Roberto Roggero - Ha avuto inizio, dalla zona di Ras Al-Bishah, fra le più remote dell’Iraq meridionale, il cammino spirituale delle centinaia di migliaia di pellegrini, che culminerà fra il 6 e 7 settembre con Al-Arbaeen, per rendere omaggio all’Imam Huseyn.
Centinaia di chilometri, per affermare una fede devota e profonda, dal mare alla terraferma, verso Karbala. Camminando nell'acqua per ore, i pellegrini sventolano bandiere adornate con il nome dell'Imam Hosein, esprimendo visivamente la loro fedeltà ai suoi insegnamenti.
Il martirio dell'Imam
Al-Arbaeen segna i quaranta giorni dal martirio dell'Imam Hoseyn (che la pace sia su di lui), avvenuto il decimo giorno del mese di Moharram nel giorno noto come Ashura. L'evento commemora il ritorno a Karbala dei sopravvissuti alla tragedia dell'Ashura, per lo più donne e bambini, sul luogo del martirio dei loro cari. Dopo la battaglia di Karbala, erano stati fatti prigionieri a Damasco alla corte del califfo e tiranno omayyade Yazid ibn Moawiah solo per essere rilasciati pochi giorni dopo, tornando così sul luogo della tragedia. Al-Arbaeen è considerato il più grande raduno religioso del mondo, una grande marcia verso la città santa di Karbala, dove si trova il santuario sacro dell'Imam Hoseyn. Il rito si pratica da millenni come momento di fede dei musulmani sciiti, inevitabilmente all'interno di complesse conflittuali dinamiche geopolitiche.
Al-Arbaeen significa “quaranta”, si celebra ogni anno il ventesimo giorno del secondo mese (safar) del calendario islamico e commemora il quarantesimo giorno successivo al giorno di Ashura (61 anni lunari dopo l'Egira di Maometto, per noi il 680 d.C.), quando morirono in battaglia l'Imam Hoseyn, nipote del profeta Maometto e terzo Imam degli sciiti, e i suoi 72 fedelissimi compagni. I suoi parenti rimasero 40 giorni prigionieri a Damasco.
Fin dall'anno successivo, l'anno 62 dell'Egira (681 d.C.), Jabir ibn Abd - Allah Ansari, un seguace fedele del Profeta Muhammad partecipò al primo pellegrinaggio alla tomba di Hussain a Karbala, che è appunto la terza città santa dell'islam sciita, dopo la Mecca e Medina. Da allora fino a oggi, nei giorni prima e dopo il quarantesimo (ovvero Al Arba'een), cerimonie commemorative si svolgono in tutta la realtà islamica sciita, il pellegrinaggio è sempre restata quella più importante e partecipata, uno dei più grandi raduni religiosi del mondo. Durante gli ultimi quattordici secoli, musulmani sciiti provenienti da ogni dove, vestiti di nero, hanno continuato a radunarsi annualmente tra il fiume Eufrate e le distese desertiche, nella città di Karbala (oggi 700.000 abitanti), circa 100 km a sud-ovest di Baghdad (che sta sul Tigri), affluendo al mausoleo posto sotto la cupola dorata dell'Imam. Milioni e milioni di persone. Alcune si mettono in cammino da molto lontano, "pellegrinano" per giorni verso il santuario, a esempio da città come Bassora, che si trova a circa 500 chilometri di distanza, ben oltre dieci giorni a piedi.
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