Assadakah Teheran - “Days Of Repentance”, suona così, in inglese, il nome in codice affibbiato dai comandi israeliani ai raid aerei della notte tra venerdì e ieri sull'Iran. Un significato esplicito che può suonare come “giorni del pentimento” o “del ripensamento”.
Dal punto di vista strategico e militare, i missili e le bombe israeliane non hanno avuto il solo scopo di far pentire l'Iran di aver colpito Israele, il 1° ottobre scorso, con 180 missili balistici, ma anche a farlo riflettere sulle conseguenze di nuovi attacchi.
Poco prima dell'una di notte, ora italiana, Israele informa Teheran, tramite un Paese terzo, dell'imminente attacco e lo invita - come rivelato all'agenzia Axios da fonti del governo Netanyahu. Fra gli effetti a lungo termine studiati dagli strateghi israeliani non manca il tentativo di rivitalizzare l'opposizione dei gruppi separatisti azeri, arabi e curdi.
Non caso alcuni raid hanno colpito nelle provincie del Khuzestan. Dal punto di vista strategico i raid più importanti sono stati quelli contro le fabbriche dove si producono i componenti essenziali dell'arsenale iraniano. Una finestra attraverso la quale Israele può mettere nel mirino la Suprema Guida Ali Khamenei o colpire quei terminali petroliferi e quelle infrastrutture nucleari che per questa volta ha risparmiato grazie all'intercessione dell'alleato americano.
Colpito anche il sistema di difesa aerea S-300 dell'aeroporto internazionale Imam Khomeini a Teheran, che fornisce protezione ad alcune zone della capitale iraniana, e almeno tre basi missilistiche nei dintorni della capitale, compresa quella di Parchin alla periferia di Teheran.
"Il male del regime sionista nel suo attacco di sabato contro l'Iran non dovrebbe essere né ingigantito né sminuito", ha dichiarato domenica l'ayatollah Ali Khamenei, leader supremo iraniano, aggiungendo: "Questo errore di calcolo dei sionisti deve essere ridimensionato, affinché comprendano il potere e la determinazione dell'Iran". Nella sua prima reazione ai raid israeliani in Iran, il leader ha sottolineato che le autorità iraniane decideranno la reazione appropriata, basandosi sull'interesse del Paese.
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