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Iraq - La meraviglia partica di duemila anni

Lorenzo Utile - Appassionati, studiosi e tecnici la conoscono come “Batteria di Baghdad”, la cui scoperta risale al 1936, il cui mistero riguarda la teoria su antichi esperimenti sull’elettricità. Secondo approfondite ricerche, questo strumento risale ad almeno duemila anni fa, e consiste in un vaso di argilla alto circa 15 cm, al cui interno si trova una soluzione di aceto, e nella quale è immersa un’asta di ferro racchiusa in un cilindro di rame. A tutti gli effetti, uno strumento scientifico con dimostrate caratteristiche elettrochimiche. Non esistono, almeno ad oggi, documenti scritti che descrivano il funzionamento nel dettaglio, ma una delle teorie riguarda il suo utilizzo come batteria galvanica. La storia ricorda l’esistenza di prove e fonti di riferimento che furono distrutte nel 7° secolo, ma la scoperta si pone come spiegazione tanto quanto le opinioni ufficiali.

Se questo fosse vero, il concetto di batteria potrebbe esistere da oltre un millennio prima di Alessandro Volta, con tutte le implicazioni del caso.

La scoperta della Batteria di Baghdad aggiunge un altro livello alla cronologia della sperimentazione scientifica e soprattutto sulle sue conoscenze e la sua storia, attraverso i “pesci elettrici” degli antichi egizi, l'elettricità statica di Talete di Mileto, e tutto ciò che segue fino ai giorni nostri, che in tal caso andrebbe totalmente rivisto.

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