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Iran - Khamenei: “Strategia israeliana in Libano è stupida”

Assadakah News - Il mandato di cattura emesso dalla Corte Penale Internazionale ai danni di Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant sta animando il dibattito occidentale, in particolare fra quei paesi che, come l’Italia, riconoscono l’autorità della Corte e quindi devono sottostare all’esecuzione del mandato, qualora Netanyahu o Gallant si trovassero sul proprio suolo.

Una situazione complessa, che produce negli stessi governi punti di vista differenti e pone svariati interrogativi sulle ragioni stesse che muovono le decisioni di un organo come il tribunale dell’Aia, soprattutto perché nella richiesta del mandato di cattura da parte del Procuratore Kharim Ahmad Khan vi è una pericolosa equivalenza fra i rappresentanti di uno Stato democratico, appartenente di diritto alla comunità internazionale, e i vertici di un’organizzazione come Hamas.

L’autolesionismo, se non masochismo occidentale è ben noto, e il concetto di giustizia assume spesso una valenza politica che giuridica. Il diritto, in tempo di guerra, è facile preda di opinioni, e sensazioni che possono essere sbagliate, oltre alla propaganda, ma l’attualità è comunque caratterizzata dal desiderio di verità, e in fondo la verità si può verificare solo alla fine di una guerra, e non quando le ostilità sono ancora in corso, altrimenti c’è il rischio di alimentare la propaganda di quelli che oggi sono identificati come entità non esattamente “amiche” dell’Occidente.

In questo contesto, l’Ayatollah Ali Khamenei, Guida Suprema della Repubblica Islamica dell’Iran, interviene sulla questione della CPI dichiarando che il recente mandato di arresto contro il premier israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa non è sufficiente, e che i responsabili dovrebbero essere giustiziati per crimini di guerra.

La strategia secondo Khamenei

La Guida Suprema ha dichiarato inoltre: “La strategia israeliana in Libano è stupida, e il nemico stupido pensa che il bombardamento delle aree residenziali a Gaza e in Libano sia una vittoria, ma è solo un crimine di guerra. Il nemico non ha mai ottenuto e non otterrà mai alcuna vittoria, ma al contrario la sua stupidità rafforzerà ed espanderà il fronte della resistenza”. Un fronte che, pur indebolito dalle azioni offensive dello stato sionista, di certo non è sconfitto. Ma è altrettanto certo che colpire l’Iran in un contesto cosi instabile ha i suoi rischi e l’escalation sarebbe inevitabile. In una situazione così fragile basterebbe poco per perdere il controllo e oltrepassare il punto di non ritorno.

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