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Iraq – L’uomo rettile, un mistero insoluto da oltre 7.000 anni


Redazione Assadakah - Il parere degli archeologi tradizionali è pressoché unanime nello stabilire che la storia umana abbia avuto inizio in Mesopotamia, l’attuale Iraq, con la grande civiltà dei Sumeri. Tuttavia, nel sito archeologico di Al Ubaid sono state ritrovati numerosi manufatti pre-sumeri che risalgono a circa 7 mila anni fa, molti dei quali rappresentano enigmatici umanoidi con chiari lineamenti rettili.

La cultura preistorica di Ubaid è vissuta in Mesopotamia tra il 4 mila e il 5,5 mila a.C. Come per i Sumeri, anche l’origine del popolo Ubaidiano è sconosciuta. Essi vivevano in grandi insediamenti costituiti di case di mattoni di fango, sviluppando l’architettura, l’agricoltura e l’allevamento del bestiame. L’architettura abitativa comprendeva grandi case a forma di T, cortili aperti, strade lastricate, una sorta di anteprima della città sumere. Alcuni di questi villaggi, infatti, hanno cominciato a svilupparsi in città, i templi iniziarono a fare la loro comparsa, così come i grandi edifici monumentali come in Eridu, Ur e Uruk, i siti più importanti della civiltà sumera. Secondo quanto riportato dai testi antichi dei sumeri, Ur era considerata la prima città mai esistita sul nostro pianeta. Come riporta John Black su Ancient Origins, il luogo principale dove sono state ritrovate le insolite statuite si chiama Al’Ubaid. Inoltre, alcune di esse sono state rinvenute anche in Ur e in Eridu. Il primo esploratore a scavare il sito di Al’Ubaid fu Harry Reginald Hal nel 1919. Si tratta di un piccolo tumulo di circa mezzo chilometro di diametro, con un’altezza di circa due metri dal suolo. Lo scavo portò alla luce diverse figurine maschili e femminili in diverse posture e nella maggior parte dei casi sembra che indossino una sorta di casco e che abbiano un qualche tipo di imbottitura sulle spalle. Altre figurine reggono una sorta di scettro, forse un simbolo regale e di potere. Il fatto più curioso è che i lineamenti dei volti delle statuine hanno sembianze rettili, con lunghe teste, occhi a mandorla e il naso molto simile a quello delle lucertole. Tra le statuine più strane ci sono alcune figurine femminili che reggono in braccio un lattante con le sembianze di una lucertola. Cosa o chi esse rappresentino esattamente è del tutto ignoto ai ricercatori. Secondo alcuni archeologi, le posture, come quella che rappresenta l’allattamento al seno femminile, non suggeriscono che si tratti di oggetti rituali. Ma allora perchè questo antico popolo decise di rappresentare degli individui dai tratti rettiliani? Chiunque rappresentassero, sembra che fossero particolarmente importanti per la cultura di Ubaid. Come segnalato in un posto precedente, il serpente è un simbolo molto importante per la cultura umana.

Molte popolazioni rappresentavano le loro divinità ‘venute del cielo’ sotto forma di essere rettiliani. Nel pantheon delle divinità sumere figura Enki, la divinità dei mestieri, del bene, dell’acqua, del mare, dei laghi, della sapienza e della creazione. Enki, in alcune rappresentazioni, appare come un essere metà uomo e metà serpente. Il significato del suo nome dovrebbe essere “signore della terra”. Egli era il custode dei poteri divini chiamati Me, i doni della civilizzazione dei quali avrebbe beneficiato l’umanità.

La sua immagine è un serpente con una doppia ellisse, o Caduceus, molto simile al Bastone di Asclepio. Secondo l’opinione di alcuni autori, non sorprende che il simbolo di Enki sia stato poi usato come simbolo della medicina, data la sua sconcertante somiglianza con la doppia elica del DNA.

I Sumeri rappresentano la prima popolazione urbanizzata al mondo. Erano i discendenti di un’etnia della Mesopotamia meridionale (l’odierno Iraq sud-orientale), autoctona o stanziatasi in quella regione dal tempo in cui vi migrò (attorno al 5000 a.C.) fino all’ascesa di Babilonia (attorno al 1500 a.C.). Il termine Sumero è in realtà il nome dato agli antichi abitanti della Mesopotamia dai loro successori, il popolo semitico degli Accadi. I Sumeri, (o Shumeri da Shumer) infatti, chiamavano se stessi sag-giga, letteralmente “la gente dalla testa nera” e la loro terra Ki-en-gi, “luogo dei signori civilizzati”. Il sistema religioso dei sumeri era un complesso pantheon abitato da centinaia di divinità. Secondo gli antichi testi religiosi sumeri, gli dei e gli esseri umani vivevano insieme sulla Terra. Ogni città sumera era ‘sorvegliata’ da un proprio dio, e gli esseri umani erano impiegati come servi degli dei. Tuttavia, quando si legge il mito della creazione sumero, ritrovato su una tavoletta di Nippur, un’antica città mesopotamica fondata nel 5 mila a.C., si apprende qualcosa di interessante. La creazione della Terra (Enuma Elish) secondo le tavolette sumere è avvenuta così: “Quando in alto il Cielo non aveva ancora un nome, E la Terra, in basso, non era ancora stata chiamata con il suo nome, Nulla esisteva eccetto Apsû, l’antico, il loro creatore, E Mummu e Tiāmat, la madre di loro tutti, Le loro acque si mescolarono insieme e i pascoli non erano ancora formati, né i canneti esistevano; Quando nessuno degli Dei era ancora manifesto. Nessuno aveva un nome e i loro destini erano incerti. Allora, in mezzo a loro presero forma gli Dei”.

Dal racconto risulta chiaro che nessuna delle divinità del pantheon sumero è responsabile della creazione, anzi gli stessi dei sono parte della creazione. La mitologia sumera sostiene che in principio gli esseri umani erano governati da una progenie ‘divina’ non umana. Questi esseri erano in grado di viaggiare attraverso il cielo in veicoli di forma rotonda o cilindrica. Secondo i miti, costoro sarebbero venuti sulla Terra per renderla abitabile al fine di sfruttarne le risorse minerarie! Che cose se ne fanno degli dei di argento e oro? I testi riferiscono che a un certo punto alcuni dei si ribellano contro i loro capi: “Quando gli dei, come gli uomini, eseguivano il lavoro e ne pagavano le conseguenze la loro fatica era straordinaria, il lavoro pesante e l’angoscia era alta”.

Anu, il dio degli dei, convenne che il lavoro per i suoi sottoposti era davvero troppo grande. Suo figlio Enki (conosciuto anche come Ea) propose di creare una creatura che si sobbarcasse il lavoro degli altri dei. Così, con l’aiuto della sua sorellastra Ninki, crearono l’uomo per farne un lavoratore ‘a loro immagine’. I testi affermano che un dio fu messo a morte e il suo sangue fu mescolato con l’argilla. Da questo materiale primordiale fu creato il primo essere umano, a somiglianza degli dei. La prima coppia umana fu creata è posta in Eden, una parola sumera che significa ‘terreno pianeggiante’. Nell’Epopea di Gilgamesh, Eden è menzionato come il giardino degli dei e si trova da qualche parte in Mesopotamia tra i fiumi Tigri ed Eufrate.

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