Assadakah News Agency - In occasione della nomina del nuovo ambasciatore della Repubblica Islamica dell’Iran presso la Santa sede, S.E. Mohammad Hossein Mokhtari ha confermato il rafforzamento delle relazioni fra Teheran e Vaticano.
Riferendosi all'importanza delle relazioni bilaterali, Mokhtari ha chiesto di sfruttare l’autorità pontificia per cercare di fermare la escalation in Medio Oriente.
Nel frattempo, la guida suprema dell'Iran, Ali Khamenei, ha incontrato il capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, assieme ad una delegazione. "La politica permanente della Repubblica Islamica dell'Iran è di sostenere le forze della resistenza palestinese contro i sionisti occupanti. I crimini del regime sionista a Gaza sono direttamente sostenuto dagli Usa e da alcuni governi occidentali", ha affermato Khamenei su X a proposito dell'incontro. Durante il colloquio, Khamenei ha sottolineato la necessità da parte dei Paesi islamici e delle istituzioni internazionali di prendere misure urgentemente per fermare gli attacchi di Israele contro la Striscia di Gaza, lanciando un appello agli Stati musulmani per dare un sostegno pratico alla popolazione di Gaza.
"Le brutali atrocità del regime sionista a Gaza rappresentano il più grande genocidio dell'intero secolo e un crimine contro l'umanità". Lo ha affermato oggi il presidente iraniano Ebrahim Raisi in una conversazione telefonica con Papa Francesco, aggiungendo che i Paesi che sostengono il regime sionista non meritano di essere ascoltati. "Il bombardamento della chiesa di Gaza e la distruzione del patrimonio storico dei palestinesi dimostrano la politica di apartheid dei sionisti non solo contro i palestinesi, ma contro anche altre religioni, grazie all'aiuto degli Stati Uniti e di alcuni Paesi europei", ha aggiunto il presidente iraniano, che ha invitato Papa Francesco a usare la sua posizione in Occidente e a informare gli Stati occidentali che sostengono Israele affinché cessino i crimini israeliani.
Raisi ha anche esortato il Papa a svolgere un ruolo nel riconoscimento dei veri oppressi e del vero oppressore. Il presidente iraniano ha infine lodato i 70 anni di relazioni tra Iran e Vaticano come "molto buone" e ha affermato che i cristiani iraniani sono liberi di celebrare i loro riti religiosi e godere dei diritti civili. "I cristiani in Iran, Armenia, Iraq e Siria considerano l'Iran come il loro rifugio e rifugio. Difendiamo non solo i diritti dei musulmani, ma anche quelli dei cristiani", ha aggiunto Raisi. Secondo l'agenzia ufficiale Irna, il Papa da parte sua avrebbe lodato la posizione di Raisi a sostegno dei palestinesi e sottolineato la necessità di porre fine agli attacchi a Gaza e di un cessate il fuoco. "Come leader dei cattolici mondiali, faccio del mio meglio per fermare gli attacchi e prevenire ulteriori uccisioni di donne e bambini a Gaza".
Il ministro della Difesa iraniano ha detto che gli Stati Uniti verrebbero "colpiti duramente" se non dovessero ottenere un cessate il fuoco a Gaza. A riferirne è l'agenzia di stampa Tasnim citando Mohammad-Reza Ashtiani. Il consiglio dell'Iran agli Stati Uniti - ha affermato - è quello di "fermare immediatamente la guerra a Gaza e attuare un cessate il fuoco, altrimenti saranno colpiti duramente". L'Iran - che sostiene Hamas e altre organizzazioni militanti nella regione, tra cui Hezbollah e la Jihad islamica palestinese - ha dichiarato in precedenza di considerare gli Stati Uniti "militarmente coinvolti" nella guerra.
In questo inquietante scenario, la milizia Kataib Hezbollah ha avvertito gli Stati Uniti che prenderà d'assalto l'ambasciata americana in Iraq se il Segretario di Stato Antony Blinken visiterà il paese nel quadro del suo tour regionale in Medio Oriente. Il capo della sicurezza del gruppo paramilitare sciita iracheno che fa parte delle Forze di mobilitazione popolari sostenute dall'Iran, Abu Ali al Askari, ha assicurato oggi che Blinken "non è il benvenuto" e che se la visita avrà luogo la risposta sarà "un'escalation senza precedenti" che, promette, non sarà pacifica, riporta il giornale iracheno Shafaq. La stessa pubblicazione aveva precedentemente riferito di una visita nel paese di Blinken per incontrare il primo ministro Mohamad Shia al Sudani. Né le autorità irachene né quelle americane lo hanno confermato.
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