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Iraq - Disastro ambientale sul fiume Tigri


Assadakah Baghdad - Migliaia di tonnellate di pesci morti lungo il corso del Tigri nel sud dell’Iraq, a causa dell’incontrollato aumento della salinità dovuto all’inquinamento e alla carenza di risorse idriche da parte della rete fluviale e della canalizzazione.

Grande rischio per la Mezzaluna Fertile

Un evento particolarmente sentito nella provincia di Maysan, che il grande fiume attraversa per intero, in un Paese fra i primi produttori di petrolio del mondo e nel contempo particolarmente soggetto ai cambiamenti climatici, compresa la desertificazione che interessa circa il 40% del territorio nazionale. Ne risente in particolare il regime delle acque dei due grandi fiumi, soprattutto il Tigri, che subisce una sensibile diminuzione della percentuale di ossigeno e un conseguente aumento dell’acidità delle acque, uccidendo milioni di pesci. La conseguenza, oltre alla moria di pesci, colpisce soprattutto la popolazione che trae sostentamento dal fiume, in una lunga filiera che va dalla pesca, alla vendita di ghiaccio, al settore delle barche per la navigazione, compresi i commercianti all’ingrosso e al dettaglio, nonché il bestiame e gli allevatori.

Oltre alla carenza d'acqua dolce dal Tigri, l'aumento dell'inquinamento industriale, agricolo e domestico ha aggravato la situazione. Lo scarico non monitorato di rifiuti industriali, delle acque reflue non trattate e del deflusso agricolo nel fiume ha aumentato la tossicità dell’acqua, uccidendo gli organismi acquatici.

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