top of page
Immagine del redattorePatrizia Boi

Iran - La magia della Notte di Yalda, la rinascita della luce

L'antica Festa di Yalda della tradizione persiana

Patrizia Boi (Assadakah News) - Il 20 dicembre 2024, dalle 19:00 alle ore 21, al Teatro Mongiovino di Roma è stata celebrata la Notte di Yalda, la più antica festività della tradizione persiana.

 

Musica dal vivo, spettacoli teatrali e letture poetiche hanno immerso lo spettatore nella magica atmosfera della notte più lunga dell’anno: la vigilia del Solstizio d’Inverno.

 

La serata, è stata organizzata con il patrocinio dall’ISMEO (Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l'Oriente) e il supporto di Welcome Association Italy e Assadakah.

 

L'evento, in forma gratuita e in lingua italiana e persiana, è stato realizzato con lo scopo di creare un'atmosfera intima e familiare, fornendo una occasione unica di condivisone e momenti di scambio culturale.

 

«La Notte di Yalda rappresenta un momento di profonda connessione con una delle tradizioni più antiche e significative della cultura persiana», hanno sottolineato gli organizzatori. «Attraverso questo evento, intendiamo condividere con il pubblico romano la ricchezza di questa eredità culturale».

 

L’evento ha portato in scena le musiche, i canti e le interpretazioni del gruppo artistico "Le culture etniche iraniane" (Peyvand Aghvane Irani), guidato dalla Signora Parvaneh Amirian, costituito da: Sig.ra Farhanza Hashemi Nejad, Sig.ra Aftab Ghanbari e dai due musicisti Sig. Mohsen Lofti e Sig. Hasan Ali Tabar. Si tratta di un'organizzazione dedicata alla preservazione e promozione del patrimonio culturale iraniano, con particolare focus sui costumi tradizionali e l'artigianato delle diverse etnie. 

Lo spettacolo ha avuto inizio a partire dalla suggestiva decorazione del palco con tutti i simboli della notte di Yalda, una tavola imbandita con ogni ben di dio, frutta secca, dolcetti, caramelle, dove giganteggiava il rosso delle melagrane e delle angurie artisticamente intagliate e dove la luce delle candele rendeva la scena intima e magica.


La Notte di Yalda (in persiano: شب یلدا, Shab-e Yalda), che solitamente cade tra il 20 e il 21 dicembre, ha radici che affondano nell'antica religione zoroastriana, praticata nella Persia pre-islamica. La festa celebra il solstizio d’inverno, il momento in cui la notte più lunga dell’anno segna la rinascita del sole e l'inizio della sconfitta delle tenebre, della luce che trionfa sull'oscurità sia in senso cosmologico che spirituale. Nell’intimità di questa notte infinita, la tradizione persiana celebra anche l’abbraccio di speranza che nasce nel cuore del solstizio d’inverno.


La parola "Yalda" deriva dal siriaco, una lingua semitica antica, e significa nascita. Questo nome si lega al tema centrale della festività: la nascita del nuovo sole (Mitra), simbolo di luce, bontà e forza sulla terra. In un contesto religioso era anche il nome proprio cristiano siriaco del Natale e in persiano è anche un nome femminile, Yalda, usato anche in poesia, per indicare "il nero perfetto dei cappelli e degli occhi della donna amata", nero come la notte più lunga.


Nella tradizione zoroastriana, la Notte di Yalda è quella in cui le giornate iniziano ad allungarsi, segnando un momento di rinnovamento, speranza e unità, che riflette l'importanza della coesione familiare e sociale nella cultura iraniana.


Nella cosmologia zoroastriana, la lunga notte è vista anche come un periodo di vulnerabilità, in cui le forze del male, rappresentate dal demone Ahriman, cercano di prevalere. Per contrastarle, quando il sole calava, le persone si riunivano in veglie familiari, accendevano fuochi simbolici e consumavano cibi come il melograno, simbolo del ciclo della vita,  e l’anguria, ultimo sorriso dell'estate che sfida l'inverno, considerati portatori di buon auspicio per la salute e l’abbondanza​. Le luci e le candele rappresentavano invece la lotta contro l’oscurità, illuminando la notte più lunga dell’anno.


È una festa di resistenza, dove il rosso trionfa: rappresenta la salute, la fortuna e l’abbondanza

La Festa Tradizionale in Persia con canti e letture poetiche

Si leggono poesie e racconti, la lettura delle poesie di Hafez e lo scambio di racconti, sono momenti di narrazione collettiva che rafforzano i legami familiari e conservano le tradizioni orali della cultura persiana, tramandando saggezza e ricordi in una veglia che dura fino all’alba, per scacciare gli spiriti maligni e accogliere il ritorno del sole. I semi tostati e le dolcezze allo zafferano accompagnano canti e storie, legando i partecipanti alla tradizione di una Persia antica e fiera​.


Nel corso della serata, la tavola imbandita, gli abiti tradizionali delle donne che occupavano il palcoscenico, erano già una scenografia affascinante a cui si è aggiunta la musica che pian piano ha aperto un discorso con il pubblico che ha iniziato a battere le mani cadenzando il ritmo della musica.

Le donne sul palcoscenico erano coloratissime, una scenografia nella scenografia, indossavano abiti tradizionali interamente fatti a mano e dei copricapo di una bellezza straordinaria, ognuna appartenente a diverse zone dell'Iran, dai costumi tipici della Shiraz della transumanza a quelli di Busher, dagli abiti delle zone semi desertiche di Kerman a quelli del Nord dell'Iran, una sinfonia di colori e di stoffe che allietava la vista e i cuori.


In un primo momento solo la musica ravvivava il palcoscenico, le donne erano ferme nella loro bellezza millenaria, accogliendo il suono in un tempo antico, senza fretta e senza tempo. poi una di loro si è alzata e, come da usanza della Festa di Yalda, ha iniziato la recitazione delle poesie di Hafez, accompagnate dagli strumenti tradizionali e le loro suggestive melodie che trascinavano il pubblico in un allegro battimano.


Con voce solenne la donna leggeva:


«Vieni, sì che spargiamo le rose e colmiamo la coppa di vino,

sì che spalanchiamo la volta del cielo e le diamo un aspetto novello.

Se il dolore si lancia all'assalto assetato di sangue d'amanti,

col coppiere so dare di sprone per farne una terra bruciata»


Durante la Notte di Yalda, leggere le poesie di Hafez, un celebre poeta persiano del XIV secolo abile nella forma poetica lirica del Ghazal - pratica conosciuta come "fāl-e Ḥāfeẓ", una forma di divinazione attraverso il suo divān -, è una delle tradizioni persiane più affascinanti e consiste nel consultare il "Divan-e Hfez (raccolta delle sue poesie), come una sorta di oracolo spirituale.


Durante la veglia familiare, in genere il membro più anziano della famiglia prendeva il libro di Hafez e gli altri a turno esprimevano un desiderio ponendo una domanda nel loro cuore. Il vecchio poi apriva il libro a caso leggendo ad alta voce la poesia che si presentava in quella pagina con la convinzione che contenesse la risposta o un messaggio per chi aveva espresso la domanda. queste poesie, infatti, sono rinomate per la loro profondità spirituale e la capacità di serbare diversi livelli di lettura.


Dopo una serie di musiche folcloristiche delle diverse etnie iraniane, un'altra donna ha eseguito la recitazione dello Shahnameh (Il Libro dei Re) di Ferdowsi, un'epopea monumentale della letteratura persiana che occupa un posto importante nella celebrazione di Yalda.


Sono storie che gli anziani leggono ai più giovani con la funzione educativa di trasmettere valori morali e culturali alle nuove generazioni, con lo scopo di preservare la connessione culturale con l'antica civiltà persiana, attraverso un simbolismo che spesso tratta il tema della lotta tra luce e oscurità. a volte si narra la Storia tragica di Rostam e Sohrab, padre e figlio, altre volte L'epica di Siavash, simbolo di innocenza e giustizia, oppure Le avventure di Zal e Rudabeh, una storia d'amore leggendaria.

Infine la terza donna, Naneh Sarma, letteralmente la "Nonna Freddo", una figura del folklore iraniano rappresentata da una vecchia, saggia e benevola - che somiglia un poco alla Befana della nostra tradizione cristiana - racconta la storia di Yalda.


Indossa anch'essa abiti tradizionali colorati e dorati della tradizione iraniana e viaggia durante la notte visitando le case per portar loro dei doni, per narrare antiche storie e leggende, per diffondere saggezza attraverso racconti e proverbi.


Si usa accoglierla lasciando frutta secca e dolci tradizionali, preparando bevande calde come il tè, mantenendo acceso il tavolo riscaldato tradizionale che si chiama korsi.


Sembra che i bambini non vogliano dormire per cercare di vederla, perché è una figura che rappresenta il legame tra le generazioni, la saggezza degli anziani, la resistenza durante i mesi freddi, la speranza nel periodo più buio dell'anno.


E così si combina la fantasia con profondi insegnamenti culturali soprattutto per i più giovani.


E non è mancata l'ospitalità degli iraniani che hanno offerto a tutti i presenti cibo e doni.

Le origini della celebrazione sono strettamente legate alla vita agricola. La Yalda segnava la fine dei raccolti autunnali e l’inizio di un periodo di riposo per i contadini. Si ringraziavano le divinità per i frutti della terra e si pregava per la prosperità della stagione successiva. I melograni, per esempio, con i loro semi rossi, simboleggiavano l’eterna rigenerazione, mentre l’anguria rappresentava l'estate appena conclusa​. Yalda è un rito che mescola il simbolismo zoroastriano con la poesia di Hafez, il fuoco purificatore e la condivisione familiare.

 

La Yalda è un canto alla luce che sorge, alla speranza che persiste. Una notte in cui il fuoco, simbolo di purezza, arde anche nei cuori, mentre la modernità si intreccia con il fascino senza tempo delle radici culturali. Questa celebrazione persiana, pur affrontando secoli di cambiamenti e tentativi di repressione, si erge ancora come una testimonianza di bellezza e resistenza, è rimasta un punto fermo dell’identità culturale persiana, celebrata non solo in Iran ma anche in Afghanistan, Tagikistan, Uzbekistan, Turkmenistan e alcuni paesi caucasici come Azerbaigian e Armenia. Rappresenta una resistenza alle avversità, un'occasione per riflettere sulle proprie radici e rinnovare la speranza per il futuro.​

Sebbene profondamente radicata nella cultura iraniana, Yalda contiene messaggi universali. La sua enfasi sulla luce, la rinascita e la solidarietà familiare risuona in molte altre tradizioni, come il Natale cristiano o le celebrazioni del solstizio in diverse culture del mondo. Questa connessione tra diversi popoli mostra come, nonostante le differenze culturali, l’umanità condivida aspirazioni e simboli comuni.


Nel mondo contemporaneo, la Notte di Yalda è un ponte tra passato e presente. In Iran e nella diaspora iraniana, questa festa continua a essere un momento di riflessione, unità e celebrazione culturale. Attraverso i social media e gli eventi culturali, Yalda è diventata anche un’occasione per promuovere la ricchezza della tradizione persiana a livello globale.



In definitiva La Notte di Yalda è molto più di una semplice celebrazione: è un invito a trovare luce nell’oscurità, a rafforzare i legami con chi amiamo e a celebrare il ciclo eterno della natura. In ogni melograno spezzato, in ogni verso di Hafez letto, in ogni candela accesa, si riflette un messaggio di speranza che attraversa i secoli, ricordandoci che, dopo ogni notte lunga e buia, il sole è destinato a sorgere di nuovo. Questa festività è un esempio emblematico di come le tradizioni antiche continuino a influenzare e arricchire la vita culturale e sociale dell'Iran contemporaneo e attraverso esso a plasmare nelle menti un ideale di esistenza diverso anche per le altre culture.


Bisogna ringraziare gli organizzatori dell’evento perché la conoscenza reciproca abbatte le pareti dell’incomunicabilità tra culture diverse, infatti questo è proprio lo spirito di chi opera per il dialogo.


L’Associazione ISMEO, infatti, ha lo scopo di svolgere programmi di studio, formazione e ricerca relativi alle culture e ai Paesi dell’Asia e dell’Africa e alle loro interazioni con il bacino mediterraneo, promuovendo e sviluppando rapporti culturali, scientifici e di cooperazione con singole istituzioni ed entità nazionali e internazionali. 

 

La Welcome Association Italy (WAI) è un’organizzazione no-profit nata proprio con l’obiettivo di offrire supporto e assistenza agli stranieri che giungono in Italia, favorendo l’inclusione sociale e culturale attraverso servizi, consulenze e iniziative. WAI promuove il dialogo interculturale e cerca di creare ponti tra le comunità, per far sentire tutti i suoi soci accolti e a casa.

 

Assadakah, associazione fondata nel 1994 il cui nome significa “amicizia”, è nata come ponte culturale tra l’Italia e i Paesi Arabi. Impegnata nella promozione del dialogo, della conoscenza reciproca e della lotta contro i pregiudizi, venne ufficialmente riconosciuta dal Consiglio degli Ambasciatori Arabi, rappresentante i 22 Stati della Lega Araba, nel dicembre del 1994.

 

Il Teatro Mongiovino, situato in Via Giovanni Genocchi 15, dal canto suo, ha offerto lo spazio affinché questo rito antico si potesse realizzare nello spirito della comunità originaria.


Era presente in prima fila l'Ambasciatore S.E. Mohamnad Reza Sabouri, Ambasciatore della Repubblica Islamica dell'Iran, mentre il Dott. Seyyed Majid Emami, responsabile dell’Istituto Culturale dell’Iran con base a Roma, è stato impegnato nell'organizzazione e nell'accoglienza.

 

 

 

 

 

Comentarios


bottom of page