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Iraq - "L'Italia appoggia libere elezioni e progresso politico"

Assadakah Baghdad - Il presidente dell'Iraq, Abdul Latif Jamal Rashid, ha ricevuto l'ambasciatore d'Italia a Baghdad, Maurizio Greganti, con cui ha discusso dei rapporti bilaterali. Lo ha reso noto la presidenza irachena. Durante il colloquio, avvenuto ieri, Rashid ha elogiato le forti relazioni che uniscono l'Iraq e l'Italia in vari campi, come quello politico, economico, culturale e ambientale. A questo riguardo, il presidente iracheno ha sottolineato l'importanza di sviluppare ulteriormente i rapporti bilaterali, osservando che i due Paesi hanno un grande patrimonio culturale e storico e possono quindi cooperare nell'ambito delle missioni archeologiche.

All'inizio di giugno, considerato il ripristino di cinque seggi per le minoranze (sebbene non 11, come nelle precedenti tornate), il Kdp ha informato l'Alta Commissione elettorale della volontà di prendere parte alle elezioni. Intanto, l'Ihec ha annunciato di aver riaperto le registrazioni dei partiti per il voto, così da consentire ai partiti che avevano boicottato il voto di iscriversi. Il 22 maggio scorso, il Parlamento iracheno aveva prorogato il mandato dell'Alta commissione elettorale per altri sei mesi - che sarebbe giunto alla conclusione all'inizio di luglio - allo scopo di portare avanti le procedure per

l'organizzazione delle legislative nella nuova data che verrà approvata. Il 29 maggio l'Alta commissione elettorale ha poi suggerito di fissare il voto per il prossimo 5 settembre, ma le autorità della regione autonoma del Kurdistan devono ancora definire la data.

Altro importante impulso allo sviluppo dell’Iraq arriva dall’Italia con il console ufficiale a Erbil, Michele Camerota (foto), il quale conferma l’appoggio al processo politico nella regione del Kurdistan: “L'Italia incoraggia lo svolgimento delle elezioni parlamentari in Kurdistan il prima possibile. La posizione dell'Italia è la stessa di altri paesi che la pensano allo stesso modo. Le elezioni sono una parte importante della democrazia, un pilastro importante. Possiamo solo che incoraggiare a tenere le elezioni il prima possibile, per il bene della regione e del popolo del Kurdistan".

Le elezioni nella regione autonoma irachena del Kurdistan si sarebbero dovute tenere inizialmente nell'ottobre del 2022, ma sono state rinviate più volte nel corso del tempo a causa di disaccordi tra i partiti politici sulla legge elettorale e sullo scioglimento della legislatura curda da parte della Corte Suprema Federale irachena. Il voto, secondo l'ultima data fissata per lo svolgimento delle elezioni, si sarebbe dovuto tenere nella giornata di ieri, lunedì 10 giugno. Tuttavia, lo scorso 24 maggio, l'Alta Commissione elettorale indipendente irachena (Ihec) ha reso noto di non poter supervisionare il processo nei tempi previsti, a seguito della decisione del Consiglio giudiziario supremo iracheno di assegnare cinque seggi alle minoranze presenti nella regione.

In precedenza, nel mese di febbraio, la Corte suprema irachena aveva stabilito una riduzione del numero complessivo di seggi del Parlamento curdo, da 111 a 100, definendo "incostituzionale" un articolo della legge adottata nel 1992 (e rivista nel 2013) che indicava a 11 la quota di seggi destinata alle minoranze etniche e religiose. La decisione aveva suscitato l'indignazione delle minoranze presenti nella regione, portando varie forze politiche a boicottare le elezioni legislative, tra cui il Partito democratico del Kurdistan (Kdp) guidato da Masoud Barzani, presidente della regione dal 2005 al 2017. Il provvedimento della Corte suprema è "un colpo al partenariato e alla coesistenza", aveva

affermato Barzani.

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