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Iran - Le sanzioni contro l'Iran

Immagine del redattore: Maddalena CelanoMaddalena Celano

Maddalena Celano (Assadakah News) - Un'arma di coercizione ingiusta e inefficace

Le sanzioni economiche imposte all'Iran rappresentano una forma di coercizione ingiusta e disumana che colpisce principalmente la popolazione civile, minando la qualità della vita e ostacolando lo sviluppo del Paese. Sebbene i governi occidentali le giustifichino come strumenti di pressione per ottenere cambiamenti politici, la realtà dimostra che queste misure hanno avuto effetti devastanti sulla società iraniana senza conseguire gli obiettivi dichiarati.

L'impatto umanitario delle sanzioni

Le restrizioni finanziarie e commerciali imposte dagli Stati Uniti e da altri Paesi hanno provocato una crisi economica profonda, aggravata dall'impossibilità di importare medicinali essenziali, attrezzature mediche e beni di prima necessità. Ospedali e centri sanitari iraniani si trovano in difficoltà nell'approvvigionamento di farmaci vitali, colpendo in particolare i malati cronici, i bambini e gli anziani. Inoltre, la svalutazione della moneta e l'inflazione galoppante hanno reso inaccessibili beni di base, spingendo milioni di persone in condizioni di povertà estrema.

Il fallimento della strategia di pressione

Nonostante decenni di sanzioni, l'Iran non ha modificato significativamente le sue politiche in risposta alla pressione esterna. Anzi, queste misure hanno spesso rafforzato le posizioni più conservatrici e isolazioniste all'interno del Paese, alimentando un senso di accerchiamento e sfiducia nei confronti dell'Occidente. La strategia delle sanzioni si è rivelata non solo inefficace, ma anche controproducente, favorendo l'inasprimento delle tensioni geopolitiche e incentivando l'Iran a rafforzare i suoi legami con altre potenze, come Cina e Russia.



Il doppio standard dell'Occidente

La comunità internazionale dovrebbe interrogarsi sull'uso selettivo delle sanzioni economiche, applicate con rigore contro alcuni Paesi mentre vengono ignorate in altri contesti. L'Iran è stato punito duramente per il suo programma nucleare, nonostante abbia più volte dichiarato la sua volontà di negoziare, mentre altri Stati alleati dell'Occidente, responsabili di violazioni dei diritti umani ben documentate, non subiscono pressioni comparabili. Questo doppio standard mina la credibilità delle istituzioni internazionali e rafforza la percezione che le sanzioni siano più uno strumento di dominio geopolitico che di giustizia internazionale.

Nuove sanzioni e risposta iraniana

Il 26 febbraio, Teheran ha condannato il nuovo round di sanzioni statunitensi come un "chiaro segno di ostilità", dopo che Washington ha inserito nella lista nera più di 30 persone e imbarcazioni legate al commercio di petrolio iraniano. Le nuove misure hanno preso di mira il direttore della National Oil Company e altri mediatori della vendita di petrolio. Si tratta della seconda ondata di sanzioni in meno di un mese da quando l'amministrazione statunitense ha ripristinato la politica di "massima pressione" su Teheran. Secondo il portavoce del ministero degli Esteri, Esmaeil Baqaei, queste misure rappresentano un "atto illegittimo, ingiustificato e ingiusto che viola i diritti umani del popolo iraniano".

La necessità di un nuovo approccio

Per garantire la sicurezza e la stabilità regionale, è fondamentale abbandonare la logica delle sanzioni e promuovere un dialogo diplomatico basato sul rispetto reciproco. Solo attraverso la cooperazione internazionale, il riconoscimento della sovranità iraniana e la fine delle misure coercitive si potranno creare le condizioni per una pace duratura e una reale apertura del Paese. Le sanzioni non solo non risolvono i problemi, ma li aggravano, colpendo proprio coloro che si vorrebbe proteggere: il popolo iraniano.



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