Islam - Ramadam, una Festa antica e il ruolo femminile
- Patrizia Boi
- 1 mar
- Tempo di lettura: 5 min

Patrizia Boi (Assadakah News) - È iniziato il mese Santo del Ramadan, un momento di grande importanza per milioni di musulmani nel mondo e per i circa 2,7 milioni di fedeli* che risiedono nel nostro Paese. Nel mondo del business e delle relazioni internazionali, il Ramadan è sempre più riconosciuto: aziende e manager inviano auguri ai partner commerciali, segno di un legame sempre più stretto tra l’Italia e i Paesi a maggioranza islamica.
Durante il Ramadan, che quest’anno inizia ufficialmente la sera del tra il 28 febbraio, la Luna gioca un ruolo centrale, principalmente per motivi legati al calendario islamico. Questo calendario è lunare, cioè si basa sul ciclo delle fasi lunari, quindi ogni mese inizia con la luna nuova e dura circa 29 o 30 giorni, a seconda dell'osservazione diretta della luna crescente. Il Ramadam inizia con la prima visibilità della luna nuova, che segna l'inizio del mese.

L'importanza della Luna nel Ramadan è anche legata alla divisione del giorno in due periodi principali di digiuno:
Imsak (alba): il digiuno inizia poco prima dell'alba, con la preghiera del Fajr, e si interrompe solo quando il sole tramonta.
Iftar (tramonto): il digiuno si interrompe al tramonto, con la preghiera del Maghrib.
Il segno della luna crescente indica anche la fine del Ramadan e l'inizio della festa di Eid al-Fitr, che celebra la fine del digiuno. La presenza della luna crescente è quindi un simbolo di rinnovamento spirituale, di purificazione e di attesa. In alcune culture musulmane, l'osservazione della luna crescente è un momento molto significativo, poiché segna l'inizio di un nuovo mese e, in questo caso, un momento di grande importanza religiosa.

Come sottolinea la Dottoressa Roberta Adesso, il nono mese del calendario islamico è il più sacro degli altri ed è anche uno dei “cinque pilastri dell’Islam” (testimonianza di fede shahādah, preghiera ṣalāt, elemosina legale zakāt, digiuno ṣawm, il pellegrinaggio alla Mecca hajj), ossia i principi che il buon musulmano segue come atti obbligatori ordinati da Dio. I primi versi del Corano, il Libro Sacro dell’Islam sono stati rivelati proprio in questo mese; il digiuno è un atto di adorazione che avvicina i Musulmani a Dio; un’enfasi superiore è dedicata alla recita del Corano in questo periodo.
Durante questo mese, dall’alba al tramonto, i musulmani si astengono da cibo, bevande e altre attività quotidiane, ma anche da pensieri e comportamenti negativi, con l'obiettivo di purificare l'anima e rafforzare la fede, vivendo la spiritualità in modo intenso e collettivo. Il digiuno, oltre che un precetto religioso, è anche un esercizio di autodisciplina e solidarietà verso chi è meno fortunato.

Le giornate assumono un ritmo diverso durante il Ramadan. Chi ha vissuto e lavorato nei Paesi islamici, come la nostra islamista, Roberta Adesso, sa bene come la vita quotidiana si trasformi: le attività lavorative si riducono a poche ore al giorno, mentre progetti e affari spesso vengono rimandati alla fine del mese. Il tempo rallenta, lasciando spazio alla spiritualità, alla riflessione e alla condivisione.
Prima dell’alba, la giornata inizia con il Suhoor, un pasto abbondante che fornisce le energie necessarie per affrontare le ore di digiuno. Dopo il tramonto, l'Iftar segna la rottura del digiuno, trasformandosi in una festa gioiosa, ricca di sapori e convivialità. L’atmosfera di queste serate è unica e indimenticabile soprattutto per coloro che l'hanno vissuta nel mondo arabo.
Questo mese sacro è un tempo di carità, gentilezza e pazienza. Di notte, i credenti si recano in moschea per la preghiera del Taraweeh, un momento di raccoglimento che si celebra solo in questo periodo dell’anno. Tuttavia, non tutti sono tenuti a digiunare: alcune categorie sono esentate, come i bambini, i viaggiatori, i malati, le donne in gravidanza o in allattamento e coloro che hanno il ciclo mestruale, sottolinea sempre la nostra esperta Roberta Adesso.
Il Ramadan si conclude con la festa dell’Eid al-Fitr, un momento di gioia e condivisione in cui i musulmani si riuniscono in moschea per pregare, poi si scambiano doni e condividono il pranzo in famiglia.

Un aspetto spesso trascurato riguarda il ruolo delle donne durante il Ramadan. Un importante incontro, organizzato nel 2021 dall’Associazione Assadakah e da Welcome Association Italy (WAI), ha dato voce a diverse prospettive femminili sul significato di questa festività.
Hajjah Zeinat Mohamad, presidente del Consiglio di Amministrazione del Centro Culturale al Huda, ha sottolineato come la partecipazione delle donne alla vita comunitaria durante il Ramadan sia fondamentale. Non solo sono protagoniste nell’organizzazione delle riunioni familiari e nella preparazione dell’Iftar, ma sono anche sempre più presenti nella guida spirituale e nella gestione delle moschee. La stessa Mohamad, prima donna in Italia a ricoprire un ruolo di rilievo nella gestione di un luogo di culto islamico, ha ribadito come l’idea stereotipata di una donna musulmana relegata a un ruolo passivo sia lontana dalla realtà.
Hajjah Zeinat Mohamad, ha sottolineato, altresì, il valore del Ramadan non solo come periodo di crescita spirituale e autodisciplina, ma anche come occasione di dialogo e scambio tra comunità di fede diverse. Ha raccontato come, nella Chiesa di San Felice, che ospita la Moschea di Roma, si realizzi un intenso confronto interreligioso: durante il mese sacro, la cucina rimane aperta per accogliere ospiti di ogni credo e vengono invitati rappresentanti della Chiesa cattolica, mentre i musulmani, a loro volta, partecipano alle celebrazioni cristiane.
Somia Hadef, Segretario degli Affari Esteri presso l’Ambasciata d’Algeria, ha invece raccontato le tradizioni del Ramadan nel suo Paese, sottolineando come questo mese sia vissuto con particolare intensità in una società che ha saputo mantenere forte la propria identità nonostante le dominazioni coloniali. In Algeria, le case vengono preparate con cura prima dell’inizio del mese sacro, le moschee si riempiono di fedeli e vengono organizzate raccolte di fondi per aiutare i bisognosi.

Viene effettuata una raccolta fondi per comprare cibo che viene offerto a tutti, in particolare alle persone sole. È durante il suḥūr, il pasto prima dell'alba, che vengono accese le lanterne, creando un’atmosfera molto particolare e suggestiva. Durante la seduta spirituale (preghiera di Tarawih) i bambini sono vestiti con abiti tradizionali lunghi, di colore bianco, per far sentire loro che non è un giorno come un altro, le donne indossano gli abiti da sposa, si pratica la circoncisione, si compie il pellegrinaggio e infine si fa la pace, non ha senso il digiuno se non si è in pace con gli altri.
Il Ramadan è dunque un periodo di rinnovamento spirituale, ma anche di condivisione e apertura verso gli altri. Un’occasione che meriterebbe maggiore attenzione per il suo valore di dialogo, cultura e umanità.
Davvero suggestivi i canti tradizionali che accompagnano il mese di Ramadam:
*Le stime più recenti indicano che la popolazione musulmana in Italia è d pari al 4,9% della popolazione residente. Questa cifra comprende sia cittadini italiani sia residenti con cittadinanza straniera. In particolare, al 1° gennaio 2024, gli stranieri residenti in Italia di fede musulmana erano circa 1,6 milioni, mentre la componente italiana era stimata in 1,22 milioni di persone.
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