![S.E. Mohammad Reza Sabouri, Ambasciatore della Repubblica Islamica dell'Iran in Italia con S.E. Maurizio Greganti, Ambasciatore d' Italia in Iraq](https://static.wixstatic.com/media/5f02f0_d24be4a8993243ef90e73b192ee0b750~mv2.jpg/v1/fill/w_980,h_457,al_c,q_85,usm_0.66_1.00_0.01,enc_avif,quality_auto/5f02f0_d24be4a8993243ef90e73b192ee0b750~mv2.jpg)
Maddalena Celano (Assadakah News) - Lunedì 10 febbraio 2025, in occasione della Festa Nazionale della Repubblica Islamica dell'Iran, l'Ambasciatore della Repubblica Islamica dell'Iran, S.E. Mohammad Reza Sabouri, ha organizzato un ricevimento pubblico per onorare la memoria nazionale. In una suggestiva Residenza gremita di personalità del mondo politico, diplomatico, militare, culturale, l'Ambasciatore ha pronunciato un bel discorso:
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«Gentili signore e signori, Ambasciatori, Ministro Maurizio Greganti, illustri presenti, benvenuti alla nostra celebrazione di oggi.
Il giorno in cui il popolo iraniano, forte di una grande determinazione, di un profondo senso di unità nazionale e ispirato da importanti valori umani, riuscì a creare un ordine sovrano fondato sull'indipendenza e la libertà, denominato Repubblica Islamica. Questo giorno è simbolo di una nazione che si oppone all'egemonia per creare un sistema basato sulla giustizia e sulla dignità umana.
L'Iran è l'unico paese del mondo in cui la maggior parte dei popoli ha un'identità speciale. Tra le più antiche civiltà umane, con una storia millenaria, occupa un posto speciale sulla scena mondiale. La sua posizione geopolitica, come fonte di collegamento tra Est e Ovest, Nord e Sud, oltre alle ingenti risorse energetiche di cui è ricco, fanno di questo paese un protagonista centrale nelle dinamiche regionali e internazionali.
Oggi la Repubblica Islamica dell'Iran, forte di queste capacità, intende svolgere un ruolo attivo nello sviluppo della pace e della stabilità regionali e globali. I traguardi raggiunti in vari campi mostrano la determinazione e la capacità della nazione iraniana di progredire e svilupparsi. Negli ultimi anni, l'Iran è stato riconosciuto come uno dei pionieri della regione in settori quali le nanotecnologie, la tecnologia nucleare ad uso pacifico, le scienze mediche e aerospaziali, la produzione di farmaci avanzati e lo sviluppo di vaccini. Il successo nei lanci spaziali testimonia ulteriormente questo progresso. L'Iran ha svolto un ruolo di primo piano nella diffusione della cultura e dell'arte nel mondo. La letteratura persiana, l'artigianato e la musica tradizionale continuano a ispirare altre nazioni.
Siamo orgogliosi che le interazioni culturali tra l'Iran e l'Italia abbiano avuto spazio e forza nella storia. Le relazioni storiche, culturali ed economiche tra i due paesi risalgono a più di 160 anni fa. L'Italia è sempre stata un partner fondamentale per l'Iran nell'Unione Europea e uno degli attori principali nelle interazioni politiche dell'Iran in Europa. Le relazioni culturali tra i due paesi hanno sempre facilitato la comprensione reciproca e rafforzato i legami di amicizia.
Oggi, nonostante le sfide globali, molte sono le opportunità per approfondire la cooperazione in vari campi: energia, tecnologia, turismo, agricoltura e industria. Crediamo che queste collaborazioni possano portare beneficio a entrambe le nazioni, nonché pace e progresso.
![Durante il discorso dell'Ambasciatore](https://static.wixstatic.com/media/5f02f0_86d73840a719494882559fea6a7c8b67~mv2.jpg/v1/fill/w_980,h_457,al_c,q_85,usm_0.66_1.00_0.01,enc_avif,quality_auto/5f02f0_86d73840a719494882559fea6a7c8b67~mv2.jpg)
Dialogo e cooperazione tra nazioni e governi sono diventati ancor più importanti nell'attuale situazione mondiale, caratterizzata da numerose crisi politiche, economiche e ambientali. L'Iran ritiene che solo attraverso il rispetto reciproco, l'interazione costruttiva e l'adesione ai principi della giustizia e del diritto internazionale si possano affrontare le sfide comuni e costruire un futuro migliore per tutte le nazioni.
La Repubblica Islamica dell'Iran ha sempre perseguito l'amicizia con tutti i paesi, basandosi sul principio del beneficio comune e del rispetto reciproco. Siamo persuasi che i recenti sviluppi regionali abbiano portato profondi cambiamenti nelle dinamiche politiche e militari del Medio Oriente. Sottolineiamo la necessità di rafforzare il dialogo e la cooperazione tra i paesi della regione, in particolare quelli vicini all'Iran. La Repubblica Islamica dell'Iran ha sempre sostenuto la stabilità, la sovranità e l'integrità territoriale delle nazioni, dimostrando il proprio impegno concreto a favore della sicurezza regionale.
Crediamo fermamente che il destino del Medio Oriente debba essere determinato dagli attori regionali originari e non attraverso l'intervento di soggetti esterni. Ringrazio ancora una volta tutti voi per la vostra partecipazione e auspico che questa giornata sia un'occasione per rafforzare i legami di amicizia e cooperazione tra la Repubblica Islamica dell'Iran e la Repubblica Italiana. Lavoriamo insieme per costruire un mondo migliore, più giusto e più sostenibile».
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Successivamente Sua Eccellenza Maurizio Greganti, Ambasciatore d' Italia in Iraq, ha aggiunto:
«Grazie a tutti gli ospiti, signore e signori. Ringrazio sentitamente l'ambasciatore Saburi per aver preso parte a questa importante occasione e per il suo intervento a nome del Ministero degli Affari Esteri.
Signor Ambasciatore, come abbiamo evidenziato oggi, il Medio Oriente e il mondo intero stanno attraversando trasformazioni profonde e ravvicinate. Il 2024 è stato un anno significativo per le relazioni internazionali e per l'Iran. Con il cessate il fuoco a Gaza, è giunto il momento di mettere a tacere le armi e lasciare spazio alla diplomazia, creando le fondamenta per una regione pacifica, stabile e prospera. Una soluzione sostenibile al conflitto non può essere raggiunta senza il coinvolgimento coordinato di attori regionali e internazionali.
Sosteniamo una soluzione a due Stati, con Israele e uno Stato palestinese sovrano che convivano in pace, sicurezza e reciproco riconoscimento. Tutti i popoli del Medio Oriente meritano di vivere in sicurezza e dignità, sia in Israele, Gaza, Iran, Libano, Siria, Iraq o Yemen.
Abbiamo apprezzato la disponibilità del presidente Iraniano Masoud Pezeshkian e del suo governo al dialogo e alla volontà di rilanciare le relazioni diplomatiche tra l'Iran e l'Europa. Gli iraniani troveranno sempre l'Italia pronta a contribuire a questo processo. È essenziale superare l'attuale fase di incomprensione e confronto per riprendere il dialogo a beneficio dei nostri paesi. La diplomazia deve sempre prevalere sulle divisioni.
L'Italia ha un profondo rispetto e apprezzamento per la storia e la cultura iraniana. Le nostre nazioni hanno condiviso secoli di scambi culturali ed economici, mantenendo un impegno costante nel promuovere il dialogo e la comprensione reciproca. In questo giorno speciale, il mio più sincero auspicio è che possiamo costruire su questo solido passato per avviare una nuova era di dialogo e cooperazione. Assicuriamoci che l'Italia sia sempre pronta a supportare un futuro di pace e progresso per le nostre nazioni».
![Hanieh Tarkian, docente di Studi islamici presso l'Università internazionale al-Mustafà (Iran) con Chiara Cavalieri (Assadakah)](https://static.wixstatic.com/media/5f02f0_2f635173bf5c47aab25d982f93c0d21e~mv2.jpg/v1/fill/w_980,h_973,al_c,q_85,usm_0.66_1.00_0.01,enc_avif,quality_auto/5f02f0_2f635173bf5c47aab25d982f93c0d21e~mv2.jpg)
Evidenziando gli aspetti salienti del discorso di Sua Eccellenza Sabouri, rammentiamo il significato storico della rivoluzione, la creazione di "un ordine sovrano fondato sull'indipendenza e la libertà, denominato Repubblica Islamica."
Ricordiamo che riguardo alle relazioni bilaterali con l'Italia, Sua Eccellenza Sabouri ha affermato: "Le relazioni storiche, culturali ed economiche tra i due paesi risalgono a più di 160 anni fa. L'Italia è sempre stata un partner fondamentale per l'Iran nell'Unione Europea e uno degli attori principali nelle interazioni politiche dell'Iran in Europa."
Ha inoltre espresso la volontà di rafforzare "la cooperazione in vari campi: energia, tecnologia, turismo, agricoltura e industria."
La cerimonia ha visto la partecipazione di numerose personalità del mondo diplomatico e politico.
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Ribadiamo che la data del 11 Febbraio segna un momento storico di grande importanza per l'Iran, poiché l' 11 febbraio 1979 rappresenta la vittoria della Rivoluzione Islamica del 1979. La Rivoluzione Islamica è stata un evento epocale che ha cambiato il corso della storia iraniana. Il rovesciamento del regime monarchico dello Scià Mohammad Reza Pahlavi e l'instaurazione della Repubblica Islamica sotto la guida dell'Ayatollah Ruhollah Khomeini hanno segnato l'inizio di una nuova era per il paese.
Questa rivoluzione ha avuto un impatto profondo non solo sull'Iran, ma anche sulla regione mediorientale e sul mondo intero. La celebrazione di questa giornata come festa nazionale ogni anno serve a ricordare ai cittadini iraniani i valori e i principi fondamentali che hanno guidato la rivoluzione. È un'occasione per riflettere sulle conquiste raggiunte e sulle sfide superate dal popolo iraniano durante questo periodo storico. Inoltre, rappresenta un momento importante per rafforzare l'identità nazionale e religiosa dell'Iran.
Il ricevimento pubblico organizzato dall'Ambasciatore Mohammad Reza Sabouri è stato quindi un gesto significativo per onorare la memoria di questo evento storico e per celebrare lo spirito di resistenza e di determinazione del popolo iraniano. La presenza dell'Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Federazione Russa nella Repubblica Italiana e nella Repubblica di San-Marino, Alexey Paromonov con la sua collaboratrice Daria Pushkova, Direttrice del Centro Russo di Scienza e Cultura, attestano l'importanza delle relazioni stabilite con la recente firma di un accordo strategico ventennale tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente iraniano Masoud Pezeshkian. Ma c'erano tantissimi altri Ambasciatori e Ambasciatrici, politici come Massimo D'Alema e Lamberto Dini, e tantissime personalità del mondo culturale che sarebbe impossibile citare tutti.
Il Contesto Storico
Negli anni precedenti la rivoluzione, l'Iran era governato dallo Scià Mohammad Reza Pahlavi, il cui regime, sostenuto dagli Stati Uniti e da altre potenze occidentali, era caratterizzato da una forte repressione politica e da politiche modernizzatrici spesso impopolari. Il malcontento popolare crebbe negli anni Settanta, alimentato dalla crescente disuguaglianza economica, dalla corruzione e dalla repressione esercitata dalla polizia segreta, la temuta SAVAK.
Le riforme dello Scià, note come "Rivoluzione Bianca", includevano la redistribuzione delle terre e la modernizzazione del sistema educativo, ma furono viste come un tentativo di consolidare il potere della monarchia senza reali benefici per la popolazione. Le tensioni aumentarono a causa della crescente occidentalizzazione del Paese, che entrava in contrasto con le tradizioni religiose e culturali dell'Iran. Le manifestazioni di protesta si moltiplicarono, guidate da un'ampia coalizione di gruppi, tra cui studenti, lavoratori, intellettuali e leader religiosi.
Nel 1978, la repressione del regime divenne ancora più feroce, con episodi di violenza come il massacro del "Venerdì Nero" a Teheran, dove centinaia di manifestanti furono uccisi dalle forze di sicurezza. Il 8 settembre 1978, durante una massiccia protesta in Piazza Jaleh, le forze armate iraniane aprirono il fuoco sulla folla, causando un numero imprecisato di morti, stimato tra diverse centinaia e migliaia. Questo massacro scatenò un'ondata di indignazione e proteste su scala nazionale, alimentando il risentimento contro lo Scià. La brutalità della repressione contribuì ad aumentare il sostegno alla rivoluzione, rafforzando il ruolo dell'Ayatollah Khomeini come leader del movimento di opposizione.
Il ritorno dall'esilio dell'Ayatollah Khomeini, il 1° febbraio 1979, segnò un punto di svolta. Dieci giorni dopo, l'11 febbraio, il primo ministro ad interim Shapour Bakhtiar fuggì dal Paese, mentre l'esercito dichiarò la propria neutralità, sancendo così il crollo definitivo del regime dello Scià.
Ayatollah Ruhollah Khomeini - Vita e Storia di un Leader Rivoluzionario
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Infanzia e Formazione
Ruhollah Khomeini nacque il 24 settembre 1902 (o secondo alcune fonti nel 1900) nella città di Khomein, in Iran. Proveniente da una famiglia religiosa sciita, perse il padre, un leader religioso locale, quando era ancora un bambino. Cresciuto in un ambiente profondamente religioso, studiò Teologia islamica a Qom, diventando uno dei più importanti studiosi sciiti del suo tempo.
Ascesa al Ruolo di Guida Religiosa
Negli anni '40 e '50, Khomeini divenne una figura rispettata nel clero sciita. Criticò apertamente le politiche dello Scià Mohammad Reza Pahlavi, opponendosi alle riforme modernizzatrici della "Rivoluzione Bianca" che minacciavano il ruolo dell'Islam nella società iraniana. Nel 1963, dopo aver denunciato pubblicamente lo Scià e la sua stretta collaborazione con gli Stati Uniti e Israele, fu arrestato e successivamente esiliato in Turchia, Iraq e infine in Francia.
Il Ritorno e la Rivoluzione del 1979
Dal suo esilio, Khomeini continuò a guidare l'opposizione al regime dello Scià, diffondendo messaggi di protesta attraverso cassette audio e lettere. La crescente insoddisfazione popolare sfociò nella Rivoluzione Islamica del 1979. Il 1° febbraio 1979, Khomeini fece ritorno trionfale in Iran, accolto da milioni di persone. L'11 febbraio, il regime monarchico crollò e Khomeini divenne la guida suprema della neonata Repubblica Islamica.
Il Governo della Repubblica Islamica
Divenuto leader supremo, Khomeini istituì un governo basato sui principi della teocrazia sciita, con il concetto di "Velayat-e Faqih" (governo del giureconsulto). Sotto la sua guida, l'Iran visse una profonda trasformazione politica e sociale, con un rafforzamento del ruolo della religione nella governance e una riorganizzazione delle istituzioni statali secondo i principi islamici. Durante il suo governo, l'Iran affrontò la guerra con l'Iraq (1980-1988) e la crisi degli ostaggi americani (1979-1981), eventi che segnarono profondamente la politica estera del paese.
Gli Ultimi Anni e l'Eredità
Khomeini morì il 3 giugno 1989, lasciando un'eredità complessa e controversa. Per i suoi sostenitori, fu il liberatore dell'Iran dal dominio occidentale e il difensore dei valori islamici. Per i suoi oppositori, il suo regime instaurò una dittatura religiosa repressiva. Il suo impatto sulla politica iraniana e internazionale rimane profondo, e la Repubblica Islamica da lui fondata continua a plasmare il Medio Oriente.
L'Ayatollah Khomeini fu una delle figure più influenti del XX secolo, capace di trasformare radicalmente il destino dell'Iran e di ridefinire il ruolo dell'Islam nella politica moderna. La sua rivoluzione continua a influenzare il panorama geopolitico mondiale, mantenendo viva la discussione sul rapporto tra religione e Stato.
Il Significato della Festa Nazionale
L'11 febbraio, noto come "Yawm Allah" (Il Giorno di Dio), rappresenta non solo la vittoria di un movimento rivoluzionario, ma anche il trionfo della volontà popolare contro un regime considerato oppressivo. Ogni anno, il governo iraniano organizza grandi celebrazioni in tutto il paese, con parate, discorsi ufficiali e manifestazioni che riaffermano l'identità della Repubblica Islamica e i principi della rivoluzione.
Le Celebrazioni e la Percezione Internazionale
Durante le celebrazioni, milioni di iraniani scendono in piazza per ricordare i sacrifici dei rivoluzionari e ribadire il sostegno alla leadership religiosa e politica del Paese. Il governo utilizza questa occasione anche per ribadire la propria posizione contro le ingerenze straniere e per sottolineare la sovranità nazionale.
A livello internazionale, la rivoluzione iraniana e la sua eredità sono viste con sentimenti contrastanti. Da un lato, è considerata un esempio di autodeterminazione nazionale contro l’imperialismo; dall’altro, ha portato alla nascita di un regime teocratico che ha suscitato critiche per la sua politica interna e le sue relazioni con il mondo occidentale.
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L'11 febbraio rappresenta un simbolo della trasformazione politica e sociale dell'Iran, segnando la fine della monarchia Pahlavi e l'instaurazione della Repubblica Islamica nel 1979 sotto la guida dell'Ayatollah Khomeini. La Rivoluzione Islamica ha ridefinito la geopolitica del Medio Oriente, influenzando le dinamiche regionali e globali. La sua celebrazione annuale rafforza l'identità nazionale e religiosa dell'Iran, ricordando i principi fondamentali della rivoluzione e il suo impatto storico, nato dalla ribellione contro il regime autoritario dello Shah, considerato vicino agli interessi occidentali.
La Rivoluzione Islamica ha influenzato profondamente le dinamiche regionali in diversi modi:
1. Instabilità Regionale: La caduta dello Shah ha creato un vuoto di potere che ha contribuito all'instabilità nella regione. Il nuovo governo islamico ha adottato una politica estera più assertiva, sfidando gli interessi delle potenze occidentali e dei regimi arabi conservatori.
2. Conflitto Iran-Iraq: La rivoluzione è stata seguita da un lungo e devastante conflitto con l'Iraq (1980-1988), che è stato in parte una conseguenza delle tensioni create dalla nuova orientamento politico dell'Iran.
3. Influenza sull'Islamismo: La Rivoluzione Islamica ha ispirato movimenti islamisti in tutto il mondo musulmano, dimostrando che era possibile rovesciare regimi secolari o corrotti attraverso azioni popolari guidate da ideali religiosi.
4. Relazioni con l'Occidente: Le relazioni dell'Iran con le potenze occidentali sono state gravemente compromesse dalla crisi degli ostaggi del 1979-1981, quando studenti iraniani avevano occupato l'ambasciata americana a Teheran prendendo in ostaggio il personale diplomatico statunitense.
L'Iran continua a esercitare un'influenza significativa nella geopolitica mediorientale attraverso alleanze strategiche, come quelle con la vecchia Siria di Assad e con gli Hezbollah, e le sue ambizioni nucleari, che alimentano tensioni internazionali. La celebrazione annuale della Rivoluzione Islamica ricorda le trasformazioni del paese e il suo impatto globale, offrendo anche un'occasione per riflettere sulle sfide future dell'Iran nella regione.
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L' Iran continuerà a proiettarsi verso il futuro con le seguenti modalità:
1. Rafforzamento delle Alleanze
L’Iran continuerà a consolidare la sua posizione di potenza regionale attraverso il rafforzamento delle alleanze e altre forze della Resistenza. Il suo sostegno ai movimenti antimperialisti e li suoi sforzi per dialogare con Iraq e Afghanistan contribuiranno a bilanciare le strategie occidentali nella regione.
2. Sviluppo Tecnologico e Industriale
Nonostante le sanzioni occidentali, l’Iran sta investendo fortemente nella ricerca scientifica, nella produzione industriale e nell’autosufficienza tecnologica. I progressi nel settore nucleare, nella difesa missilistica e nelle energie rinnovabili lo renderanno sempre più indipendente e competitivo a livello globale.
3. Ruolo Chiave nella Nuova Geopolitica Multipolare
Con l’ascesa di potenze come Cina e Russia, l’Iran sarà un attore strategico nella costruzione di un mondo multipolare. La sua adesione ai BRICS e il rafforzamento della cooperazione con Pechino e Mosca lo mettono in una posizione vantaggiosa rispetto al declino dell’egemonia occidentale.
4. Espansione dell’Influenza Economica
Attraverso l’iniziativa cinese della Belt and Road e gli accordi con partner emergenti, l’Iran potrebbe diventare un hub fondamentale per il commercio eurasiatico. Le sue risorse energetiche, unite agli investimenti in infrastrutture, potrebbero rafforzare il suo peso economico nella regione.
5. Sovranità Nazionale
L’Iran continuerà a mantenere la sua identità culturale, religiosa e politica. La capacità di sopravvivere e adattarsi alle sanzioni dimostra la resilienza del suo modello di governance e la determinazione del popolo iraniano nel difendere la propria indipendenza.
Se l’Iran saprà sfruttare queste dinamiche, potrà emergere nei prossimi decenni come una potenza regionale ancora più influente, capace di dettare i nuovi equilibri del Medio Oriente e oltre.
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