Patrizia Boi (Assadakah News) - In Iraq, terra di antichissime civiltà e crocevia di culture, il Natale è un momento di speranza e spiritualità per le comunità cristiane caldee, assire, siriache, ortodosse e copte. Nonostante le sfide poste da decenni di conflitti e instabilità, queste celebrazioni rappresentano un simbolo di unità e rinascita in un paese segnato da profonde trasformazioni.
Il Natale in Iraq è innanzitutto un evento religioso. La Messa della Vigilia è il fulcro delle celebrazioni, un momento di raccoglimento spirituale in cui i fedeli si riuniscono nelle chiese illuminate e decorate. I canti liturgici, spesso in siriaco o aramaico – la lingua parlata da Gesù – creano un’atmosfera unica di intensa devozione e collegano i presenti a tradizioni millenarie.
Nella capitale, Baghdad, la Chiesa di San Giuseppe e altre cattedrali ospitano messe solenni, accompagnate da cori e processioni, frequentate da famiglie cristiane e anche da rappresentanti di altre comunità religiose in segno di solidarietà.
Nella regione di Mosul e nella Piana di Ninive, antichi cuori della cristianità irachena, si stanno lentamente riprendendo dopo le devastazioni subite negli ultimi anni. Qui, la celebrazione del Natale assume un valore ancora più profondo, simbolo di rinascita e resilienza.
Ad Erbil (Kurdistan Iracheno), che ospita molte comunità cristiane sfollate, si organizzano messe, canti e momenti di festa, spesso accompagnati da iniziative di supporto per i più bisognosi.
Le tradizioni natalizie in Iraq combinano elementi religiosi e culturali, riflettendo la ricchezza della storia locale:
Le case e le chiese vengono decorate con alberi di Natale, stelle luminose e presepi artigianali. Gli alberi, simbolo di vita e speranza, sono spesso ornati con luci colorate e ornamenti fatti a mano.
Le famiglie preparano piatti tipici come il kubbah e il dolma, accompagnati da dolci tradizionali come il kleicha, un biscotto ripieno di datteri o noci. La condivisione del pasto è un momento importante per rafforzare i legami comunitari.
La solidarietà verso i più poveri è una componente essenziale del Natale in Iraq. Molte comunità organizzano raccolte di doni, cibo e vestiti per chi è in difficoltà.
Le comunità cristiane ortodosse in Iraq, spesso appartenenti alla Chiesa Ortodossa Siriaca o ad altre chiese orientali, celebrano il Natale seguendo il calendario giuliano, quindi il 7 gennaio. Le loro tradizioni includono:
Liturgie solenni - Le celebrazioni si tengono nelle chiese adornate con croci e candele, con canti in siriaco che riflettono una spiritualità profonda.
Festa comunitaria - Dopo la Messa, le famiglie si riuniscono per condividere pasti tradizionali, rafforzando i legami comunitari.
I cristiani copti in Iraq, parte della Chiesa Copta Ortodossa, celebrano il Natale con tradizioni simili a quelle dell’Egitto:
I fedeli osservano un periodo di digiuno di 43 giorni prima del Natale, seguendo una dieta vegana.
La Liturgia della Vigilia si tiene la sera del 6 gennaio, seguita da un pasto festivo che include piatti come il fatta.
Le chiese copte in Iraq sono decorate con luci, stelle e presepi.
Confronto con le Tradizioni Cristiane Caldee e Assire
A differenza dei cristiani caldei e assiri, che utilizzano il calendario gregoriano e celebrano il Natale il 25 dicembre, le comunità ortodosse e copte seguono tradizioni legate al calendario giuliano. Tuttavia, tutte queste comunità condividono un forte senso di fede e resilienza, mantenendo vive le loro tradizioni nonostante le difficoltà.
Rispetto all’Iraq, in Iran, sebbene i cristiani siano una minoranza, le celebrazioni natalizie si concentrano nelle comunità armene e assire. A Isfahan e Teheran, le chiese si illuminano di candele e ornamenti. Il Natale coincide con l’Epifania il 6 gennaio, con messe solenni e pasti condivisi.
Per quanto concerne i Popoli Vicini, in Siria e Libano il Natale è celebrato con processioni e canti in arabo, oltre a decorazioni elaborate e grandi banchetti. In Turchia, le comunità armene e greco-ortodosse celebrano il Natale con riti simili a quelli dell’Iran, ma in un contesto più laico.
Il Natale in Iraq, e più in generale nelle comunità cristiane del Medio Oriente, è un simbolo di speranza e continuità. Malgrado le difficoltà, le celebrazioni natalizie riaffermano l’identità culturale e spirituale di queste comunità, costruendo un ponte tra passato e futuro. Il Natale in Iraq continua a essere un messaggio universale di pace e speranza. In un paese dove le cicatrici del passato sono ancora visibili, la resilienza delle comunità cristiane rappresenta una testimonianza di fede e determinazione. Il suono delle campane natalizie e i canti in aramaico non sono solo un richiamo spirituale, ma anche un invito a costruire un futuro di unità e armonia per tutte le comunità irachene.
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