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Iran - Yazd, un’Oasi di bellezza tra i Deserti Persiani

Immagine del redattore: Patrizia BoiPatrizia Boi
Yazd, panorama della città, in fondo si intravvedono i due minareti e la cupola di Amir Ciakmach Square - Foto di Sergio Pessolano
Yazd, panorama della città, in fondo si intravvedono i due minareti e la cupola di Amir Ciakmach Square - Foto di Sergio Pessolano

Patrizia Boi (Assadakah News) - Yazd, antica città al crocevia di due deserti – il Dasht-e Kavir a nord e il Dasht-e Lut a sud – si erge come un miracolo architettonico e culturale, un luogo dove la natura, la fede e la storia si intrecciano in un’armonia quasi surreale. Fondata in epoca sassanide e conquistata dagli arabi nel 642, Yazd si sviluppò come un fiorente centro lungo la Via della Seta, diventando un simbolo di resilienza e bellezza nel cuore dell’Iran.

 

I Due Deserti di Yazd - Dasht-e Kavir e Dasht-e Lut

 

Il Dasht-e Kavir, noto anche come "Grande Deserto Salato", si estende a nord di Yazd, coprendo circa 77.600 km². È caratterizzato da vaste distese di sale e argilla, formatesi a causa dell'evaporazione di antichi bacini idrici. La sua superficie, dura e incrostata di sale, è intervallata da paludi salate e oasi rare, dove l’acqua è spesso intrappolata sotto uno strato di crosta salina.

 

La bellezza di questo deserto risiede nelle sue tonalità mutevoli: dal bianco accecante del sale al marrone e ocra delle sue dune. Il paesaggio, apparentemente sterile, è animato da un cielo immenso e limpido che riflette la luce in modi unici, creando un’atmosfera quasi ultraterrena. Il Dasht-e Kavir è anche noto per la sua fauna adattata alle condizioni estreme, tra cui gazzelle, lupi del deserto e lucertole, oltre a specie vegetali come l’Artemisia e il Tamarisco.

 

A sud di Yazd si trova il Dasht-e Lut, uno dei deserti più estremi al mondo, una sorta di Deserto di Sabbia e Fuoco. Conosciuto anche come "Deserto del Vuoto", il Dasht-e Lut si estende per circa 51.800 km² e ospita alcuni dei luoghi più caldi della Terra, con temperature che possono superare i 70°C. Il suo nome, "Lut", deriva dalla parola persiana che significa "nudo", un riferimento al paesaggio spoglio e apparentemente privo di vita.

 

Questo deserto è celebre per le sue dune di sabbia gigantesche, alcune alte oltre 300 metri, e per i kaluts, spettacolari formazioni rocciose erose dal vento, che sembrano città di pietra emerse dalla sabbia. Queste formazioni, modellate nel corso dei millenni, rendono il Dasht-e Lut un luogo affascinante per chi ama l'avventura e la fotografia, con paesaggi che appaiono quasi alieni.

 

Nonostante l’ambiente estremo, il Dasht-e Lut  è un esempio straordinario della capacità della natura di adattarsi: alcune microforme di vita come batteri estremofili riescono a sopravvivere in queste condizioni proibitive, rendendo questo deserto una preziosa area di studio per la scienza.

 

Entrambi i deserti offrono un’esperienza unica: il Dasht-e Kavir, con la sua calma salina e le oasi sparse, è un luogo di riflessione e serenità, mentre il Dasht-e Lut, con la sua imponenza e le sue condizioni estreme, evoca potenza e mistero. Yazd, situata tra queste due meraviglie naturali, riflette questa dualità, offrendo ai visitatori una connessione profonda con la natura e con la resilienza umana.


Un’Armonia tra Deserto e Architettura - Le Torri del Vento e le Torri del Silenzio


La città non è circondata da giardini lussureggianti, ma dalla sabbia e dal sole. Eppure, Yazd ha trovato una soluzione geniale per combattere la calura: le torri del vento (badgir), eleganti sentinelle che dominano l’orizzonte cittadino. Queste strutture quadrangolari, progettate per catturare anche il più debole filo di vento, rinfrescano le abitazioni convogliando l’aria verso il basso, creando una corrente naturale che trasforma ogni casa in un’oasi di freschezza. Passeggiando sotto una di queste torri, si percepisce il soffio vitale del deserto trasformato in un respiro di sollievo.

Il tempio del fuoco a Yazd - Foto Istituto iraniano di Cultura
Il tempio del fuoco a Yazd - Foto Istituto iraniano di Cultura

Yazd è il centro spirituale dello zoroastrismo, l’antica religione persiana fondata dal profeta Zoroastro. Qui, il fuoco – simbolo divino di purezza e luce – arde ininterrottamente da oltre 1400 anni nel Tempio del Fuoco (Ātashkadeh), una testimonianza vivente della fede millenaria dei suoi abitanti.

Yazd, Tempio del fuoco, il fuoco arde ininterrottamente da oltre 1400 anni  - Foto Istituto iraniano di Cultura 
Yazd, Tempio del fuoco, il fuoco arde ininterrottamente da oltre 1400 anni  - Foto Istituto iraniano di Cultura 

Sulle colline ai margini della città si trovano le enigmatiche Torri del Silenzio, che rappresentano un importante lascito della tradizione zoroastriana. Questi luoghi sacri, posti su colline aride, erano usati per l'esposizione dei defunti agli elementi naturali e agli avvoltoi, evitando così la contaminazione e preservando la sacralità degli elementi naturali – terra, aria, acqua e fuoco, ritenuti elementi sacri. Sebbene oggi l'uso sia limitato, queste torri rimangono simboli potenti del legame tra l’uomo e la natura nel culto zoroastriano, offrendo un’atmosfera di mistico silenzio che affascina ogni visitatore​. Camminare in questi luoghi è come sentire il respiro del passato, avvolti da un silenzio che racconta antiche storie di fede e rispetto per la natura.

 

Il Cuore Sociale - Piazza Amir Chakhmaq e il Bazar 

Piazza Amir Chakhmaq a Yazd, notturno - Foto Istituto iraniano di Cultura
Piazza Amir Chakhmaq a Yazd, notturno - Foto Istituto iraniano di Cultura

La Piazza Amir Chakhmaq, cuore pulsante di Yazd, è dominata dall'omonimo complesso monumentale, un insieme architettonico costruito nel XV secolo dal governatore Jalal al-Din Amir Chakhmaq durante il periodo Timúridi. La sua facciata a più livelli, con le inconfondibili nicchie simmetriche, si illumina di un bagliore dorato al tramonto, creando uno spettacolo visivo straordinario. Il complesso include una moschea, un caravanserraglio, un hammam e un tekyeh, una struttura destinata alle commemorazioni religiose, soprattutto durante l'Ashura, il rito sciita in onore di Hussein Ibn Ali​.

 

Il tekyeh ospita un nakhl, una grande struttura di legno decorata con borchie metalliche, usata durante le processioni religiose, simbolo di devozione collettiva. Nei pressi della piazza si trovano anche antiche cisterne per l'acqua, un tempo essenziali per la vita nel deserto, ora testimoni silenziose del passato​. 

Piazza Amir Chakhmaq a Yazd - Foto Istituto iraniano di Cultura
Piazza Amir Chakhmaq a Yazd - Foto Istituto iraniano di Cultura

La Piazza dominata dalla facciata monumentale decorata con maioliche azzurre e ocra, si eleva con grazia verso il cielo. Le file di iwàn – archi imponenti e profondi – conducono lo sguardo verso i minareti, in un gioco di altezze e colori che evoca il desiderio umano di elevazione spirituale. 

Il bazar di Yazd - Foto Istituto iraniano di Cultura
Il bazar di Yazd - Foto Istituto iraniano di Cultura

Accanto, il bazar è un mondo a parte: un labirinto di viuzze impregnate di profumi di spezie, dove i venditori offrono tessuti preziosi, tappeti finemente lavorati e gioielli scintillanti. Qui l’acquisto diventa un rito, un dialogo tra venditore e cliente, accompagnato dal profumo del tè e dal suono delle contrattazioni, un’esperienza che risveglia i sensi e rinsalda i legami sociali.

 

Yazd è un monumento vivente, un inno alla resilienza umana e alla capacità di trasformare le sfide del deserto in arte, fede e vita. Ogni angolo, dalle Torri del Vento alle Torri del Silenzio, dal Tempio del Fuoco al Bazar, racconta una storia di bellezza, spiritualità e armonia. Un viaggio a Yazd è un’immersione nell’essenza profonda dell’Iran, dove il passato si fonde con il presente in un respiro eterno.

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