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Iraq – Le meraviglie di Madinat al-Salam e Qal'at Jarmo

Roberto Roggero – Madinat al-Salam in arabo significa “Città della Pace”, ed è l'antico nome abbasida di Baghdad, la capitale dell'Iraq che sorge in una pianura attraversata dal fiume Tigri e a una cinquantina dal corso dell'Eufrate. Ogni tanto qualche tempesta di sabbia ricorda che ci si trova sostanzialmente in pieno deserto, e che sono gli elementi della Natura a dettare legge, tuttavia la città è da tempo immemore simbolo di coesistenza fra uomo e deserto.

Baghdad è sempre stata uno dei centri più importanti sulle vie del commercio, da e per l'Oriente, via India, Persia, e da e per l'Europa e il bellissimo quartiere di Karrada è ancora oggi il centro del commercio nazionale e internazionale.

Le varie attività si svolgono in un clima sub-tropicale, in un'area che è fra le più calde del pianeta, con una temperatura media di 42-45°C, sebbene si sia registrato il livello di -11°C quando a Baghdad cadde per la prima volta la neve, nel gennaio 2008.

Baghdad è la seconda maggiore città dell'Asia sud-occidentale, dopo Teheran, con una popolazione di circa 8 milioni di persone.

La sua fondazione risale a un periodo fra il 762 e il 767, in seguito a una disposizione del califfo Al-Mansur, con i primi edifici realizzati su un precedente insediamento persiano e delle preesistenti Seleucia e Ctesifonte. Secondo le fonti più accreditate, la parola “Baghdad” significherebbe “Dio ha dato”, quindi “Dono di Dio”. La residenza del califfo, e i principali ambienti di governo, erano circondati da mura e, dal momento che sorgevano in un'unica area ristretta, l'abitato dovenne presto conosciuto come “il cerchio”. In breve, Baghdad divenne un attivo centro commerciale e culturale, vivendo una vera e propria epoca d'oro. Pare sia stata la prima città della storia a superare il milione di residenti, in gran parte di origine persiana, durante il regno di Harun Al-Rashid, ed è proprio in quest'epoca, infatti, che sono ambientate le favole della raccolta “Le mille e una notte”.

Come è per Beirut, in Libano, anche Baghdad fu caratterizzata dalla convivenza di differenti culture, religioni e professioni di fede: musulmani, ebrei, cristiani, zoroastriani, animisti, e altre ancora, provenienti da tutto il Medio Oriente e oltre. Molte dinastie si alternarono alla guida del regno, fra Abbasidi, Buwayhidi, Selgiucidi, e fino all'assedio e alla conquista del grande esercito mongolo, guidato da Hulagu Khan, nipote di Gengis Khan, nel febbraio 1258, con una rappresaglia che costò la vita a oltre mezzo milione di abitanti della città, compreso il califfo Al-Mustasim. Molti studiosi sono d'accordo nell'affermare che la conquista mongola fu un evento le cui conseguenze si fanno ancora oggi sentire. Un ulteriore assedio e saccheggio avvenne nel 1401 ancora per opera dei Mongoli e mercenari turchi guidati da Tamerlano, poi fu la volta della conquista ottomana, nel 1534, inizio di un periodo buio.

Baghdad fece parte dell'Impero ottomano fino alla fine della prima guerra mondiale, durante la quale l'Impero turco si era schierato con le Potenze Centrali. La città fu occupata dalle truppe britanniche al termine della cosiddetta Campagna della Mesopotamia e, in seguito, venne fondato il Regno dell'Iraq, sotto mandati britannico dal 1921, per conto della Società delle Nazioni, seguita da una formale indipendenza nel 1932 e da indipendenza ufficiale nel 1946. Durante gli anni Settanta, Baghdad visse un periodo di crescita e prosperità grazie all'aumento del prezzo del petrolio, principale risorsa esportata dall'Iraq.

Durante questo periodo furono costruite infrastrutture e autostrade, oi ci furono i drammatici giorni della guerra Iran-Iraq (1980-1988), Guerra del Golfo del 1991, guerra del marzo-aprile 2003, con pesanti bombardamenti e saccheggi. Con la deposizione del regime di Saddam Hussein, la città fu occupata da truppe americane e la Coalition Provisional Authority (CPA) creò nel cuore della città un'area fortificata chiamata “Green Zone”, sede del successivo governo provvisorio. La Coalition Provisional Authority ha ceduto il potere al governo ad interim alla fine di giugno 2004, dopo le elezioni politiche svoltesi nel gennaio di quello stesso anno. Seguì il periodo in cui si affermò lo Stato Islamico e una nuova disumana occupazione

Oggi Baghdad compie grandi passi sulla strada della ripresa, e per questo è tornata ad essere una meta per chiunque voglia risalire alle origini della civiltà. Baghdad ha sempre svolto un ruolo importante nella vita culturale araba ed è stata casa di famosi scrittori, poeti, musicisti e altri artisti. Fra i vanti della città, la Orchestra Nazionale e il Teatro, il Conservatorio, l'Istituto di Belle Arti, la Scuola di Musica e Danza, numerosi musei e attrazioni come le spade incrociate che sono una delle porte di accesso, la Moscheza di Kazimayn con la splendida cupola dorata (1515), il palazzo abbaside del 12° secolo, il Centro di Istruzione Superiore Islamica Al-Mustansir (1234), e molto, moltissimo altro.

Se invece, oltre ai celeberrimi Ziqqurat, si volesse visitare il sito più antico riportato alla luce, non può mancare un sopralluogo a Qal'at Jarmo, risalente all'Età Neolitica, non lontano da As-Sulaymaniyah, a est di Kirkuk, nel Kurdistan iracheno. Qui è possibile osservare un insediamento stabile agricolo che risale almeno al 7.000 a.C. oppure a età contemporanee ad altri pochissimi insediamenti, fra cui Catalhoyuk.

Il sito venne scoperto nel 1940 dalla Direzione delle Antichità dell'Iraq e successivamente venne scavato dal famoso archeologo Robert Braidwood, dell'Università di Chicago, alla ricerca di fonti materiali che attestassero le origini della rivoluzione neolitica. L'intero sito consiste di dodici livelli e sembra comprendere due differenti insediamenti neolitici contemporanei alla fase neolitica di Shanidar. E' composto da venticinque case di mattoni seccati al sole, con tetti di fango e semplici fondamenta in pietra scavate nel terreno. Le abitazioni riportano segni di frequenti riparazioni o ricostruzioni, il villaggio accoglieva in tutto circa 150 individui e tutto dimostra che fosse stabilmente occupato. Nelle fasi più antiche sono stati rinvenuti molti oggetti in pietra, selce e ossidiana. Proprio l'uso di questo materiale, estratto a circa 200 chilometri di distanza nei pressi del lago di Van, così come la presenza di conchiglie ornamentali dal Golfo Persico, suggeriscono che gli abitanti possedessero già una qualche forma di commercio organizzato. Nei livelli più antichi sono state anche rinvenute ceste impermeabilizzate con pece, materiale di cui la zona era ricca.

L'attività agricola è attestata dalla presenza di falci di pietra, coltelli, ciotole e altri oggetti atti alla raccolta, la preparazione e la conservazione dei cibi; a questi s'aggiungono recipienti realizzati in marmo e decorati. Nei livelli successivi sono stati ritrovati anche strumenti in osso, in particolare punte per forare e cucchiai. Gli abitanti del villaggio di Jarmo coltivavano farro e una specie primitiva di orzo e lenticchie. Sono stati rinvenuti anche abbondanti gusci di lumache e prove che dimostrano che capre, pecore, cani e suini erano già stati addomesticati.

Qal'at Jarmo è uno dei più antichi siti in cui siano stati rinvenuti manufatti in ceramica, risalenti al settimo millennio a.C. Gli oggetti sono realizzati a mano, di concezione molto semplice e molto spessi. Sono state rinvenute figure di creta, zoomorfe o antropomorfe, tra cui figure di donne in gravidanza che si pensa possano essere dee della fertilità, simili alla Dea Madre di successive culture neolitiche nella stessa regione.

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