Patrizia Boi (Assadakah News) - Il 29 gennaio 2025, alle ore 10:30, si è tenuta la Cerimonia Ufficiale di Restituzione di Reperti Archeologici Iracheni presso la sede dell’Ambasciata dell’Iraq a Roma, in via della Camilluccia, 355.
Grazie all’incessante attività svolta dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale per la salvaguardia dei beni culturali illecitamente sottratti, in conformità con la Convenzione Unesco siglata a Parigi il 14 novembre 1970, il Nucleo TPC di Monza ha individuato e sequestrato cinque reperti archeologici di origine irachena.
Questi reperti sono stati ufficialmente restituiti oggi dal Maggiore Michele Minetti, Comandante del Nucleo TPC di Monza, alla presenza dell'addetto Maresciallo Capo Pasquale De Paolo, all’Ambasciata della Repubblica dell’Iraq a Roma, rappresentata dall'Ambasciatore S.E. Saywan Barzani.
All’evento hanno partecipato anche:
l'Ambasciatore dell'Iraq presso la Santa Sede, S.E. Rahman Al-Amiri;
il Colonnello Ahmed Amoor Hassan Baza, addetto alla Difesa Aggiunto;
il Ministro Plenipotenziario Najah Al-Sabbagh, Vice Capo Missione;
la Responsabile Affari Culturali Nibras Raad Kamil;
il Consigliere Hayder Al-Tamimi, Responsabile Affari Legali;
il Responsabile Affari Economici, Ahmed Jaafar.
L’iniziativa rappresenta un importante passo avanti nella cooperazione internazionale per la tutela del patrimonio culturale e il contrasto al traffico illecito di beni archeologici.
Membri dell'Ambasciata dell'Iraq durante la Celebrazione
Infatti l'Ambasciatore S.E. Saywan Barzani, dopo avere spiegato nella sua lingua ai numerosi addetti dell'Ambasciata e della Stampa l'importanza di questa celebrazione, ha fatto un intervento molto caloroso in lingua italiana nei confronti del Nucleo TPC di Monza:
«Per prima cosa, vorrei dare il mio benvenuto al Comandante e all'Ispettore che sono venuti da Monza, dal Nord dell'Italia, per portarci questi reperti archeologici che si trovavano nella loro zona. Vi ringrazio a nome della Repubblica dell'Iraq per questa amicizia e collaborazione fra i nostri due paesi, che condividono il 50% del patrimonio mondiale archeologico, condividono l'amicizia, la collaborazione artistica, culturale, politica, militare.
L'Arma dei Carabinieri ha giocato un ruolo importante, sta giocando ancora un ruolo importante in Iraq, è presente dal nord al sud e anche nel dominio di protezione del Patrimonio. Questa collaborazione importante fra i nostri due paesi, dimostra che la nostra amicizia profonda e la nostra stima per i valori storici dell'Iraq e della Mesopotamia, la più antica civiltà del mondo, è fondata, infatti tale patrimonio non appartiene solo al popolo iracheno, ma è patrimonio dell'umanità, inclusa l'Italia, merito del grande Impero romano. Vi ringraziamo molto e speriamo che questa cooperazione possa proseguire nel futuro, allo scopo di poter rimandare in Iraq tutti i reperti o artefatti rubati.
Qualche esperto stima che sono circa 120.000 i pezzi archeologici iracheni rubati, ufficialmente erano 15.000 nel 2003, abbiamo recuperato circa 5.000 di questi in collaborazione con i paesi amici come l'Italia e altri paesi del mondo, paesi come gli Stati Uniti, l'Inghilterra, anche il Libano, paesi più vicini, che ci hanno rimandato il nostro patrimonio in Iraq. Mancano ancora migliaia e migliaia di pezzi, ma con la collaborazione del nostro Governo con l'UNESCO e con tutte le organizzazioni internazionali, speriamo di recuperare la maggior parte di questi reperti archeologici inestimabili, molto importanti per tutta l'umanità. Vi ringrazio molto di nuovo, siete sempre i benvenuti in Iraq e anche alla nostra Ambasciata!».
L'Ambasciatore cede poi la parola al Maggiore Michele Minetti che spiega:
«Voglio spendere due parole solo per segnalare che questa è l'attività che quotidianamente svolge il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, dal 1969 sostanzialmente lavora a tutela del patrimonio artistico, storico, archeologico, non solo nazionale ma anche internazionale, in modo che possano essere restituiti i beni illecitamente sottratti. Essi possono essere restituiti alle comunità di appartenenza, perché sono un simbolo della loro civiltà ed è giusto che siano resi disponibili per la fruizione da parte delle comunità. Questo è il nostro quotidiano impegno a tutela dell'arte, dell'archeologia e della cultura di tutti i popoli».
L'Ambasciatore ha ringraziato di nuovo gli amici dell'Arma anche a nome dell'Ambasciatore della Repubblica dell'Iraq presso la Santa Sede, di tutti gli uffici culturali e militari e della rappresentanza della difesa militare, della rappresentanza permanente presso le Nazioni Unite e le Organizzazioni Internazionali.
Il Colonnello Ahmed Amoor Hassan Baza, addetto alla Difesa Aggiunto e l'Ambasciatore dell'Iraq presso la Santa Sede, S.E. Rahman Al-Amiri
È intervenuto anche S.E. Rahman Al-Amiri portando i suoi saluti e ringraziamenti ai Carabinieri, all'Ambasciatore e a tutti gli italiani che hanno svolto questa missione, sottolineando l'importanza della relazione di collaborazione con gli amici italiani e invitandoli a vedere un monumento dedicato ai Carabinieri caduti in Irak.
Mentre i reperti si trovavano sul tavolo i fotografi e i giornalisti hanno immortalato questo momento e l'attimo delle firme rispettive della restituzione ufficiale.
Si tratta di quattro coni in terracotta con iscrizioni reali commemorative della costruzione di edifici templari ad opera del re Gudea di Lagash (circa 2200-2150 a.C.) e di una tavoletta cuneiforme risalente alla III Dinastia di Ur (2100-2000 a.C.), nello specifico al 4° anno del regno di Amar-Suen (2044 a.C.) in quanto nel testo è menzionata una formula di datazione riconducibile al nome del sovrano. Il contenuto, formato da 11 righe tra recto e verso, è un documento amministrativo con un elenco di prigionieri di guerra assegnati al tempio di Shara di Umma e presi in consegna dal governatore della città.
Come dichiarato nel comunicato del comando TPC di Monza:
«L’attività investigativa trae origine da una segnalazione trasmessa al Comando Carabinieri TPC di Roma dalla stessa Ambasciata irachena dopo che propri funzionari avevano individuato alcuni manufatti archeologici iracheni posti in vendita sul sito internet di una nota casa d’aste milanese.
L’immediata attività investigativa svolta dai militari del Nucleo TPC di Monza, finalizzata all’accertamento sull’autenticità e provenienza dei beni in questione, permetteva alla competente Autorità giudiziaria di Milano di disporre il sequestro dei cinque reperti archeologici, risultati effettivamente di provenienza irachena, databili tra il III-II millennio a.C. ed esportati illecitamente da quei territori.
Le successive indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica meneghina, consentivano di deferire in stato di libertà i due proprietari dei beni posti in vendita oltre che un dipendente della stessa casa d’aste, contestando ai tre indagati la violazione penale in materia di “alienazione di beni culturali” (art. 518-novies del Codice Penale).
Tale attività di tutela di beni di interesse storico-culturale testimonia ancora una volta il ruolo centrale dell’Arma dei Carabinieri che, tramite la specialità del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale che opera da oltre cinquanta anni, è quotidianamente impegnata a garantire anche la sicurezza e la tutela del patrimonio artistico nazionale e internazionale, attraverso la prevenzione e la repressione delle violazioni alle normative di settore, ma anche operando in completa e proficua sinergia con le Autorità giudiziarie e Forze di Polizia italiane e straniere, oltre che con le Istituzioni pubbliche e private e con gli stessi cittadini».
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