Assadakah Baghdad - La Green Zone a Baghdad, che racchiude gli edifici governativi e le ambasciate straniere, non è più blindata. Il primo ministro iracheno, Mohammed Shia’ al-Sudani, ha ordinato la riapertura al pubblico per contribuire a decongestionare il traffico.
A seguito della disposizione, le forze di sicurezza hanno cominciato a rimuovere le barriere e i checkpoint, che garantivano un accesso controllato e limitato al quadrante, permettendo ai cittadini di entrarvi liberamente dalle 05:00 del mattino fino alle 19:00 del pomeriggio. La decisione desta preoccupazione a livello internazionale, in quanto ridurrà sensibilmente i livelli di sicurezza, obbligando il governo e le sedi diplomatiche a dover rivedere i propri piani di protezione, rafforzandoli. Infatti, ci sono diverse minacce di cui tenere conto: dai miliziani pro-Isis, che cercano vendetta per il pressing subito, ai miliziani filo-Iran, che periodicamente attaccano le ambasciate con missili. La comunità internazionale esprime preoccupazione a seguito di diverse minacce. Inoltre, i precedenti tentativi di riaprire la Green Zone erano tutti falliti Inoltre, la complessa situazione politica interna in Iraq ha determinato nell’ultimo anno numerose manifestazioni e proteste popolari, che hanno coinvolto anche la Green Zone, e c’è la concreta eventualità che queste si ripetano nel prossimo futuro. Non a caso, dal 2019 tutti i tentativi di riaprire l’area al libero accesso sono falliti e in breve tempo il quartiere è stato sigillato nuovamente. Di conseguenza, c’è il timore diffuso che la decisione di al-Sudani sia quantomeno “azzardata”. Soprattutto, alla luce del fatto che l’apertura non ha visto un parallelo rafforzamento della sicurezza degli obiettivi sensibili o iniziative volte a prevenire possibili incidenti.
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