Assadakah Baghdad - Il primo ministro dell’Iraq, Mohammed Shia al Sudani, ha costituito una commissione ministeriale, costituita da un curdo, un sunnita e uno sciita, per dirimere le divergenze emerse sulla proposta di legge in materia di sfruttamento e commercializzazione di petrolio e gas, che sarà costituita da 40 articoli e dovrebbe essere approvata dal Consiglio dei ministri entro le prossime due settimane.
Lo ha riferito l’emittente radiotelevisiva curda “Rudaw”, precisando che su tre punti vi sono divergenze tra il governo federale di Baghdad e il governo della Regione autonoma del Kurdistan iracheno.
I tre punti in questione sono i diritti di produzione, la gestione condivisa dei giacimenti e l’interpretazione dell’articolo 11 dello Statuto federale (la Costituzione dell’Iraq), secondo cui il petrolio è di proprietà di tutti gli iracheni in tutte le regioni e i governatorati. Due progetti di legge in materia di produzione e commercializzazione di idrocarburi erano stati già proposti al Parlamento iracheno, rispettivamente nel 2007 e nel 2011, ma le divergenze tra le forze politiche ne avevano impedito l’approvazione.
Lo scorso 5 agosto, una delegazione del Kurdistan iracheno aveva incontrato, a Baghdad, i ministri degli Esteri e del Petrolio del governo federale, oltre ai rappresentanti dei governatorati nei quali sono presenti giacimenti petroliferi, in particolare quelli di Kirkuk, Ninive, Erbil, Baghdad e Diyala. La commissione ministeriale istituita oggi da Sudani, inoltre, sarà incaricata di prendere in considerazione le richieste dei governatorati nei quali si trovano i giacimenti petroliferi.
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