenibili, dalle energie rinnovabili ai minerali critici, fino alle reti intelligenti e alle interconnessioni elettriche, i due Paesi collaboreranno per sostenere le proprie aziende nella transizione verso modelli di sviluppo più sostenibili, cogliendo al contempo le opportunità di crescita connesse».

Gli Emirati Arabi Uniti, che puntano a diversificare la propria economia riducendo la dipendenza dagli idrocarburi, stanno investendo massicciamente in settori come il solare, l'eolico e l'idrogeno verde. In questo contesto, l'Italia può offrire competenze tecnologiche avanzate e un know-how industriale consolidato. La cooperazione tra i due Paesi si estende anche all'ottimizzazione delle reti elettriche intelligenti, che consentiranno una maggiore efficienza nell'uso dell'energia.
L'attuazione dell'accordo sarà affidata a un comitato congiunto composto dal Dipartimento Energia Futura del Ministero dell'Energia e delle Infrastrutture degli Emirati Arabi Uniti e dal Dipartimento Energia del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica italiano. Il comitato coordinerà il coinvolgimento di agenzie governative, governi subnazionali, autorità di regolamentazione indipendenti e imprese private di entrambi i Paesi.
Nel corso della stessa giornata, Pichetto, insieme al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha firmato un secondo Memorandum of Understanding (MoU) con il Ministro degli Investimenti emiratino, volto a rafforzare la cooperazione nel settore minerario. Questo accordo è particolarmente strategico, considerando l'importanza crescente dei minerali critici per le industrie tecnologiche e per la transizione energetica globale.
«Garantire un accesso sicuro e sostenibile ai minerali critici è una priorità per l'Italia» ha sottolineato Pichetto.
«Questo accordo ci permetterà di collaborare con gli Emirati non solo nell'estrazione e nella lavorazione, ma anche nel riciclo e nella gestione efficiente delle risorse, riducendo la dipendenza da fornitori esterni e rafforzando la nostra autonomia strategica».
L'accordo prevede iniziative congiunte per l’esplorazione, l’estrazione, la lavorazione e il riciclo dei minerali critici, essenziali per la produzione di batterie, semiconduttori, turbine eoliche e altre tecnologie avanzate. Il Memorandum include anche la creazione di partnership industriali e l'implementazione di standard ambientali elevati per garantire un approccio sostenibile alla gestione di queste risorse.
Gli Emirati Arabi Uniti, pur non essendo tra i principali produttori mondiali di minerali critici, hanno sviluppato una strategia di approvvigionamento e raffinazione che li rende un hub chiave per la distribuzione di queste materie prime. La cooperazione con l'Italia potrebbe facilitare nuove opportunità di investimento per le imprese italiane operanti nel settore della tecnologia mineraria e della sostenibilità ambientale.
Rammentiamo per i non addetti ai lavori che le terre rare fanno parte dei minerali critici, ma il concetto di minerali critici è più ampio e include anche altri elementi essenziali per la transizione energetica, la tecnologia e l'industria avanzata.
Possiamo definire i Minerali critici (1) come materiali strategici la cui disponibilità è limitata o soggetta a rischi di approvvigionamento. Sono fondamentali per settori chiave come l'energia rinnovabile, l'elettronica, l'automotive, l'aerospaziale e la difesa.
Le Terre rare (2), invece, sono un sottogruppo di minerali critici composto da 17 elementi chimici (lantanoidi + scandio e ittrio). Sono impiegate in magneti permanenti, batterie, pannelli solari, turbine eoliche, chip elettronici e molte altre applicazioni tecnologiche.
(1) Oltre alle terre rare, altri minerali considerati critici includono:
Litio (batterie per veicoli elettrici)
Cobalto (batterie e superleghe)
Nichel (acciai inossidabili e batterie)
Grafite (anodi per batterie al litio)
Tungsteno (strumenti da taglio, aerospaziale, difesa)
Platinoidi (catalizzatori, idrogeno verde)
Gallio e Germanio (microchip, fotonica, pannelli solari)
L'Unione Europea e gli Stati Uniti aggiornano periodicamente le liste dei minerali critici in base ai rischi geopolitici e alla domanda industriale.
(2) Le terre rare, un gruppo di 17 elementi chimici, si suddividono in terre rare leggere e terre rare pesanti, con proprietà chimico-fisiche fondamentali per l’industria tecnologica, elettronica, aerospaziale ed energetica.

Terre rare leggere (LREE - Light Rare Earth Elements)
Lantanio (La) → Catalizzatori, batterie ricaricabili, ottiche speciali
Cerio (Ce) → Lucidatura del vetro, catalizzatori, leghe metalliche
Praseodimio (Pr) → Magneti ad alte prestazioni, turbine aeronautiche
Neodimio (Nd) → Magneti per motori elettrici, turbine eoliche, cuffie audio
Promezio (Pm) → Materiale radioattivo usato nei generatori nucleari portatili
Samario (Sm) → Magneti Samario-Cobalto (resistenti alle alte temperature), laser
Terre rare pesanti (HREE - Heavy Rare Earth Elements)
Europio (Eu) → Fosfori per schermi TV, LED, illuminazione fluorescente
Gadolinio (Gd) → Imaging medico (risonanza magnetica), reattori nucleari
Terbio (Tb) → Magneti per veicoli elettrici, display a colori, laser
Disprosio (Dy) → Magneti ad alta resistenza termica, motori elettrici
Olmio (Ho) → Laser industriali, superconduttori
Erbio (Er) → Fibre ottiche, leghe per reattori nucleari
Tulio (Tm) → Laser chirurgici, dispositivi a raggi X portatili
Itterbio (Yb) → Leghe metalliche per l’industria aerospaziale, laser
Lutezio (Lu) → Imaging medico, catalizzatori petrolchimici
Elementi associati alle terre rare
Scandio (Sc) → Leghe leggere per aerospaziale, illuminazione ad alta efficienza
Ittrio (Y) → Superconduttori, ceramiche avanzate, laser
Usi principali delle terre rare
Le terre rare sono essenziali per molte tecnologie avanzate:
Magneti permanenti (Neodimio, Praseodimio, Disprosio, Terbio) → Motori elettrici, turbine eoliche
Elettronica di consumo (Europio, Terbio, Ittrio) → Display OLED, TV a colori
Batterie e accumulatori (Lantanio, Cerio) → Auto ibride, accumulatori di energia
Industria aerospaziale e difesa (Samario, Disprosio, Olmio) → Radar, missili, laser
Medicina e imaging (Gadolinio, Lutetio, Itterbio) → Risonanze magnetiche, diagnostica avanzata
Poiché la loro estrazione è complessa e concentrata in pochi paesi (principalmente Cina, Stati Uniti e Australia), il loro approvvigionamento è considerato strategico per la sicurezza economica globale.
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