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Iran - La corsa elettorale

Assadakah News - Gli iraniani tornano alle urne per eleggere il 14° presidente della Repubblica Islamica, dopo la morte improvvisa di Ebrahim Raisi lo scorso 19 maggio. Motivo principale della campagna elettorale, la situazione economica del Paese, tema principale degli ultimi dibattiti televisivi.

Intanto, si sono verificati dei ritiri importanti dalla rosa dei candiati, che non sono più sei ma quattro. Amirhossein Ghazizadeh-Hashemi ha annunciato il ritiro della propria candidatura, come comunicato dal ministero dell'Interno. Vicepresidente dello scomparso Ebrahim Raisi, è anche a capo della Fondazione dei Martiri, incaricata di fornire sostegno alle famiglie delle persone uccise nel servizio del Paese. Nelle elezioni presidenziali del 2021 si è assicurato il 3,5% dei voti. "Per preservare l'unità delle forze rivoluzionarie, mi ritiro dal proseguire il cammino verso le elezioni presidenziali”, ha dichiarato lo stesso Ghazizadeh-Hashemi in un post su X. Nel messaggio, il vicepresidente ha esortato gli altri candidati conservatori e ultraconservatori a trovare l’accordo su un candidato che offra un fronte unito.

Anche Alireza Zakani, sindaco di Teheran, nonché uno dei principali candidati, ha annunciato il ritiro, per altro prevedibile, per rafforzare il fronte e convogliare i voti degli elettori conservatori su un solo candidato forte.

I restanti candidati conservatori sono il presidente del parlamento Mohammad Bagher Ghalibaf; l’ex negoziatore nucleare Saeed Jalili; e il politico veterano Mostafa Pourmohammadi. L’unico riformista è Massoud Pezeshkian, che ha il sostegno dell’ex presidente Hassan Rouhani.

Diventerà presidente chi otterrà almeno il 50% dei voti. Se questa maggioranza (come si aspettano gli analisti a causa della non alta affluenza prevista) non dovesse materializzarsi al primo turno, ci sarà il ballottaggio, previsto eventualmente per il 5 luglio, fra i due candidati che hanno ricevuto più voti.

Secondo alcuni sondaggi effettuati lo scorso 26 giugno dal Porsesh PR, dall’Iranian Students Polling Agency e dallo Shenaakht Center, il consenso per Pezeshkian si aggirerebbe oggi tra il 30% e il 38%, superiore a quello per i due candidati più forti del fronte conservatore, Saeed Jalili e Mohammad Qalibaf. Un eventuale ritiro, come già successo ad entrambi in passato, di uno tra Jalili e Qalibaf renderebbe automaticamente l’altro un candidato forte, anche se forse non in grado di raggiungere il 50% al primo turno.

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